Edilizia, 3600 addetti bloccati dal Covid: in ritardo 9 cantieri su 10. E pesano i costi di energia e materie prime

Venerdì 4 Febbraio 2022 di Gabriele Pipia
Edilizia, 3600 addetti bloccati dal Covid: in ritardo 9 cantieri su 10. E pesano i costi di energia e materie prime

PADOVA - «Il costo altissimo dell’energia, il salasso sulle materie prime, le incertezze legate al credito d’imposta, la mancanza di personale e ora anche un enorme problema sanitario. Il 20% dei nostri addetti è rimasto a casa per colpa del Covid...». Roberto Boschetto stila il lungo elenco senza mai prendere fiato e poi si lascia andare ad un lungo sospiro: «Siamo al centro di una tempesta perfetta». 
Il presidente di Confartigianato Padova parla tenendo in mano un foglio con i calcoli appena fatti dai suoi uffici: tra novembre e gennaio 3.600 addetti del comparto casa sono stati assenti dal lavoro per motivi legati al Covid, tra positività e quarantene. Risultato? Nove cantieri su dieci in questo momento presentano ritardi sulla tabella di marcia, nel migliore dei casi di due settimane ma spesso si superano anche i 30 giorni. 

IL COMPARTO
L’ultima ondata di contagi mina al cuore un comparto che negli ultimi mesi si era rimesso a correre spinto dal vento del Superbonus.

In tutta la provincia di Padova sono 11.790 le imprese artigiane del sistema casa così suddivise: 8.047 nell’edilizia, 2.641 nell’installazione di impianti e 1.102 nel comparto legno. Complessivamente danno lavoro a 24.220 addetti ma molti di questi nell’ultimo anno hanno dovuto fermarsi perché colpiti dal virus o perché contatti stretti di persone positive. 

LO SFOGO
«C’è grande amarezza per la situazione che stiamo vivendo - si sfoga Boschetto - Le imprese sono in grande sofferenza e ogni quindici giorni questo governo fa uscire un decreto che sembra un paletto messo tra i bastoni di chi pedala. I cantieri si stanno bloccando per tanti motivi e io sono bombardato di telefonate. Eravamo ripartiti bene grazie alle tantissime commesse legate al Superbonus eppure ora quasi tutti i cantieri sono in ritardo per via una miriade di problemi. Viviamo in un mare completamente mosso e non sappiamo come uscirne. Sono penalizzate le imprese ma anche le famiglie, che intendono fare i lavori e invece stanno ferme in attesa. Pare che la curva del contagio sia in discesa, speriamo che almeno da questo punto di vista la situazione migliori. Anche se poi di problemi ne restano comunque molti altri». 

LA CATEGORIA
Sulla stessa linea Alessandro Gerotto, presidente della sezione padovana-trevigiana dell’Ance, l’associazione dei costruttori edili che solo in provincia di Padova raggruppa oltre 800 imprese e più di cinquemila lavoratori. «Noi rappresentiamo le imprese con più di dieci dipendenti e registriamo che almeno l’80% dei cantieri è in ritardo - spiega - Più del 20% del personale è a casa per motivi legati al Covid e c’è un dato eloquente: nel 2021 abbiamo registrato un incremento del 50% dei certificati di malattia. Parliamo complessivamente di 100 mila ore in più di malattia e questo è un vero dramma». 
«Un problema nel problema - prosegue Gerotto - è rappresentato dal tempo impiegato per fare i tamponi. Oltre la metà dei nostri lavoratori è di origine straniera e un buon 5% nel weekend torna nel proprio Paese. Al rientro però deve fare un tampone e questo fa perdere tempo prezioso, considerando che già alle 6.30 bisognerebbe essere operativi in cantiere. Siamo rigorosissimi nei controlli, ma siamo anche molto penalizzati da questa situazione».
Proprio ieri la Saie, Fiera delle Costruzioni, ha reso noti i dati aggiornati sul settore delle costruzioni: in provincia di Padova le imprese sono aumentate del 2% rispetto ad un anno fa e questa è la seconda provincia veneta per numero di imprese attive dietro Verona. Un settore solido e in espansione, alle prese però con quella che Confartigianato definisce «la tempesta perfetta».

Ultimo aggiornamento: 16:46 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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