Padova. Gli fanno credere di aver contratto una serie di debiti, ex manager raggirato di un milione e mezzo di euro

Otto gli imputati, accusati di circonvenzione di incapace, ma dietro di loro ci sarebbe una grossa organizzazione criminale

Venerdì 26 Gennaio 2024 di Marco Aldighieri
Assegno

PADOVA - Un anziano ingegnere residente in centro storico, ex manager nel settore delle telecomunicazioni, è stato raggirato di un milione e mezzo di euro. Precisamente di 1.459.632 euro in due anni: una montagna di denaro. Gli è stato fatto credere, da otto persone, di avere contratto una serie di debiti con alcune case editrici. Così il professionista, tra l’ottobre del 2019 e il settembre del 2020, ha effettuato bonifici bancari e staccato assegni anche dell’importo di 136 mila euro. Gli otto, accusati di circonvenzione di incapace in concorso, ieri mattina sono finiti davanti al Gup Domenica Gambardella. La prossima udienza è stata fissata per il 12 di marzo.

I FATTI

Tutto è iniziato alla fine di ottobre del 2019, quando l’ingegnere ha iniziato a ricevere telefonate, al suo cellulare, da una serie di persone che si spacciavano per dirigenti di case editrici. All’anziano facevano credere di avere contratto dei debiti con le loro società, costringendolo a versare decine di migliaia di euro. Le somme più importanti le ha elargite nel settembre del 2020, staccando due assegni da 96 mila euro ciascuno e uno da ben 136 mila euro: una fortuna. In realtà, l’ex manager, il 9 dicembre del 2019 si era recato nella caserma dei carabinieri di Padova principale a sporgere denuncia. «Mi stanno raggirando» ha raccontato ai militari, ma poi è finito ancora nella rete tesa dai truffatori.

LE INDAGINI

Gli uomini dell’Arma, su mandato della Procura, hanno iniziato a sentire le testimonianze di persone e parenti vicini all’ingegnere, oggi di 85 anni, a partire dalla sorella. La donna infatti ha confermato di sparizioni sospette dai conti correnti del fratello. Operazione strane, di cui si è accorta anche un’impiegata della banca di riferimento dell’anziano. La dipendente ha avvisato il suo direttore. Ma la svolta nelle indagini è arrivata grazie alla cartella clinica del pensionato, redatta dal suo medico di base. Gli inquirenti hanno scoperto come l’ex manager soffra di Alzheimer e sia “portatore di una infermità psichica che incide abbondantemente sulla sua capacità critica, volitiva e intellettiva che lo rende soggetto suggestionabile e quindi circonvenibile”.

I carabinieri poi con i numeri di cellulare dei truffatori, consegnati al momento della denuncia dall’ingegnere, sono risaliti all’identità degli otto imputati. La famiglia dell’anziano è stata affiancata dal legale Alberto Berardi.

CHI SONO

Davanti al Gup sono finiti Antonio La Licata di 54 anni residente a Cologno Monzese; Pasquale Cassini 55 anni di Napoli; Immacolata Guida 49 anni di Napoli; Sergio Pellegrini di 33 anni residente a Pozzuolo Martesana in provincia di Milano; Emanuele Gigante 39 anni di Napoli; Giacomo Casà residente a Cologno Monzese di 52 anni; Simone Libutti 35 anni di Cologno Monzese e infine Franco Massaro 57 anni residente a Brugherio in provincia di Monza Brianza. In due hanno chiesto e ottenuto di essere giudicati in rito abbreviato, gli altri rischiano di andare alla sbarra. Secondo gli inquirenti gli otto imputati però non sarebbero i veri beneficiari della montagna di soldi versati inconsciamente dall’ingegnere, ma dietro di loro ci sarebbe una organizzazione criminale di spessore.

Ultimo aggiornamento: 08:35 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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