il funerale

«L'addio a Giulia, i parenti con un fiocco rosso sulla maglia. In basilica i fiori di Mattarella e Meloni, presente il ministro Nordio. Il vescovo: «Chiediamo la pace del cuore per Filippo». Le parole toccanti del papà

In chiesa famigliari, amici, i compagni di classe del fratello Davide, esponenti del mondo della politica tra cui una quarantina di sindaci del Padovano, Veneto e anche Friuli. Il vescovo: "Il volto di Giulia rimarrà impresso"

Martedì 5 Dicembre 2023

Al funerale anche un ex detenuto condannato per aver ucciso una donna: il racconto del cappellano Don Pozza

«Anche oggi, per l'ennesima volta, Dio mi ha rieducato: mi ha fatto partecipare al funerale di Abele-giulia accompagnato e invitato da Caino-alessio-filippo».

Lo scrive su Facebook il cappellano del carcere Due Palazzi di Padova, don Marco Pozza, rivelando di aver assistito alle esequie di Giulia Cecchettin assieme a un ex recluso, Alessio (nome di fantasia) condannato per femminicidio.

Nel post, don Pozza sottolinea che l'invito gli è venuto dallo stesso ex detenuto, che ha espiato la pena per aver «commesso la stessa mattanza - scrive - che ha commesso Filippo. Oggi, dopo aver scontato tutta la pena che la giustizia gli ha inflitto, è un libero cittadino che si sta rimettendo faticosamente in piedi». I due si sono sistemati in Prato della Valle, perché l'amico non voleva farsi riconoscere «e io non voglio le telecamere addosso. Mi bastano ancora quelle di quella volta», riferisce ancora Pozza.

«Una cerimonia da brividi - prosegue il sacerdote - guardavo il volto di lui, il volto di quelli vicini a lui, respiravo il silenzio freddo delle esequie funebri. Il silenzio della piazza attonita. Al momento della comunione, un signore vicino a noi due, vedendolo così preso dalla cerimonia, gli chiede: "Ma se ti capitasse una cosa del genere, tu cosa faresti?" Non sa che quest'uomo, accanto a me, ha ucciso anche lui una donna... Il mio amico scrolla la testa, tace, la abbassa. Io capisco tutta la sua fatica, l'altro capisce che anche il mio amico, in un'occasione simile, non saprebbe come comportarsi».

I due se ne sono andati dopo il discorso di Gino Cecchettin. «Percepisco - scrive don Pozza - che le parole stanno incidendo la sua memoria come fossero un punteruolo. Aspettando il tram, mi dice: "Oggi, per me, è finita la galera: dovevo vedere coi miei occhi, respirare, le conseguenze di un gesto simile a quello che ho fatto io, visto che quella volta il funerale di lei io non l'ho visto nemmeno per televisione. Mi sono sempre chiesto cosa si provasse". Colgo la palla al balzo: "Cosa si prova, Alessio?" Mi allontana dolcemente con la mano», conclude.

Padova, il sindaco Giordani: «La grandissima partecipazione è testimone della consapevolezza per una vera svolta culturale»

«Nella commozione e nel grande dolore per l'addio a Giulia, una necessaria consapevolezza, testimoniata dalla grandissima partecipazione e ribadita dalle lucide e importanti parole di Gino Cecchettin. Una consapevolezza che va alimentata ogni giorno, in tutte le nostre azioni, per produrre una vera svolta culturale nella lotta alla violenza di genere, che sia radicata nelle coscienze di tutti». Così il sindaco di Padova, Sergio Giordani, al termine delle esequie di Giulia Cecchettin.

La zia di Giulia: «Per te Saonara era un porto sicuro con i nonni, l'aveva scelta tua mamma per celebrare il dono del battesimo»

«Ciao Giulia eccoti a Saonara, questa comunità l'aveva scelta tua mamma per celebrare il dono del battesimo con il bel vestitino bianco che un tempo era stato suo e che la nonna Bruna aveva conservato con tanto amore. Saonara è stata per lei un porto sicuro e tu eri un piccolo batuffolo». Inizia così il messaggio che la zia materna di Giulia Cecchettin rivolge alla nipote di 22 anni.

