Da Padova al Congo i banchi a rotelle vanno in beneficenza nelle scuole africane

Sabato 30 Ottobre 2021 di Nicoletta Cozza
Banchi a rotelle di Padova pronti per essere spediti in Congo
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PADOVA - In magazzino in giacenza ce ne sono ancora poco più di 300. Sono smontati, imballati con il cellophane e appoggiati sui pallet di legno, esattamente come quando erano stati consegnati dalla ditta che li aveva realizzati. Anche nel deposito della Provincia di Padova, quindi, c'è ancora un significativo quantitativo di banchi a rotelle, ma contrariamente a quanto è avvenuto a Venezia, non andranno al macero.

Anzi, potrebbero avere a breve una destinazione umanitaria e servire per l'allestimento delle classi in una scuola del Congo, seguita da una religiosa salesiana.

Quest'ultima, infatti, nei giorni scorsi ha fatto avere una lettera al numero due dell'ente patavino, Vincenzo Gottardo che ha la delega al Patrimonio, allegando alcune immagini in cui i ragazzini africani sono impegnati a tagliare dei tronchi per ricavare delle panche rudimentali, sulle quali sedersi durante le lezioni. «All'inizio dell'anno - spiega il vice presidente - sono rimasti in giacenza, perché non servivano alle scuole del territorio. Nel frattempo, però, tramite Team for Children è pervenuta l'istanza di una suora missionaria in Congo, la quale in alcune foto documenta che gli scolari laggiù stanno lavorando delle tavole di legno per ricavare qualcosa da utilizzare a mo' di banco. Per questo ci chiede se ne abbiamo in esubero da donare». 

LE INDICAZIONI

«Questi - ha detto ancora Gottardo - sarebbero perfetti, perché nuovi e innovativi. Ne abbiamo in più in quanto un anno fa, seguendo le indicazioni dell'allora ministro Lucia Azzolina relative al rispetto del distanziamento anti Covid all'interno delle aule, ne avevamo comprato un buon quantitativo. Più della metà sono stati acquisiti dai nostri plessi, ma circa 300 risultano inutilizzati. Dev'essere ben chiaro, però, che il fatto di inviarli in Africa non significa fare una scelta alternativa alla discarica, bensì destinare a un fine umanitario dei banchi che abbiamo in più, di buona qualità, comprati con un regolare bando e soldi pubblici, anticipati dalla Provincia, che poi è stata rimborsata dai fondi europei, tanto che su ognuno di essi c'è l'etichetta con la scritta Pon-Por. Tra l'altro tenendoli in magazzino c'è il rischio che le componenti in plastica con il freddo si rompano e diventino inutilizzabili». 
Da Bruxelles erano arrivati contributi pari a un milione e 300mila euro, di cui 400 per l'edilizia scolastica e 900 per gli arredi. La gara per le sedute innovative era stata vinta dalla ditta Moschella, che aveva fissato un prezzo di 140 euro più Iva per ciascuno dei 956 banchi a rotelle, con una spesa di 133.840 euro, sulla quale nella primavera scorsa la Corte dei Conti aveva chiesto delucidazioni.

LA SCELTA

La decisione presa in laguna di mandare al macero una quarantina di banchi, non trova d'accordo neppure Fabio Bui, presidente della Provincia di Padova. «Non commento e non giudico la scelta di Venezia - ha osservato - e mi limito a dire che noi invece non abbiamo ancora deciso quale destinazione avranno i 300 rimasti in giacenza. Sicuramente buttarli sarebbe uno spreco senza senso, perché potrebbero essere destinati per esempio a funzioni alternative alla didattica. Purtroppo l'errore è stato fatto a monte dal commissario ministeriale, che lo scorso anno aveva dato indicazioni affinché venissero comprati i banchi a rotelle in vista della riapertura degli istituti dopo il lockdown. Alcuni erano stati addirittura rifiutati da due scuole del nostro territorio, in un caso perché non servivano e nell'altro in quanto ritenuti inadatti. Nemmeno a me piacciono, ma sono a norma. Comunque non è un argomento da mettere con urgenza all'ordine del giorno il fatto di riciclarli. Certo, li ricollocheremo in qualche modo prima o poi, ma piange il cuore ipotizzare che il loro futuro possa essere la discarica».
 

Ultimo aggiornamento: 31 Ottobre, 10:13 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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