Padova. Mancano autisti, Busitalia forma e assume richiedenti asilo: i primi cominceranno a lavorare a gennaio

Altre due classi dell'Academy per ragazzi italiani è in programma, per un totale di 40 persone

Venerdì 10 Novembre 2023 di Mauro Giacon
Autista

PADOVA - Corse saltate? Autisti che se ne vanno? Servizio a singhiozzo con pendolari e studenti della provincia che non riescono a tornare a casa? Ieri mattina il dirigente operativo di Busitalia Veneto spa, Aldo Paribelli ha risposto puntualmente ad ogni quesito, a margine di un evento in municipio. La tesi dell'azienda è che il numero di corse saltate su 4.500 al giorno è solo di una ventina, lo 0,3 per cento del totale. Mentre la diaspora degli autisti sarà colmata entro maggio dall'inserimento di 55 professionisti in formazione nelle Academy della società. Di questi 15 sono rifugiati politici.

I nuovi autisti? Rifugiati politici

«Il tema della mancanza di personale non riguarda solo Busitalia né tutto il Veneto ma è un problema nazionale e addirittura europeo - dice Paribelli - C'è una desuetudine delle persone a fare questo mestiere che ha delle complessità ed è faticoso: le persone fanno turni, lavorano il sabato e la domenica, ci vuole disponibilità al sacrificio. Noi però fra le prime aziende in Italia abbiamo lanciato l'Academy che ha formato 30 persone. Adesso lanceremo altre Academy anche con rifugiati politici. I primi cinque stanno acquisendo la patente e cominceranno già con l'anno nuovo a guidare gli autobus. Altri 15 entreranno in un'Accademy che faremo partire a fine mese, selezionati dalle agenzie che curano l'inclusione. E se ne aggiungeranno altri dieci in corsa».
«Poi stiamo facendo le selezioni per un'altra Academy di ragazzi italiani diplomati che accompagneremo in tutto il percorso di formazione. Faremo due classi per 40 persone complessive. L'obiettivo è riuscire ad assicurare un adeguato turn-over del personale. Sono percorsi ad ostacoli, non è detto che tutti lo finiscano. Ma sui 35 portati dentro sono rimasti in 30. Inoltre abbiamo bandi per le assunzioni aperti. La nostra strategia è comunque di selezionare prima, formare e inserire gradualmente». Alcuni se ne vanno. Una tecnica è quella di arrivare alla patente (che da privato costa 6mila euro) pagare la penale di 1.200 a Busitalia per l'uscita e andare all'Actv che paga di più. «Il lavoratore va dove trova più convenienza perchè fa turni più congeniali o è più vicino a casa. A Padova abbiamo 33 depositi in provincia qualcuno abita a 40 chilometri da qui. Se un'azienda di Venezia offre un deposito più vicino a casa sua è comprensibile».

Le corse saltate

«Stiamo facendo tutti gli sforzi possibili per onorare gli impegni che Busitalia ha preso. Abbiamo un numero risibile di corse saltate, basta guardare i numeri delle altre città anche vicine per fare un confronto». Naturalmente però basta che l'ultima corsa da Anguillara non parta per scatenare proteste. Le stesse dei genitori che dovevano far arrivare i figli a scuola da Monselice a Padova o delle 8 persone che l'altra sera in Corso Garibaldi alle 20.30 attendevano la linea 16 da un'ora e mezza.

Busitalia di difende. «Noi addirittura facciamo di più dei servizi minimi pagati dalla Regione attraverso il contributo statale. Abbiamo un livello di servizio superiore a quello richiesto. Vorremmo lavorare di più e meglio e ci adoperiamo ogni giorno per farlo». Ieri comunque sono saltati sette turni ovvero 42 corse di media nelle linee urbane 13, 14, 24, 11, 5 e 16.

Nuovi acquisti

«Stiamo partendo con investimenti importanti su materiale rotabile ci saranno novità nei prossimi giorni per quanto riguarda i mezzi elettrici - prosegue - Abbiamo cominciato la ristrutturazione di tre depositi, due a Padova e uno a Rovigo che diventeranno completamente elettrici, quindi anche come impatto ambientale stiamo facendo azioni importanti. Avere un autobus nuovo non inquinante e non rumoroso innesca un meccanismo virtuoso nell'utenza». A proposito... «C'è un recupero. Ma le abitudini post pandemia sono cambiate, a quell'epoca tutti andavano in auto per l'idiosincrasia per il bus e ancora c'è resistenza. Inoltre oggi lo smart working prolifera e molti corsi universitari si fanno ancora a distanza. Dobbiamo aspettare ancora qualche anno, ma stiamo già rilevando un recupero importante di utenza, però ci vorrà del tempo». 

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