«Un porto sicuro mentre la mamma lavorava perché qui c'erano i nonni, loro ti hanno accolta che eri un piccolo batufolo». Qui Giulia trovava «non solo il pranzo, ma anche il calzino da rammendare, il bottone da attaccare, il the con i biscotti, ma soprattutto tanti baci della nonna e i tanti ti voglio bene del nonno che tornando dal lavoro nei campi ti salutava dicendoti "ciao principessa". «Poi chiedevi alla nonna - prosegue - cosa mi hai preparato di buono anche dopo quando il pranzo domenicale era diventato l'occasione per continuare a farti sentire tutto il bene possibile».

A lei che amava festeggiare i compleanni con tanto di candeline o «abbracciare gli alberi. Avremmo voluto continuare ad abbracciati e ora voglio immaginarti tra le braccia di mamma» aggiunge. 

A Saonara cinque interventi alla fine del funerale

Al termine del funerale a Saonara, oltre alla sorella Elena, hanno parlato un'amica di Giulia, la zia materna, la maestra elementare di Giulia e il sindaco di Saonara.

La sorella Elena: "Ti vedo nelle stelle che fai metà gelato con la mamma"

Le parole della sorella di Giulia, Elena Cecchettin: «Ora ti vedo in mezzo alle stelle, che fai a metà gelato con la mamma. Continuerai a essere il mio angelo custode perché in fin dei conti lo sei sempre stata»

La salma arrivata a Saonara

Il feretro di Giulia Cecchettin è arrivato a Saonara alle 13 nella chiesa di San Martino, accompagnato dai familiari. Chiesa gremita di gente anche qui. Previsti quattro discorsi. Il feretro è entrato sulle note della canzone "Io vorrei saperti amare come ti ama dio". Occhi lucidi della folla, rose bianche e palloncini a Saonara, paese dove Giulia aveva vissuto da bambina  e dove poi sarà tumulata accanto alla tomba della madre, Monica, deceduta un
anno fa. 

Il minuto di rumore sul sagrato commuove Gino Cecchettin

Il feretro bianco di Giulia Cecchettin, con le rose dello stesso colore posate sopra, è uscito dalla basilica di Santa Giustina di Padova alle ore 12.15, accompagnato dai familiari, con un fiocco rosso contro la violenza di genere appuntato sul cappotto, dai sacerdoti e dalle autorità . Fuori, l'applauso degli oltre 8 mila presenti, che hanno affollato il sagrato e Prato dalla Valle per portarle l'ultimo saluto, seguendo il funerale dai due maxi schermi. Grande la commozione delle persone che non hanno trattenuto lacrime dopo il discorso finale del padre Gino Cecchettin. Campanelli agitati e urla per "fare rumore".

L'applauso sempre più forte, le grida, i campanelli e le chiavi scosse verso il cielo hanno commosso Gino Cecchettin che si è stretto in un abbraccio con i figli Elena e Davide, altrettanto commossi davanti alla manifestazione d'affetto che le persone accorse da tutta Italia. All'uscita del feretro dalla chiesa di Santa Giustina a Padova, gli 8 mila presenti alle esequie hanno accolto la richiesta dei familiari di Giulia di fare il minuto di rumore, per non restare indifferenti davanti al femminicidio.

Cori "Giulia Giulia" alla fine del funerale

Un lunghissimo applauso e cori «Giulia Giulia» si sono levati al termine del funerale di Giulia Cecchettin, celebrato all'abbazia di Santa Giustina a Padova. La folla enorme che durante la celebrazione ha affollato la grande piazza ha così tributato un omaggio alla famiglia della giovane, uscita al termine della celebrazione.

