Padova. Violenza sessuale in ospedale, l'infermiere di fronte al giudice. Spuntano segnalazioni da parte di altre colleghe

A suo carico tre aggravanti. L'uomo avrebbe avuto comportamenti sconvenienti anche con altre infermiere ma nessuna denuncia è mai stata presentata

Martedì 5 Dicembre 2023 di Serena De Salvador
Violenza sessuale in ospedale

PADOVA - Si svolgerà stamattina l’udienza di convalida dell’arresto dell’infermiere accusato di violenza sessuale nei confronti di una tirocinante. L’uomo, un quarantenne dipendente dell’Azienda Ospedale-Università che risiede in provincia, è in carcere dall’alba di sabato, quando è stato arrestato dai carabinieri in seguito alla segnalazione della vittima della presunta violenza, che sarebbe avvenuta nelle ore tra venerdì e sabato nel reparto in cui entrambi stavano svolgendo il turno di notte. L’accusa contestata è pesantissima: violenza sessuale pluriaggravata. Il pubblico ministero Roberto D’Angelo ha infatti ravvisato molteplici aggravanti a fronte dei primi riscontri investigativi e delle testimonianze finora raccolte, chiedendo al giudice che il quarantenne rimanga in carcere. Intanto l’ospedale ha avviato nei confronti del dipendente i procedimenti disciplinari del caso, mentre gli accertamenti proseguono anche sul fronte delle verifiche circa possibili altri comportamenti analoghi avuti dall’infermiere in passato.

La ricostruzione della violenza

Nel fine settimana gli inquirenti si sono concentrati sulla ricostruzione di quanto avvenuto quella notte in uno dei reparti di Chirurgia del Policlinico. La ragazza, studentessa di Scienze infermieristiche, ha da pochissimo cominciato il tirocinio e quella era una delle sue prime notti in reparto. All’arrivo, attorno alle 21, ha preso un caffè con alcuni colleghi: tre infermiere e un infermiere, ossia colui che poi l’avrebbe violentata. Gli abusi sarebbero andati avanti, in più fasi e sempre più pesanti, per ore. All’inizio il quarantenne avrebbe approfittato dei giri tra i pazienti per strusciarsi sulla giovane e palparle i fianchi. Lei – ha poi raccontato agli inquirenti – in prima battuta aveva fatto capire di essere a disagio allontanandosi, ma aveva sperato che la cosa finisse lì. Invece lui poco dopo l’avrebbe fatta entrare in una stanza con la scusa di preparare dei farmaci e lì sarebbe passato a palpeggiamenti insistenti sul seno. Molestie ripetute verso le 2, quando la vittima è andata a coricarsi in una stanza apposita per riposare. Lui l’avrebbe raggiunta e molestata ancora, fermandosi però nel momento in cui sono entrate due colleghe, che non si sarebbero rese conto di nulla. Una volta uscite si sarebbe abbassato i pantaloni cercando di avere un rapporto sessuale con la tirocinante, poi fuggita in uno stanzino da dove ha chiamato i genitori, che hanno fatto intervenire i carabinieri.

Gli accertamenti

Al vaglio degli inquirenti c’è anche una registrazione fatta dalla vittima. E ci sarebbe poi una segnalazione fatta in passato alla direzione dell’Azienda ospedaliera circa altri atteggiamenti molesti da parte dell’uomo, a carico del quale però non risultano querele in Procura. Inoltre un’altra collega avrebbe riferito di attenzioni indesiderate ricevute dal quarantenne. A carico dell’infermiere si ipotizza il reato di violenza sessuale con tre aggravanti. Innanzitutto l’aver approfittato “di circostanze di tempo e luogo tali da ostacolare la privata difesa”, ossia di aver agito in piena notte e in aree appartate del reparto. Poi c’è l’abuso di relazione di prestazione d’opera, trovandosi lui in una posizione lavorativa di dominanza rispetto alla vittima. E infine “l’avere agito, in un delitto commesso con violenza o minaccia, in danno di un esercente professione sanitaria”: una circostanza aggravante entrata in vigore di recente proprio per tutelare maggiormente i lavoratori della sanità. Il quarantenne ieri mattina ha avuto in carcere un lungo colloquio con l’avvocato Paolo Marangoni, che lo difende con il collega Leonardo Massaro, proclamandosi innocente. Stamattina è atteso davanti al giudice. «La sospensione da ogni attività è stata immediata – ha spiegato ieri l’ospedale –.

Solidarietà alla studentessa vittima di un gesto vile, codardo e ignobile. Va ribadito il massimo impegno nel censurare qualsiasi forma o atto di violenza di genere e o a danno di qualsiasi operatore sanitario. In questi anni sono state molteplici le iniziative di formazione e di sensibilizzazione. Continueremo tale percorso con determinazione e fermezza».

Ultimo aggiornamento: 07:11 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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