PADOVA - È arrivata la sentenza della Corte Ue in merito a un ricorso presentato da un giudice del Lavoro per il caso di un'infermiera del servizio di Neurochirurgia dell'ospedale universitario di Padova che si era rifiutata di vaccinarsi contro il Covid-19. La Corte di Giustizia dell'Unione europea ha respinto integralmente, in quanto «irricevibile», la domanda presentata dal giudice: aveva chiesto se l'obbligo di vaccinazione contro il Covid-19 a carico del personale sanitario fosse contrario al diritto dell'Ue.
L' infermiera, avendo contratto in precedenza il virus Sars-CoV-2 ed essendo guarita, riteneva di godere già di una immunità naturale e, pertanto, aveva rifiutato di vaccinarsi.
Per la Corte, il Tribunale di Padova si è limitato «ad esprimere una valutazione generale di ragionevolezza nel nutrire dubbi sulla validità delle autorizzazioni, senza però identificarle, né sviluppare la natura concreta dei dubbi espressi». Riguardo alla proporzionalità e ragionevolezza della sospensione, la Corte osserva che «il regolamento non definisce concetti per valutare l'adeguatezza delle misure sanitarie adottate dagli Stati membri per far fronte alla pandemia di Covid-19, quando queste sono tali da limitare la libera circolazione, come nel caso in esame».
Per la Corte, in pratica, la domanda è irricevibile perché "fuori target": la causa principale si fonda sul presunto carattere illecito dell'obbligo di vaccinazione e riguarda la reintegrazione dell'infermiera. La controversia, osservano i giudici di Lussemburgo, non riguarda l'applicazione delle disposizioni del regolamento sul Green Pass, che conferisce invece alle persone vaccinate il diritto di ottenere un certificato di vaccinazione e alle persone guarite dall'infezione da Sars-CoV-2 il diritto di ottenere un certificato di guarigione.
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