Le parole di papà Gino: "Grazie per questi 22 anni"

«Ci siamo bagnati infreddoliti, grazie alle tante persone che sono qui oggi e a tutte quelle che mi sono state vicino in questo tempo. La mia riconoscenza giunga a tutti, anche alle forze dell'ordine, al ministro Nordio e alle istituzioni». E' stato l'incipit del discorso pronunciato da Gino Cecchettin, il padre di Giulia, prima che la salma uscisse dalla chiesa.  «Mia figlia Giulia era proprio come l'avete conosciuta una straordinaria donna - ha detto - mai stanca di imparare. Si era occupata della gestione famigliare dopo la morte della sua mamma. Si è guadagnata la laurea e ad honorem anche il titolo di mamma dopo la morte della sua, era un oplita come si definiva. Il femminicidio è una condizione che colpisce le donne, vittime di chi diceva di amarle e invece le rendeva vittime di abusi fino a farle perdere la vita. Ci sono tante responsabilità ma quella educativa ci coinvolge tutti. Mi rivolgo agli uomini perché noi per primi dovremmo essere agenti di cambiamento, parliamo agli altri maschi, dovremmo essere attivamente coinvolti, ascoltando le donne e non girando la testa davanti ai segni di violenza, anche i più lievi. Bisogna creare una cultura di supporto. Insegniamo ai nostri figli il valore del sacrificio e dell'impegno, creiamo nelle nostre famiglia un dialogo sereno che educhi i nostri figli all'amore vero che cerca solo il bene dell'altro. Viviamo in un'epoca in cui le tecnologie ci donano cose straordinarie ma è ora che i giovani imparino a parlare in modo autentico. Abbiamo bisogno di trovare la capacità di ascoltare. Dobbiamo investire in programmi educativi che ci insegnino il rispetto reciproco per imparare ad affrontare le difficoltà senza ricorrere alla violenza. La prevenzione alla violenza di genere inizia nelle famiglie ma continua nelle scuole. Anche i media hanno un ruolo fondamentale in questo. Chiamarsi fuori, difendere il patriarcato e trasformare le vittime in bersagli non aiuta ad abbattere le barriere perché in questo tipo di violenza ci si esce solo sentendoci tutti coinvolti anche quando ci si sente assolti. Alle istituzioni politiche chiedo leggi e programmi educativi, che i colpevoli siano puniti adeguatamente. Le forze dell'ordine devono essere dotati degli strumenti adeguati per riconoscere e prevenire il pericolo. La mia Giulia ci è stata tolta in maniera crudele ma la sua morte deve essere un messaggio per fare in modo che la violenza contro le donne non esista più».

Poi Gino Cecchettin ha voluto chiudere con una poesia poesia di Khalil Gibran: «Vi voglio leggere una poesia di Gibran che credo possa dare una reale rappresentazione di come bisognerebbe imparare a vivere: "Il vero amore non è né fisico né romantico. Il vero amore è l'accettazione di tutto ciò che è, è stato, sarà e non sarà. Le persone più felici non sono necessariamente coloro che hanno il meglio di tutto, ma coloro che traggono il meglio da ciò che hanno. La vita non è una questione di come sopravvivere alla tempesta, ma di come danzare nella pioggia…"».

«Cara Giulia, è giunto il momento di lasciarti andare. Salutaci la mamma. Ti penso con lei, abbracciata a lei e aiutaci a sopportare questo dolore che ci ha travolto e a imparare a danzare sotto la pioggia. Vi promettiamo che noi un po' alla volta impareremo a danzare sotto la pioggia. Grazie per questi 22 anni che ci hai donato, anche noi ti amiamo tanto. Io non so pregare, ma so sperare e voglio sperare che tutta questa pioggia di dolore fecondi le nostre vite e che un giorno possa germogliare in un terreno di amore e pace. Addio Giulia, amore mio»

L'abbraccio tra Nordio e Gino

Una stretta di mano ed un abbraccio tra il ministro Carlo Nordio e Gino Cecchettin, poco fa, nella Basilica di Santa Giustina a Padova, durante lo scambio del segno di pace, ai funerali id Giulia. Il padre della giovane vittima ha poi ricevuto l'abbraccio di altri rappresentanti delle istituzioni, tra cui il presidente del Veneto Luca Zaia, e il sindaco di Padova, Sergio Giordani, oltre ad altre personalità della politica, e amici della famiglia. Nordio ha salutato anche i fratelli di Giulia.

