Ladri di bici da corsa, svuotati garage e negozi. Almeno 25 colpi: bottino di centinaia di migliaia di euro e danni ingenti

La Squadra mobile di Padova smantella banda di ladri trasfertisti giunti in Veneto dall'Est Europa per depredare le costosissime biciclette

Martedì 30 Maggio 2023 di Redazione web
I fotogrammi dei banditi in azione

PADOVAFurti, ricettazione e riciclaggio di cotosissime bici.

Rubavano le biciclette di alta gamma dai garage dei proprietari e dai negozi di numerose province del Nord Italia sfondandone le vetrine. Azioni che dopo il passaggio dei ladri oltre al furto lasciavano pesantissimi danni per centinaia di migliaia di euro.

A conclusione di un'attività di indagine condotta sotto la direzione della Procura della Repubblica patavina, la Squadra Mobile della Questura di Padova ha eseguito una misura cautelare emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari nei confronti di due moldavi, di 22 e 23 anni, entrambi con dimora in provincia di Padova (destinatari rispettivamente della misura in carcere e del divieto di dimora nella Regione Veneto), e di un serbo di 43 anni di Breganze (Vicenza) (destinatario dell'obbligo di dimora nel comune di residenza), componenti di un gruppo costituito da un maggior numero di banditi, quasi tutti di nazionalità moldava (in tutto dieci i soggetti individuati ed indagati nei cui confronti sono stati raccolti elementi indiziari) dediti stabilmente a furti in abitazione (con effrazione dei basculanti di box e garage), e soprattutto di "spaccate" ai danni di negozi di rivendita di biciclette di alta gamma (oltre 25 gli episodi contestati). Soggetti "trasfertisti”, giunti appositamente in Italia, rimanendovi poche settimane con il solo fine di commettere i reati predatori.

Gli indagati

Agli indagati vengono contestati a vario titolo diverse ipotesi di furto, ricettazione e riciclaggio, su una parte del totale dei furti complessivamente ricostruiti e commessi anche dai restanti indagati, tra il dicembre 2021 ed il maggio 2022, nelle province di Padova, Verona, Treviso, Bergamo, Brescia, Varese e Reggio Emilia, con danni ammontanti a diverse centinaia di migliaia di euro.

Come agivano

Con un sistema ben collaudato, il gruppo criminale sceglieva accuratamente gli obiettivi da colpire; da una parte i garage di pertinenza delle abitazioni private (individuati atttaverso il monitoraggio delle piattaforme on-line dedicate dove gli appassionati condividono i percorsi effettuati in sella alle loro bici, consentendo ai malintenzionati di risalire con buona approssimazione ai luoghi di partenza o rientro), dall'altro i negozi di rivendita di bici da corsa, di cui venivano nella notte sfondate le vetrine impiegando come "arieti" veicoli rubati. Centinaia di bici di varie marche (Giant, Deda, Specialized, Byasi, Exustar, S-Works, Yeti, Trek, Scott, Cube), con danni patrimoniali di rilevante gravità.

Bici decine di migliaia di euro

L'indagine è stata avviata dopo che il 10 febbraio 2022 la Squadra Mobile di Padova, eseguendo un provvedimento di arresto provvisorio emesso dalla Autorità Giudiziaria moldava, ed individuata a Selvazzano Dentro l'abitazione ove si sospettava venisse “ospitato” il destinatario del mandato di arresto, rinveniva numerose biciclette sportive, sia integre che smontate, dal valore economico di circa 60.000 euro. Molte delle biciclette erano già state smontate, separando i telai dalle ruote e dai manubri e i vari componenti erano stati "impacchettati" in pesanti sacchi di cellophane nero, in maniera tale da far supporre che dovessero essere trasportate da lì a breve in altro luogo. Le bici sarebbero risultate infatti provento di numerosi furti in abitazione; nello specifico furti portati a segno in ore notturne mediante effrazioni di box e garage di abitazioni private, commessi nei giomi precedenti in diverse province del Veneto (tutte le biciclette sono state restituite dalla stessa Polizia ai derubati).

