Scuole in difficoltà, il provveditore: «Mancano 39 supplenti, ci sono troppe rinunce»

Giovedì 14 Settembre 2023 di Alberto Rodighiero
PRIMO GIORNO DI SCUOLA - Al Magarotto gli studenti non riescono a entrare per lavori di giardinaggio

PADOVA - Primo giorno di scuola con sorpresa per gli studenti del Marconi costretti a rimanere fuori dalle aule per alcune ore a causa di lavori di giardinaggio e il provveditore Roberto Natale mette le mani avanti: «La responsabilità non è nostra, la competenza, in questo caso, è della Provincia».
 

LA SORPRESA
A livello provinciale è suonata la prima campanella per circa 104mila bambini e ragazzi. Un primo giorno di scuola che non ha registrato particolari criticità, fatta eccezione per l’ex istituto Magarotto alle Cave che quest’anno ospita sei classi prime e dieci classi seconde del Marconi. All’istituto tecnico di via Manzoni sono infatti in corso dei lavori di adeguamento alle norme antisismiche. A ricostruire la vicenda è il direttore dell’Ufficio scolastico territoriale di Padova e Rovigo Natale. «Quando, attorno alle 8, i ragazzi si sono presentati davanti ai cancelli del Magarotto, li hanno trovati chiusi – spiega – Il motivo? All’interno dei cortile dell’istituto erano in corso i lavori di potatura delle siepi. Un intervento che non era compatibile con l’afflusso di decine e decine di ragazzi». «A quel punto si è deciso di spostare tutti gli studenti nel cortile del Provveditorato che si trova lì a fianco – aggiunge - Fatto questo, i ragazzi hanno iniziato ad entrare in aula a piccoli gruppi, in modo da non intralciare i lavori di potatura. Questa operazione ha richiesto qualche ora. Una cosa deve essere chiara: il Provveditorato non ha alcuna responsabilità. Si tratta, infatti di un intervento di competenza della Provincia che gestisce gli stabili che ospitano gli istituti superiori».
Anche sulla questione supplenze, il Provveditore si è tolto un sassolino dalle scarpe. «Fino a qualche giorno fa le cattedre vacanti erano circa 250 – conclude – ne abbiamo assegnate più di 200, per il resto dobbiamo fare i conti con 39 rinunce. Si tratta di un fenomeno piuttosto increscioso, dal momento che, in virtù di un algoritmo piuttosto complicato, in questo modo si penalizzano gli altri supplenti in graduatoria. Non solo. Si grava di ulteriore lavoro i nostri uffici».
 

NEGLI ISTITUTI
Tutto liscio, invece, negli istituti che ospitano le primarie e le medie in città, stituti che fanno capo al Comune. A confermarlo è l’assessora alle Politiche scolastiche Cristina Piva che ieri mattina ha fatto visita al bambini della primaria Briosco all’Arcella. «Da quel che mi viene riferito dai nostri dirigenti, a livello comunale non si registrano particolari criticità nelle scuole. Anche per quel che riguarda il personale dei nidi e delle materne comunali, non ci sono problemi. Nessun problema neppure per le quattro strutture che ospitano i bambini dei nidi chiusi per i lavori legati al Pnrr».
Da ieri mattina, intanto, i carabinieri hanno intensificato la loro presenza davanti agli istituti scolastici. L’obiettivo è garantire una maggior sicurezza e prevenire ogni forma di illegalità. Dopo il grande successo avuto lo scorso anno, anche quest’anno l’impegno dell’Arma proseguirà per tutto il periodo scolastico, con conferenze e iniziative in tema di “educazione alla legalità”. Particolare spazio sarà dato al fenomeno del bullismo e cyberbullismo, della violenza di genere e dell’uso consapevole dei social network.
Da registrare l’azione di alcuni studenti che, al termine delle lezioni, ieri hanno imbrattato con uova e farina il parcheggio di piazza Rabin e il sagrato di Santa Giustina.
 

LA PROTESTA
Il primo giorno ai licei Marchesi e Selvatico è stato teatro di un’azione del Coordinamento Studentesco. Gli antagonisti hanno manifestato contro il modello di educazione sessuale prevista dal ministro all’Istruzione. «Valditara propone un progetto di educazione sessuale nelle scuole che inizi questo settembre e non vada oltre il 25 novembre, coinvolgendo solamente chi frequenta dal terzo al quinto anno - spiegano gli studenti - In contrapposizione netta alla necessità di avere un’educazione sessuale costante, ricca e completa». Il modello Valditara è criticato anche per i contenuti: «Secondo il ministro prima di tutto bisogna apprendere le conseguenze penali dei reati per stupro e violenza. Non abbiamo bisogno di carceri piene e infiniti processi, ma di sradicare il patriarcato alla radice con un’educazione sessuale e affettiva costante».

Ultimo aggiornamento: 11:06 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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