Il presidente Mattarella ricorda Giulia: "Il valore e il rispetto vanno riaffermati"

«Il valore e il rispetto della vita vanno riaffermati con determinazione in ogni ambito, circostanza e dimensione, in questo momento in cui sono in corso i funerali di Giulia Cecchettin». Lo ha detto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, alla cerimonia delle Stelle al merito del lavoro al Quirinale.

L'omelia: "Non avremmo voluto vedere tutto ciò"

L'omelia del vescovo Cipolla

«Non avremmo voluto vedere quello che i nostri occhi hanno visto né avremmo voluto ascoltare quello che abbiamo appreso nella tarda mattinata di sabato 18 novembre. Per sette lunghi giorni avevamo atteso, desiderato e sperato di vedere e sentire cose diverse. Ed invece ora siamo qui, in molti, con gli occhi, anche quelli del cuore, pieni di lacrime e con gli orecchi bisognosi di essere dischiusi ad un ascolto nuovo.

Abbiamo bisogno di parole e gesti di sapienza che ci aiutino a non restare intrappolati dall’immane tragedia che si è consumata, per ritrovare anche solo un piccolo spiraglio di luce.

Dalla fede cristiana e dalla Parola che il Signore ci ha appena rivolto raccolgo come sostegno alcune parole per orientarci in questi giorni di lutto e di dolore.

L’ Attesa. Domenica è iniziato il tempo dell’avvento, tempo che educa all’attesa, ad alzare lo sguardo oltre il buio: dal tronco ferito e spezzato della nostra umanità spunti un germoglio, come evocava il profeta nella prima lettura. Non sappiamo quando, non sappiamo come, ma è forza che apre vie di riscatto, di affrancamento da ogni forma di negazione della vita.

La conclusione di questa storia lascia in noi amarezza, tristezza, a tratti anche rabbia ma quanto abbiamo vissuto ha reso evidente anche il desiderio di trasformare il dolore in impegno per l’edificazione di una società e un mondo migliori, che abbiano al centro il rispetto della persona (donna o uomo che sia) e la salvaguardia dei diritti fondamentali di ciascuno, specie quello alla libera e responsabile definizione del proprio progetto di vita.

Questo impegno è indispensabile non solo per garantire qualità di vita al singolo individuo ma anche per realizzare quei contesti sociali e quelle reti in cui le persone siano valorizzate in quanto soggetti in grado di dare un contributo originale e creativo.

Il sorriso di Giulia mancherà al papà Gino, alla sorella Elena e al fratello Davide e a tutta la sua famiglia; mancherà agli amici ma anche a tutti noi perché il suo viso ci è divenuto caro. Custodiamo però la sua voglia di vivere, le sue progettualità, le sue passioni. Le accogliamo in noi come quel germoglio di cui parla il profeta. Perché desideriamo insieme attendere la fioritura del mondo nel quale finalmente anche i nostri occhi saranno beati.

Arriviamo così alla terza parola: Amore: una grande parola, una parola che orienta alla alterità, che cerca il bene dell’altro, dell’altra. Io, con la mia concreta e personale esperienza, non so parlarne se non a partire dal Vangelo e da Dio ma anche per me il riferimento è così alto da sembrare irrealizzabile, come la profezia di Isaia.

I nostri, anche se umani e responsabili, sono sempre tentativi di amore, e noi siamo sempre in cammino e sempre in ricerca della strada migliore.

Forse voi giovani potete osare di più rispetto al passato: avete a disposizione le università e gli studi, avete possibilità di incontri e confronti a livello internazionale, avete più opportunità e benessere rispetto a 50 anni fa.

Nella libertà potete amare meglio e di più: questa è la vostra vocazione e questa può e deve diventare la vostra felicità!

