Truffarono don Albino Bizzotto, patteggiano gli 11 nomadi e gli chiedono scusa

Giovedì 28 Aprile 2022 di Marco Aldighieri
Don Albino Bizzotto
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PADOVA - Gli 11 nomadi accusati di avere raggirato don Albino Bizzotto, il padre dei Beati i costruttori di pace, hanno patteggiato la loro pena. In totale 16 anni davanti al Gup Domenica Gambardella. Il pubblico ministero Giorgio Falcone, titolare delle indagini, li aveva iscritti nel registro degli indagati per circonvenzione di incapace, reato che ha assorbito anche gli atti persecutori, ed estorsione
I sinti, oltre a risarcire in parte il religioso, gli hanno chiesto scusa con delle lettere e si sono impegnati a cambiare vita e a trovare un lavoro. C’è chi è già stato ingaggiato da Amazon e chi ha aperto una rivendita di auto. Don Albino ha dichiarato: «Certo potevo stare più attento, ma non ho mai nutrito ritorsione o odio nei loro confronti». 

CHI SONO
Ecco gli undici nomadi arrivati a patteggiare. Patrik Casalgrande 36 anni di Santa Maria di Sala (1 anno e 10 mesi); Rewen Casalgrande 37 anni, ultimo domicilio ex campo di via Bassette (1 anno e 10 mesi); Glenda Casalgrande 34 anni di Vigonza (1 anno e 2 mesi); Pamela Casalgrande 46 anni di santa Maria di Sala (1 anno e 6 mesi); Elvis Henik 40 anni di Santa Maria di Sala (1 anno e 6 mesi); Priscilla Henik 36 anni di Santa Maria di Sala (1 anno e 6 mesi); Maina Di Colombi 33 anni di Montecchio Maggiore (1 anno); Paola Di Colombi 25 anni di Cadoneghe (1 anno e 10 mesi); Sonny Argentini 31 anni di Vigonza (1 anno e 2 mesi); Brajan Argentini 22 anni di Vigonza (1 anno e 8 mesi) e Alfonso Abbruzzese 29 anni di Napoli (1 anno e 10 mesi). 



I FATTI
L’inchiesta è scattata quando Egidio Bizzotto, fratello del don, il 4 giugno del 2020 si è rivolto alla Finanza. Nella denuncia ha descritto una serie di condotte di ricatto e vessazione alle quali è stato sottoposto il fratello da un gruppo di sinti, le stesse persone bisognose alle quali padre Albino dava sempre un aiuto, anche in denaro. Nella querela Egidio Bizzotto ha evidenziato l’atteggiamento del fratello di «completa ed incondizionata apertura» verso i nomadi, «di acritica e totale fiducia nella loro sincerità e nella loro buone fede». 
Il fratello di don Bizzotto agli inquirenti ha poi raccontato: «Da circa un anno, la situazione si è fatta molto pesante. Deve essere successo qualcosa di serio perché il flusso di denaro ha preso una impennata spaventosa». I sinti tra il luglio del 2018 e il luglio del 2020 hanno tempestato il don con 14 mila telefonate con il solo scopo di chiedergli denaro. In totale padre Albino è stato alleggerito di 370 mila euro. I nomadi per avere soldi si inventavano di avere bisogno di denaro per mantenere la famiglia e pagare gli avvocati. Ma agivano anche attraverso piccoli ricatti, come farsi pagare per non divulgare alcune foto ai vertici dei Beati costruttori di pace dove si vedeva il don elargire banconote ad altri bisognosi. Ma la scusa più fantasiosa architettata dai sinti è legata alla pandemia. Hanno contattato padre Albino affermando di essere stati bloccati all’aeroporto di Malpensa perchè positivi al Covid e di avere bisogno di soldi per noleggiare un elicottero ed essere trasportati a Padova dove sarebbero stati ricoverati. 
IL RELIGIOSO 
Don Albino Bizzotto ha detto: «La vicenda si è conclusa con i patteggiamenti, non è il caso di lasciare strascichi. La loro è la realtà umana più emarginata dalla società, ancora più dei profughi. Non hanno mezzi e non hanno un minimo rapporto con nessuno. Molti preti non li aiutano». 
 

Ultimo aggiornamento: 29 Aprile, 10:30 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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