L'analisi dei telefoni

L'indagine da parte dei poliziotti è proseguita con l'analisi delle memorie dei telefoni cellulari del catturato e del connazionale che lo aveva ospitato (il 22enne odierno destinatario della misura in carcere). Hanno scoperto che l'uomo aveva ricettato numerose altre biciclette compendio di furto e partecipato anche ad alcuni furti in abitazione. L'uomo aveva inviato via Whatsapp numerose immagini di biciclette compendio di furto (corredate di vere e proprie proposte di acquisto) ad un 43enne serbo abitante in provincia di Vicenza (odierno destinatario della misura dell'obbligo di dimora). Le fotografie rilevate nella memoria del telefono riportavano la data e ľora dello scatto e, in qualche caso, anche la localizzazione del telefono nel momento in cui era stato effettuato (quasi tutte scattate a poche ore dai furti, nel garage corrispondente all'abitazione ove i poliziotti avevano rintracciato il ricercato).

Le intercettazioni

D'intesa con la Procura è stata avviata un’indagine di più ampio respiro, anche mediante intercettazioni telefoniche e ambientali, che ha portato ben presto ad attribuire ai 10 indagati numerosi altri episodi criminosi della medesima specie, tutti commessi nelle regioni del Nord. Il 13 maggio 2022, all' uscita del casello autostradale di Padova Ovest, in occasione di un controllo operato dagli stessi investigatori della Squadra Mobile, il 43enne serbo è stato sorpreso a trasportare sul suo mezzo 10 biciclette, tutte provento di furti, e per tale motivo arrestato in flagranza del reato di riciclaggio. Le biciclette erano risultate provento di furti commessi tra il marzo ed il maggio 2022, a Resana (TV), Villa D'Alme' (BG), Pastrengo (VR), Mazzano (BS), Lazise (VR), Montebelluna (TV), e Castelnovo di Sotto (RE).

Le chat

Analizzato anche il telefono del ricettatore, i poliziotti della Squadra Mobile sono risaliti a numerose "chat" incentrate su trattative per la vendita di biciclette provento di furti, con la successiva indicazione del luogo ove le stesse erano state momentaneamente custodite. L'acquisto delle bici di valore veniva di fatto accordato ad un prezzo nettamente inferiore a quello di mercato. Ancora più evidente risultava a quel punto il ruolo di ricettatore del 43enne serbo. Da qui l'intercettazione dell'utenza telefonica e l'installazione sul suo furgone di un sistema di localizzazione satellitare, che consentiva di appurare come il mezzo venisse mantenuto parcheggiato a Breganze (Vicenza), nelle pertinenze della sua abitazione, ed utilizzato esclusivamente per recarsi nei luoghi indicatigli dagli altri indagati allo scopo di prelevare le biciclette rubate; bici che venivano poi trasportate presso la sua abitazione e custodite all'intemo dell' annesso garage, prima di essere smontate e confezionate in grandi sacchi di cellophane neri, quindi esportate in Serbia.

Le telecamere

Ad essere utili sono state poi le immagini ricavate dalle telecamere di videosorveglianza di alcuni negozi depredati, che hanno consentito di individuare meglio e poi identificare buona parte degli autori delle "spaccate". Queste ultime venivano compiute utilizzando mezzi furgonati o crossover in precedenza rubati, con danni patrimoniali di rilevante gravità (tra il valore delle bici asportate ed i danni arrecati ai negozi), ogni volta per decine e decine di migliaia di euro (in un caso 75.000 euro).

Per i restanti 7 indagati, ovvero per gli ulteriori episodi commessi il Gip di Padova si è dichiarato incompetente, disponendo la trasmissione degli atti alle diverse Procure, cui è rinviata la valutazione delle prove raccolte e la possibile richiesta di misure cautelari anche nei confronti dei restanti responsabili.

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Ultimo aggiornamento: 22:07 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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