Su questa strada ci incontreremo e potremo aiutarci: si incontreranno i giovani e Dio, i giovani e il Vangelo.

L’amore non è un generico sentimento buonista, quindi. Non si sottrae alla verità, non sfugge la fatica di conoscere ed educare se stessi. E’ empatia che genera solidarietà, accordo di anime e corpi nutrito di idealità comuni, compassione che nell’ascolto dell’altro trova la via per spezzare l’autoreferenzialità e il narcisismo.

Se questo è il nostro sogno, se cerchiamo germogli di speranza e di amore avvertiamo tutti la fatica di questo lavoro interiore. La nostra fragilità rende corto il respiro della speranza e precaria la tenuta dei nostri amori. Attesa, speranza, amore sono la nostra vita bella.

Preghiera altro non è che metterci di fronte a Dio e al mistero della vita e della morte senza nascondere le nostre fatiche ma anche senza rinunciare ai nostri sogni.

Ti preghiamo, Signore, di farci il dono della Pace. È nella pace che i popoli progrediscono in cultura e civiltà, in solidarietà e umanità; è nella pace che le risorse vengono indirizzate per acquisire strumenti che nobilitano la vita delle persone, soprattutto delle più deboli e fragili e scompaiono le disuguaglianze sociali.

Insegnaci, Signore, la pace tra generi, tra maschio e femmina, tra uomo e donna. Vogliamo imparare l'amore e vivere nel rispetto reciproco, cercando anzi il bene dell'altro nel dono di noi stessi. Non possiamo più consentire atti di sopraffazione e di abuso; per questo abbiamo bisogno di concorrere per riuscire a trasformare quella cultura che li rende possibili.

Ti domandiamo, o Signore, la pace nel rapporto tra generazioni, tra giovani, adulti e anziani così che il coraggio e le aspirazioni possano coniugarsi con la sapienza e la profondità di chi conosce la storia e ne interpreta le direttrici. Così che non torni ad essere accolto tra le possibilità a nostra disposizione ciò che già ha prodotto il male.

Donaci, Signore, anche la pace del cuore, del mio cuore e del cuore di tutti i presenti, Chiediamo la pace del cuore anche per Filippo e la sua famiglia. Il nostro cuore cerca tenerezza, comprensione, affetto, amore. La pace del cuore è pace con se stessi, con il proprio corpo, con la propria psiche, con i propri sentimenti soprattutto quelli che riguardano il senso delle azioni che compiamo e il senso della vita. Il nostro cuore è il luogo dove il Vangelo e la Pasqua di Gesù di Nazareth bussano con delicatezza pronti a dispiegare la loro forza umanizzante.

Il volto di Giulia è stato sottratto alla nostra vista. Resta impresso nell’affetto e nella memoria di chi l’ha conosciuta e apprezzata. Ora noi posiamo lo sguardo su quello di Gesù, il Signore, via verità e vita; in Lui brilla il volto di Giulia, (vicino alla mamma), da Lui si accendano ancora il desiderio che cresca per tutti la passione per la vita».

La migliore amica di Giulia legge la prima lettura

È stata Giulia Zecchin, 22 anni, migliore amica di Giulia Cecchettin, a leggere la prima lettura durante il funerale per la giovane uccisa dall'ex fidanzato Filippo Turetta. La famiglia ha voluto che venisse data lettura di un passo dal libro del profeta Isaia. «Un germoglio spunterà dal tronco di lesse, un virgulto - recita l'incipit - germoglierà dalle sue radici. Su di lui si poserà lo spirito del Signore»

Nel piazzale 8mila persone

All'esterno del piazzale della Basilica di Santa Giustina sono presenti circa 8mila persone, molte altre sono in arrivo proprio in questi minuti. Le persone all'esterno della chiesa stanno guardando la cerimonia in diretta da maxischermi. Ora il momento dell'omelia

A celebrare il funerale il vescovo

A celebrare il funerale il vescovo di Padova, Claudio Cipolla

Arrivato il ministro Carlo Nordio

In Basilica anche il ministro Carlo Nordio

Sulla maglia il fiocco rosso

Il feretro di Giulia Cecchettin seguito dai parenti, papà Gino non riesce a trattenere le lacrime. Tutti hanno un fiocco rosso appesso con una spilla sulla maglia, simbolo della lotta alla violenza contro le donne

E' arrivato il feretro di Giulia

E' appena arrivato il feretro di Giulia Cecchettin. Una bara bianca con un mazzo di rose dello stesso colore.

