Broker senza titolo, spariti 30 milioni di clienti facoltosi: il pm chiede 3 anni e 4 mesi

Mercoledì 17 Giugno 2020 di Luca Ingegneri
Nicolò Svizzero vantava rapporti con Vip tra cui Ivanka Trump
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PADOVA - Effettuava investimenti e gestiva risparmi senza avere uno straccio di abilitazione. Per la Procura non ci sono dubbi. Il 43enne sedicente broker Nicolò Svizzero, rampollo della dinastia Morellato, deve essere condannato per abusivismo finanziario. É la richiesta avanzata dal pubblico ministero Marco Brusegan al processo nei confronti del professionista che avrebbe dilapidato la bellezza di 30 milioni di euro affidatigli da quattro facoltosi clienti. Tre anni e quattro mesi. Questa la pena sollecitata dalla pubblica accusa, tenendo conto dello sconto di un terzo previsto dal rito abbreviato. Svizzero, attualmente agli arresti domiciliari nell’abitazione dei genitori, in pieno centro storico, era presente in aula al fianco del suo difensore, l’avvocato Fabio Crea. Il giudice dell’udienza preliminare Elena Lazzarin ha poi dato appuntamento alle parti per il 25 giugno quando prenderanno la parola i legali delle parti civili, tra cui l’avvocato Niccolò Ghedini, che assiste il principale investitore, e successivamente il difensore di Svizzero. Poi si ritirerà in camera di consiglio per scrivere la sentenza.
SOLDI SPARITI
Secondo l’accusa, il sedicente broker avrebbe spillato milioni di euro a clienti in tutto il mondo, tra New York, Londra, Dubai, Milano e Padova. Si stima che in dieci anni di attività non autorizzata abbia racimolato almeno una cinquantina di milioni. Peccato che di questa montagna di denaro si siano perse le tracce. Non è chiaro se sia stato investito in cattivi affari, se sia finita in qualche fondo internazionale in un paradiso fiscale o in qualche conto corrente all’estero. La Procura ha inviato varie rogatorie in banche di Singapore, Dubai e della Svizzera chiedendo di rintracciare i conti correnti in cui Svizzero, che risulta nullatenente, avrebbe depositato i suoi lauti guadagni. Al momento non vi sono riscontri anche se la stretta collaborazione con le autorità elvetiche, che hanno avviato da tempo un’inchiesta sul finto broker, potrebbe fornire a breve importanti sviluppi.
Quel che è certo è che Svizzero conduceva tutti i suoi affari attraverso le società NSMFO Investiments PTE.LTD e NMSFO PTE.LTD che operavano in Svizzera, a Singapore e Dubai. Durante le indagini è emerso che la NSMFO Investiments PTE.LTD, con sede a Singapore è stata messa in liquidazione. Attraverso questa procedura la società ha cessato le proprie attività trasformando il patrimonio in denaro, estinguendo i debiti sociali e dividendo tra i soci il residuo attivo. Secondo gli inquirenti Svizzero avrebbe escogitato questo stratagemma per recuperare liquidità immediata, avendo alle calcagna gli investitori che sollecitavano la restituzione del denaro. Per spennare gli ignari clienti il sedicente broker avrebbe attuato lo schema Ponzi: un modello di vendita truffaldino con cui si promettono forti guadagni alle vittime a patto che queste reclutino nuovi investitori, a loro volta vittime della truffa.
A carico di Svizzero resta aperta una seconda inchiesta del pm Brusegan per i reati di truffa, tentata estorsione e insolvenza fraudolenta. É il filone strettamente legato all’esito delle rogatorie internazionali avviate in varie parti del mondo, con l’obiettivo di accertare dove sia nascosto il tesoro del faccendiere.
 
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