Affreschi di Giotto sotto la lente d'ingrandimento: godono di ottima salute

Sabato 20 Novembre 2021 di Nicoletta Cozza
Controllo periodico con risultato molto buono alla Cappella degli Scrovegni affrescata da Giotto

PADOVA - Il braccio della gru è salito a 18 metri di altezza.

Arrivando a pochi centimetri dalla volta affrescata e, ruotando, in prossimità di ogni porzione delle pareti. Gli esperti che stavano nel “cestone” metallico situato sulla sommità del prolungamento telescopico, quindi, hanno potuto vedere, toccare e analizzare a pochi centimetri distanza l’intero ciclo affrescato proclamato il 24 luglio scorso Patrimonio Mondiale dell’Umanità. E alla fine dell’esame ravvicinato e accuratissimo il responso è stato insindacabile: la Cappella degli Scrovegni gode di ottima salute.


Nei giorni scorsi, infatti, il gioiello dipinto da Giotto è stato sottoposto al controllo annuale da parte degli esperti dell’Istituto Centrale per il Restauro, arrivati da Roma x effettuare la valutazione, come avviene ogni anno a partire dal 2002, quando il sito era stato oggetto di un intervento di restauro coordinato dall’allora direttore dell’Icr, il compianto Pippo Basile. Adesso al suo posto c’è un’altra persona di grande competenza, l’architetto Alessandra Marino, che ha effettuato il check up assieme alla dottoressa Alessandra Capanna, responsabile della Scuola di Alta Formazione per il Restauro, le quali hanno lavorato coadiuvate dall’assessore Andrea Colasio e da alcune componenti del Comitato di pilotaggio del sito iscritto alla World Heritage List, tra cui il capo settore Federica Franzoso, Federica Millozzi dell’Ufficio Patrimonio Unesco del Comune, e Francesca Veronese, direttore dei Musei Civici agli Eremitani.


GLI ACCERTAMENTI
«La Cappella degli Scrovegni sta bene - ha osservato Alessandra Marino - Lo scorso anno, causa Covid, il controllo non era stato effettuato e quindi avevamo ipotizzato di trovare un po’ di polvere depositata sugli affreschi, invece non è stato così, in quanto i presidi messi un atto dopo l’intervento di 19 anni fa stanno svolgendo egregiamente la loro funzione: la cabina di decompressione, per esempio, impedisce un’eccessiva produzione di vapore acqueo conseguente alla presenza dei visitatori. E poi il tappeto all’ingresso viene pulito e cambiato, in maniera da scongiurare l’accumulo di sostanze nocive. Senza contare che all’interno della Cappella sono presenti dei sensori di segnalazione di anomalie. Non possiamo che essere soddisfatti, quindi, dell’esito del controllo annuale. Come per gli uomini la medicina preventiva è fondamentale per salvare vite, anche in questo caso, la prevenzione, che si traduce in un’ispezione palmo a palmo delle superfici, si rivela provvidenziale per la salvaguardia di questo straordinario bene».


«Utilizzando il “ragno meccanico” - ha aggiunto Francesca Capanna - ogni anno, la terza settimana di novembre effettuiamo questa osservazione che parte dalla volta e arriva alla base. E per accertare eventuali sollevamenti del colore percuotiamo con le nocche delle mani le superfici. Poi utilizziamo il colorimetro, uno strumento capace di misurare le condizioni materiche, e appunto le variazioni di colore: l’aumento del bianco, anche non rilevabile a occhio nudo, per esempio, sta a indicare la presenza di un efflorescenza saline, che agli Scrovegni non è stata riscontrata neppure in percentuali minimissime. Con il pennello, poi, abbiamo spolverato ogni centimetro, senza rilevare nulla di anomalo».
 

IL FUTURO
«Dopo il conseguimento del sigillo - ha detto Colasio - abbiamo rafforzato gli interventi di monitoraggio. La Commissione Unesco si è riunita e ha coordinato i lavori d’intesa con l’Icr, impegnato ogni anno nelle operazioni di ordinaria manutenzione che affondano le radici nella filosofia metodologica del restauro preventivo e della conservazione programmata, teorizzati da Giovanni Urbani dopo il terremoto nelle Marche. Modello che a Padova già applichiamo per le statue di Prato della Valle e che, grazie alla Cappella è diventato un paradigma internazionale, che pochi al mondo attuano, ma che noi estenderemo ulteriormente».
Nei dettagli è poi entrata Federica Franzoso: «In sede di Comitato di pilotaggio si è proposto di allargare pure agli luoghi presenti nell’itinerario riconosciuto Patrimonio Unesco, il modello conservativo applicato alla Cappella degli Scrovegni e su questo stiamo sviluppando assieme agli enti proprietari tempi e modalità di intervento. Questo sta a dimostrare la grande attenzione di cui sono oggetto le tappe dell’Urbs Picta, grazie al lavoro sinergico di tutte le competenze coinvolte».


«La collaborazione con l’Icr - ha annotato poi Federica Millozzi - è già stabilità con la sua adesione al Comitato di pilotaggio dell’Urbs Picta». «È stata come sempre un’emozione grandissima - ha concluso Francesca Veronese - vedere Giotto a “tu per tu” e osservare ogni particolare dei dipinti che si trovano nella Cappella degli Scrovegni. Il risultato, poi, è stato positivo perchè abbiamo avuto la conferma che gli affreschi del Maestro fiorentino stanno bene e che regolamentare gli accessi dà il risultato auspicato, mentre i monitoraggi costanti prevengono i restauri invasivi e i grandi interventi di ripristino».

 

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