Durante il funerale parlerà solo papà Gino

Stando alle ultime informazioni, a parlare durante la cerimonia sarà solo papà Gino Cecchettin. E la comunione sarà data anche all'esterno della Basilica per consentire a tutti di prendere parte a questo solenne momento. Una volta terminata la funzione, è stato chiesto a tutti i presenti in chiesa di rimanere seduti per consentire ai famigliari di seguire il feretro. 

Arrivati De Poli e Camani

Appena arrivati a Padova, nella basilica di Santa Giustina anche il senatore Antonio De Poli e la capogruppo regionale Vanessa Camani

In tanti nel piazzale della Basilica di Santa Giustina

Folla nel piazzale della Basilica

Grande folla nel piazzale della Basilica di Santa Giustina dove sono stati messi dei maxi schermi per dare la possibilità anche a chi è all'esterno della chiesa di seguire la cerimonia funebre.

In chiesa, Zaia e Giordani

Nella Basilica di Santa Giustina anche il prefetto di Venezia, Michele di Bari. Poco dopo sono arrivati anche Luca Zaia, presidente della Regione Veneto e Segio Giordani, sindaco di Padova. 

Arrivati i compagni di classe di Davide, fratello di Giulia

Nella basilica di Santa Giustina sono arrivati anche i compagni di classe di Davide, fratello della 22enne. Tra i posti riservati in chiesa, anche quelli per gli alunni della 4C del Fermi, i docenti, preside e vicepresidi che hanno voluto prender parte alle esequie per stare vicino alla famiglia della 22enne. 

Video

Presente anche il Coro Diocesano dei Giovani, nato in occasione del Sinodo dei Giovani di Padova, un processo di ascolto e discernimento che ha coinvolto cinquemila giovani, iniziato il 13 dicembre 2017 e concluso il 5 maggio 2018 con l’approvazione del testo finale "Vi ho detto queste cose perché la vostra gioia sia piena (Gv 15,11). In occasione del funerale di Giulia Cecchettin ad animare la liturgia ci saranno circa 35 dei 60 membri del Coro.

Arrivato Andrea Martella

A Padova per il funerale di Giulia Cecchettin anche il senatore del Pd, Andrea Martella

Arrivati anche don Dante, Ostanel e Zan

Arrivati poco fa anche don Dante, presidente del Cuamm, la ricercatrice e consigliera comunale di Padova Elena Ostanel, e Alessandro Zan, membro della Camera dei deputati. 

In Basilica è arrivata l'assessore Lanzarin

Nella Basilica di Santa Giustina è arrivato l'assessore alla Sanità della Regione Veneto, Manuela Lanzarin. 

Corona di fiori anche da Giorgia Meloni, La Russa e Fontana

Nella Basilica di Santa Giustina sono arrivate anche le corone funebri del presidente della presidente del Consiglio dei Ministri Giorgia Meloni e dei presidenti di Camera e Senato, La Russa e Fontana, oltre che quella del presidente della Repubblica Sergio MattarellaGli omaggi floreali sono stati posti sotto il presbiterio della chiesa. 

L'arrivo del vicesindaco Andrea Micalizzi

Per il funerale di Giulia, nella Basilica di Santa Giustina è già arrivato il vicesindaco di Padova, Andrea Micalizzi

Bandiere e mezz'asta nelle sedi della Regione Veneto

Bandiere a mezz'asta oggi nelle sedi della Regione Veneto, nel giorno del lutto per i funerali di Giulia Cecchettin, a Padova. Il presidente Luca Zaia ha decretato una giornata di lutto regionale, in coordinamento con le Prefetture del Veneto. Per tutta la notte Palazzo Balbi, sede della Giunta regionale, è stato anche illuminato di rosso.

