Concorso a palazzo Moroni, chieste due condanne a 8 mesi: abuso d'ufficio, falso e rivelazione di prove d'esame

Per il caso che riguarda il vincitore, l'ingegnere Nichele, e l'esaminatore, l'avvocato Greco, chiesta assoluzione per la corruzione, ma la pena per i rimanenti reati

Giovedì 22 Settembre 2022 di Marco Aldighieri
Palazzo Moroni, l'accusa chiede due condanne per il concorso finito nel mirino

PADOVA - In due, ieri mattina, sono finiti davanti al Gup Claudio Marassi in merito al concorso del 2019 per la nomina del dirigente dei lavori pubblici del Comune. Nei guai sono finiti il vincitore, l'ingegnere Emanuele Nichele di 48 anni difeso dal legale Gianni Morrone, e l'avvocato Antonio Greco di 44 anni membro della commissione esaminatrice.
Entrambi sono stati iscritti nel registro degli indagati dal pubblico ministero Sergio Dini, titolare delle indagini, e sono stati accusati a vario titolo di abuso d'ufficio, corruzione, rivelazione di segreti d'ufficio e falsità ideologica. La pubblica accusa, davanti al giudice, ha chiesto l'assoluzione per tutti e due per la corruzione, mentre la condanna a otto mesi ciascuno per i rimanenti reati.

La prossima udienza è stata fissata per il 5 di ottobre e nell'occasione la parola passerà alle difese.

I FATTI
Il concorso fin da subito è stato chiacchierato tra i corridoi di palazzo Moroni. Dopo la prova scritta effettuata a maggio del 2019, di 36 candidati ne sono passati solo tre per accedere alla prova orale: Nichele, Domenico Lo Bosco ed Erika Ballerini. A spuntarla è stato l'ingegnere. Lo stesso che, ancora in forze al Comune di Cittadella, in data 11 aprile 2019, ha assegnato un incarico per attività legale di supporto ai funzionari comunali all'avvocato Greco, per un compenso di 2.918 euro. Insomma, a pochi giorni dal concorso Nichele al suo amico legale membro della commissione esaminatrice ha affidato un lavoro con il Comune di Cittadella.

Ed ecco l'ombra del sospetto, diventata poi un'accusa di corruzione mossa dalla Procura a entrambi, ma che ieri il pm ha fatto cadere. Motivo, quei 2.918 euro non sono la prova di una avvenuta corruzione. Quindi le indagini, avviate grazie a un esposto anonimo e a uno dell'Anac (autorità nazionale anticorruzione), hanno portato gli inquirenti ad acquisire i tabulati telefonici di Nichele e Greco valutando come i due, proprio in quel periodo, si siano contattati con intensità al cellulare.

L'AMICIZIA
Secondo l'accusa Nichele e Greco sono legati da una forte amicizia. Nichele ad esempio in giornata è andato in Calabria, a Vibo Valentia, per i funerali del padre di Greco. E poi la sera della nascita del figlio di Greco, si è trovato con quest'ultimo e una terza persona per festeggiare il lieto evento. L'ingegnere, a partire dal 2009, prima come dirigente dei Lavori pubblici del Comune di Tezze sul Brenta (Vicenza) e poi dal 2016 con lo stesso incarico al Comune di Cittadella, avrebbe conferito incarichi a Greco per un ammontare di 300 mila euro. Sulla base di questa relazione la Procura ai due ha contestato, in merito al concorso, la falsità ideologica. Greco come membro della commissione esaminatrice avrebbe attestato di non trovarsi in alcuna situazione di incompatibilità in relazione ai concorrenti.
Una affermazione, secondo gli inquirenti, non conforme al vero perché i due sarebbero amici intimi almeno dal 2009. E poi Greco, ancora per l'accusa, avrebbe dovuto astenersi dal suo ruolo di esaminatore, e per questo ai due in concorso è stato contestato l'abuso d'ufficio. Infine Nichele e Greco, si sarebbero macchiati del reato di rivelazione di segreti d'ufficio. Greco avrebbe spifferato a Nichele informazioni sugli argomenti delle prove scritte e dell'esame orale.

Ultimo aggiornamento: 15:02 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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