Assalti all'autovelox, le carte in Prefettura: «Ecco i 48 incidenti»

Sabato 12 Agosto 2023
I carabinieri sul luogo dell'esplosione a Cadoneghe

CADONEGHE (PADOVA) - Davanti alle proteste e agli assalti degli ultimi giorni Marco Schiesaro ha risposto sempre allo stesso modo: «I nuovi autovelox? Non è stata una mia scelta autonoma. Ho raccolto le richieste dei residenti, poi l’iter è stato portato avanti dalla prefettura basandosi su tutti i dati raccolti. In quella strada ci sono stati tantissimi incidenti».

Ora emergono anche le carte ufficiali su cui si fonda il pensiero del sindaco.

Nel giugno 2022 il Comune di Cadoneghe aveva infatti inviato alla prefettura un documento dettagliato con l’elenco di tutti gli incidenti capitati nel tratto di Cadoneghe dell’ex strada regionale 307 (la cosiddetta “strada del Santo”), dove da poco più di un mese sono attivi due autovelox capaci di stangare con oltre ventimila multe tutti coloro che superano il limite dei 50 chilometri orari. La lista spedita a palazzo Santo Stefano mette in fila 48 schianti specificando la data, il punto esatto, il tipo di incidente e il numero di feriti. È questo il documento alla base di una decisione così discussa. 

Intanto continuano le indagini sul doppio attentato agli apparecchi: mercoledì sera uno è stato fatto esplodere utilizzando della polvere pirica e nelle stesse ore un altro è stato preso di mira con un colpo di pistola a pallini che ha messo fuori uso la telecamera. 

LA DOCUMENTAZIONE

L’idea di installare gli autovelox lungo la 307 prese corpo già nel lontano 2009. Un documento vergato dall’allora prefetto Michele Lepri Gallerano elencava le strade padovane lungo le quali non era possibile fermare un veicolo «senza recare pregiudizio alla sicurezza della circolazione, alla fluidità del traffico o all’incolumità degli agenti e dei soggetti controllati». Strade dunque idonee all’installazione di autovelox. Oltre alle tangenziali di Padova, alla Romea, alla Postumia, alla Valsugana e alla Regionale 308 (la “nuova strada del Santo”) vi figuravano proprio i chilometri 7, 8 e 9 della 307. Quell’anno un velox era infatti stato installato (non senza polemiche anche in quel caso), per essere poi disattivato nel 2011 in attesa che la prefettura ne verificasse la regolarità.

Il tratto di Cadoneghe della strada 307 è passato da regionale a comunale in vari stralci (2007, 2009, 2018) quando è stato riconosciuto come tratto in centro urbano e centro abitato, perciò da allora il limite di velocità è di 50 chilometri orari. Nel tratto che oggi ospita gli autovelox la competenza è cambiata nel 2009 e con essa il limite di velocità.

L’ULTIMA ISTRUTTORIA

Nel 2021 è invece partita la fase istruttoria per l’installazione dei nuovi velox. Nella prima metà del 2022 il Comune ha raccolto le richieste di alcuni gruppi di cittadini che invocavano maggiore sicurezza e ha trasmetto tutto alla prefettura, chiedendo a giugno un incontro sul tema per discutere la possibile installazione di nuovi autovelox. L’allora prefetto Raffaele Grassi ha dunque a sua volta chiesto un rapporto sul numero e il tipo di incidenti verificatisi in quel tratto di strada. Tra il 14 febbraio 2017 e il 26 novembre 2021 se ne contano 48 avvenuti tra piazzale Castagnara e i chilometri 5 e 9 della 307, rilevati da carabinieri, polizia locale e polizia stradale. Pedoni investiti, scontri frontali, tamponamenti, uscite di strada: in 39 casi si sono contati dei feriti (45 in totale). La maggior parte è poi avvenuta nei tratti di strada in centro abitato, dove appunto vige il limite di 50 chilometri orari. Sono questi i dati che hanno portato la prefettura a finalizzare l’iter.

LA POLITICA

Questo è l’iter amministrativo, ma poi c’è la politica. Il caso scuote un partito da tempo lacerato al proprio interno e guidato da un ministro alle Infrastrutture come Salvini che si è più volte dichiarato contrario ai velox «per fare cassa». 

Nelle chat molti leghisti (sia militanti che esponenti di spicco) rispolverano i vecchi post del sindaco Schiesaro che nel 2014 contestava i velox installati a Padova dal centrosinistra. Su questo punto però il diretto interessato è lapidario: «Io ero contrario ai velox illegittimi in tangenziale, qui invece siamo in un centro abitato e l’iter della prefettura è stato corretto». 

Non la pensa così Gianantonio Da Re, eurodeputato che da sindaco di Vittorio Veneto eliminò i semafori T-Red: «Ventimila multe in un mese? Significa che questi strumenti sono trappole. Capirei se ci fosse il limite dei 70 orari, ma 50 mi pare un’assurdità». Un’altra anima critica è Fabrizio Boron, consigliere regionale della Lista Zaia di fresca espulsione dalla Lega: «Molti dei multati andavano a 53, 55, 60 orari. È tutta gente che passa tanta volte perché abita lì. Serve buon senso». 
La polemica resta accesa, i nuovi velox si riaccenderanno presto. Giusto il tempo di riparare i danni del doppio assalto.

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Ultimo aggiornamento: 13 Agosto, 08:32 © RIPRODUZIONE RISERVATA