La corona di fiori del presidente Mattarella

Nella Basilica di Santa Giustina è arrivata una corona di fiori del presidente della Repubblica Sergio Mattarella che non sarà presente al funerale. In rappresentanza del Governo, è atteso il ministro Carlo Nordio.

Una donna in lacrime: "Giulia è la figlia di tutti"

Una signora fuori dal piazzale della Basilica in lacrime con un fiocco rosso nel bavero del cappotto ha detto: «Giulia è la figlia di tutti. Speriamo davvero che non accade più».

Stop alle lezioni e bandiere a mezz'asta all'UniPd

Lezioni sospese oggi all'Università di Padova in occasione dei funerali di Giulia Cecchettin, laureanda in ingegneria biomedica. In segno di lutto la rettrice Daniela Mapelli ha disposto, fino alle ore 14, la sospensione delle lezioni e per tutto il giorno l'esposizione a mezz'asta delle bandiere. Mapelli parteciperà con una delegazione dell'Ateneo alla cerimonia funebre.

In chiesa 40 famigliari, 360 amici e i compagni di classe del fratello

Nella basilica di Santa Giustina ci saranno 1200 posti a sedere. Ci saranno 40 famigliari stretti, 360 amici e conoscenti, i 30 membri dei consigli pastorali di Vigonovo e Saonara, i compagni di classe di Davide (fratello di Giulia) con 20 studenti, 8 professori, il preside e i due vicepresidi. 

Il gruppo della Diocesi suonerà al funerale

È appena arrivato nella basilica di Santa Giustina il gruppo preghiera della Diocesi di Padova che suonerà una decina di brani durante la cerimonia funebre. Insieme a loro anche il gruppo dei giovani sempre della diocesi. 

Luca Zaia: "Alle 11 suonate il clacson, bisogna dare un segnale"

«Per Giulia non fate un minuto di silenzio, per Giulia bruciate tutto», aveva detto la sorella Elena Cecchettin. E sarà rumore anche oggi. Specialmente nelle strade, con gli automobilisti invitati dal governatore del Veneto Luca Zaia a suonare il clacson: «Alle 11, quando a Padova le campane suoneranno a morto e il feretro di Giulia entrerà nella basilica di Santa Giustina, diamo tutti un segnale: dimostriamo di esserci». Abbassando le saracinesche - ha suggerito Zaia - spegnendo le luci, attaccando fiocchi rossi. Anche facendo rumore. «Per cinque, dieci minuti, chi può anche per un’ora. Ognuno nel suo piccolo dia un segnale. Questo dev’essere lo spartiacque, che è culturale nell’approccio, altrimenti andrà a finire che Giulia sarà dimenticata». Secondo il presidente del Veneto il delitto di Giulia Cecchettin ha avuto così tanto clamore e tanta partecipazione «perché tutti i cittadini, non solo i veneti, si sono immedesimati in una delle figure di questa tragica vicenda: chi in papà Gino che aveva appena perso la moglie e ora la figlia, chi nella sorella Elena e nel fratello Davide, ma anche nei familiari di Filippo Turetta». In un punto il governatore non concorda: «Non credo che in Italia ci sia una società patriarcale, credo invece che ci siano dei trogloditi che pensano che la donna sia un essere inferiore. Ecco, dobbiamo saper cogliere i segnali, identificare come comunità le menti malate, perché i segnali sono sempre quelli: stalking, molestie digitali, violenze sessuali. Questi temi devono far partire campanelli d’allarme». La scuola è importante, ha aggiunto, «ma non può essere un alibi, l’impegno deve essere di tutta la comunità. È anche un problema dei giovani, sì, ma soprattutto degli adulti».

