Truffa milionaria del bonus facciate: 4 professionisti sotto inchiesta e 400 denunce

Le “menti” del raggiro hanno creato una struttura imprenditoriale con tutte le promesse per sembrare reale

Sabato 18 Febbraio 2023 di Valeria Lipparini
Truffa milionaria del bonus facciate: 4 professionisti sotto inchiesta e 400 denunce

TREVISO - Finti imprenditori, entrati nel mercato edilizio solo per incassare i bonus, soprattutto quelli previsti per il recupero delle facciate degli edifici. Poi, una volta acquisiti i crediti e incassato il bonus, sparivano nel nulla. Sono 4 i professionisti trevigiani finiti sotto inchiesta per una truffa organizzata ai danni dello Stato, proprio nel campo dei bonus facciate. Il meccanismo messo in piedi dai professionisti è semplice. Ma fruttuoso. Il primo bilancio dell’attività illecita, secondo l’inchiesta avviata dalla Procura di Treviso da mesi ma non ancora conclusa, parla dell’acquisto di crediti per oltre 200 milioni di euro. Le “menti” del raggiro hanno messo in piedi una struttura imprenditoriale che aveva tutte le promesse per sembrare reale ma che, in realtà, si basava su una serie di false attestazioni.

Per prima cosa sono stati “assoldati” soggetti stranieri, giovani senza arte nè parte, provenienti soprattutto dall’area balcanica dell’Est Europa che hanno aperto una partita Iva per l’edilizia. Nel periodo del 2020, primi mesi del 2021 bastava entrare nel sito dell’Agenzia delle Entrate e autocertificare che la propria società aveva svolto lavori per il ripristino delle facciate di case e condomini. Non era, cioè, necessario dimostrare che i lavori erano stati avviati. Bastava, dunque, poco per acquisire il credito, inserendo dati non supportati da certificazioni di sorta. Poi, il Governo ha cambiato la modalità di accesso al credito per i bonus facciate, rendendo più severa la procedura. Intanto, però, i crediti erano stati acquisiti sulla base di società fittizie e lavori mai eseguiti. E, nella Marca, si parla di una cifra di 200 milioni di euro. La Guardia di Finanza sta completando gli accertamenti e l’inchiesta è tutt’ora in corso.


SECONDO FILONE
Ma non è l’unica inchiesta aperta dalla Procura trevigiana per quanto attiene ai bonus. Un altro filone riguarda alcune società sorte per offrire supporto ai privati che volevano accedere ai superbonus oppure al bonus facciate. Società che esibivano le proprie competenze online e hanno catturato l’attenzione di centinaia di trevigiani che si sono affidati a loro per ottenere consulenza in un settore complicato e poco fruibile al singolo. Queste società, che hanno aperto uffici e strutture a Treviso e provincia, promettevano studi di fattibilità dietro il modico compenso di 1000 euro, al massimo 1500 euro. La spesa, in sostanza, per avviare le pratiche per ottenere i bonus.

Peccato che, al momento di avviare l’iter che avrebbe portato alla concessione dei bonus del governo, tutto finisse in una bolla di sapone. I privati perdevano la somma anticipata e non venivano ammessi ad alcuna procedura per ottenere i finanziamenti per la ristrutturazione della propria abitazione. Somme che, prese singolarmente, sembrano modeste. Ma messe insieme fanno un conto da milioni di euro. L’inchiesta sta accertando che le persone truffate con questo giochetto sono centinaia. Non era, infatti, difficile cadere nelle mani di questi professionisti senza scrupoli perchè la pubblicità su internet era fatta bene e non diceva nulla circa la società di consulenza, nè sulla sua serietà e nemmeno se esisteva da tempo oppure se era stata creata allo scopo di ingannare il consumatore finale. Sono in corso controlli, ma nella rete tese dagli investigatori sono, per ora, finite un paio di società aperte da professionisti della Marca.


TERZO FILONE
C’è poi un’altra inchiesta aperta in Procura che è già quasi del tutto definita. E riguarda la nota vicenda di Casa Zero. L’ultima mossa è stata quella della Cassazione che ha confermato il sequestro di 8,2 milioni disposto dal Tribunale di Treviso che, di fatto, ha bloccato i conti correnti della società e congelato la sua operatività. Gli inquirenti ipotizzano il reato di truffa da 24 milioni legata a lavori di ristrutturazione ed efficientamento energetico di immobili privati in realtà mai avvenuti. E sono stati iscritti nel registro degli indagati il legale rappresentante del consorzio, un manager milanese di 47 anni, il presidente Alberto Botter, 38enne trevigiano, e il consulente esterno Massimiliano Mattiazzo, ingegnere trevigiano di 55 anni, colui che avrebbe firmato le attestazioni che assicuravano l’avvenuta esecuzione dei lavori quando in realtà non sarebbero stati eseguiti. Dall’inizio dell’attività d’indagine si stanno moltiplicando le denunce presentate dai privati. Sono già 400 e si sono raddoppiate rispetto a qualche mese fa. Il problema dei privati è proprio quello di cautelarsi nei confronti dell’Agenzia delle Entrate, cosa possibile soltanto attraverso la denuncia. Il rischio è quello di dover pagare la multa e di dover restituire le somme per lavori che, di fatto, non sono mai stati eseguiti. Sarebbe la beffa che si aggiunge alla truffa.

Ultimo aggiornamento: 16:46 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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