I DATI

Cultura, ma anche aiuto. La Regione del Veneto investe 3,9 milioni di euro per i Centri antiviolenza (Cav): 26 le strutture disponibili, più 28 case rifugio. Nel 2022 sono state 6.009 le donne che si sono rivolte ai Cav, 3.325 quelle che sono state prese in carico. Prima di alzare il telefono, il 25% di quelle donne era già passata per il Pronto soccorso, ma non tutte hanno sporto denuncia nei confronti di chi le aveva percosse, minacciate, picchiate. L’ha fatto solo il 36%. «Una su tre», ha sottolineato Zaia. Significa che due su tre hanno continuato come prima. Donne straniere? No, per il 67% sono italiane. L’anno precedente, 2021, erano il 63%. Donne giovani? Non solo: il 55% ha un’età compresa tra i 30 e i 50 anni. Donne che dipendono economicamente dal compagno/marito? Per il 55% sono occupate, hanno un reddito. Chi sono gli autori delle violenze? Per il 51% il coniuge o il partner convivente. E non ci sono solo le botte: per il 74% si tratta di violenza psicologica, per il 57% fisica, per il 32% economica.

IN CONSIGLIO

Ai funerali di Giulia Cecchettin, con il governatore Luca Zaia, oggi a Padova ci saranno gli assessori Manuela Lanzarin e Cristiano Corazzari. In tutto il Veneto è stato proclamato il lutto regionale. La seduta dell’assemblea legislativa a Palazzo Ferro Fini è stata spostata dal mattino al pomeriggio: «All’ordine del giorno - ha detto il presidente del consiglio regionale Roberto Ciambetti - sono previste quattro mozioni che, con motivazioni diverse, sono tra loro correlate nella condanna alla violenza di genere, nel sostegno alla formazione affettiva nelle scuole, nel contrasto a ogni forma di discriminazione di genere e promozione di una cultura paritaria, nella tutela delle vittime oltre che alla istituzione di una borsa di studio intitolata alla memoria di Giulia: mi sembra il modo più adeguato da parte dell’assemblea legislativa, per celebrare in questo giorno così importante per l’intera comunità».

L'associazione Penelope: "Ed ora vola Giulia, vai oltre"

«Ed ora vola Giulia, vai in alto, vai oltre. Oltre il nero della morte, oltre il rosso del sangue, oltre il bianco del gelo. Oltre l'oppressione, oltre la miseria, oltre gli uomini». Lo scrive stamane sui social Nicodemo Gentile, il legale per l'associazione Penelope di Elena, sorella di Giulia Cecchettin. «Sei diventata una farfalla, libera e colorata, come quella di Penelope - aggiunge - . Senza catene raggiungi la tua adorata mamma in quello spazio nuovo, azzurro e confortante, dove finalmente nessuno potrà più toccarti. Buon volo anima pura e se puoi perdonaci».

Aperti i varchi per l'accesso nella basilica

È iniziato alle 8.30 l'ingresso delle persone accreditate al varco di polizia in vista dei funerali di stamane nella Chiesa di Santa Giustina, a Padova, di Giulia Cecchettin. Sono oltre 200 le persone tra polizia, carabinieri, guardia di finanza, polizia penitenziaria, unità speciali antiterrorismo e antisabotaggio che presidiano la zona esterna riservata. All'interno della Basilica vi sarà posto per poco meno di 1.200 persone

Oggi, 5 dicembre, è il giorno del dolore, il giorno del saluto, quello dell'addio a Giulia Cecchettin, la 22enne uccisa dall'ex fidanzato Filippo Turetta che si trova ora nel carcere di Montorio Veronese.

Il funerale alle 11 nella basilica di Santa Giustina in Prato della Valle a Padova. In chiesa mille persone selezionate, fuori maxi schermi per permettere a chi vuole prendere parte alla cerimonia di partecipare nel rispetto del dolore della famiglia che si riunirà poi a Saonara in forma privata per un momento di preghiera ancora più raccolto. 

Ultimo aggiornamento: 6 Dicembre, 11:23 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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