Bus a Padova. Sul "10" all'ora di punta: parte già pieno al capolinea di Ponte di Brenta, il clou in stazione

Sabato 7 Ottobre 2023 di Luisa Morbiato
Sul "10" all'ora di punta: parte già pieno al capolinea di Ponte di Brenta, il clou in stazione

PADOVA - Il bus numero 10 attraversa la città da Ponte di Brenta fino ai capolinea alternati a ovest: a Sarmeola di Rubano o a Caselle di Selvazzano.

Una linea tra le più frequentate, anche per la sua lunghezza, che ogni giorno carica centinaia di passeggeri, ma su autobus quasi sempre insufficienti in quanto anche nelle ore di punta si utilizzano molto spesso mezzi a 3 porte da 12 metri - capienza 100 persone fra posti a sedere e in piedi - anziché quelli doppi da 18 metri. Una situazione che crea disagi con conseguenti vivaci proteste tra chi usa abitualmente il bus.

IL VIAGGIO

Il 10 ieri è partito puntuale alle 11,57 dal capolinea di Ponte di Brenta, da subito quasi tutti i posti a sedere vengono occupati. Tra questi c'è Benedetta. «Gli autobus soprattutto nelle ore di punta sono in ritardo oppure ne arrivano 2 il primo strapieno e l'altro viaggia a vuoto» sbotta. Già alle fermate lungo via San Marco e via Venezia l'afflusso si fa importante.
Tra i fortunati che sono riusciti a entrare, facendosi stretti stretti nel mezzo, molti studenti. «Vivo a Padova perchè frequento l'università - ci racconta Younes - uso gli autobus, ma quando ci sali non si sa mai se è un mezzo in anticipo sull'orario previsto o quello che avevi deciso di prendere che arriva in forte ritardo. Il servizio è davvero carente».
Arrivati alla fermata del tribunale, 4 passeggeri e una signora con un bimbo sul passeggino, dopo un paio di tentativi di infilarsi sul bus, desistono e si rassegnano all'attesa del successivo. Il 10 con i suoi passeggeri, che occupano ogni centimetro possibile e che manifestano a voce alta il disagio per le condizioni di viaggio, arriva in stazione alle 12,12.

IN STAZIONE

Qui sono in parecchi a scendere, scontrandosi con i molti che, invece, salgano: il mezzo si fa sempre più carico. Nel tratto del Corso, che dalla Stazione porta a piazza Garibaldi, l'afflusso maggiore c'è alla fermata di fronte al Giardini dell'Arena, dove, in particolare i ragazzi, si fanno strada spingendosi l'un l'altro, tenendo sulle spalle zaini e borse che cozzano tra loro. Un signore aggrappato a uno dei sostegni vicini all'ingresso quando il bus riparte ironizza: «Sembra di stare in Perù» suscitando il sorriso di una donna che aggiunge «già, lì viaggiano anche aggrappati ai finestrini».
Superata piazza Garibaldi si viaggia verso Corso Milano. Strizzata fra il finestrino e un posto a sedere si è appiattita Anna. «Nell'ora di punta non capisco perchè siano in servizio bus piccoli - lamenta - diverse volte sono rimasta a piedi perchè era impossibile entrare. A volte lo prendo alle 14 e salire è sempre una scommessa. Poi ci sono i ritardi. Ho calcolato una media di 10 minuti, ma non si può che aspettare».
Tra i passeggeri c'è anche Francesca, pure lei a Padova per motivi di studio. «Gli autobus non sono puntuali rispetto agli orari presenti alle fermate e troppo spesso transitano già pieni. A volte è molto difficile salire - osserva - è anche difficile capire gli orari. Sono stata in altre città dove ci sono app che facilitano gli spostamenti, indicano orari, passaggi, mappe e hanno altre funzioni. Io sono del Friuli e posso dire che il Tpl Fvg che svolge il servizio a Udine, Trieste e altre città, è perfetto, sai quando parti e quando arrivi».

VERSO IL CAPOLINEA

Superato piazzale Savonarola, finalmente il mezzo si svuota un po', diventano un po' più confortevole, e arriva alle 12,41 al capolinea di Caselle semivuoto. «In orario di punta spesso si utilizzano i bus piccoli invece dei 18 metri per una questione di personale - spiega Davide Parpaiola Adl Cobas - per guidare un 18 metri serve la patente "DE" che non tutti gli autisti hanno, mentre per i 12 è sufficiente la "D" quindi si fa una sorta di rotazione. Inoltre diversi 18 metri restano in deposito per essere pronti a sostituire il tram in caso di guasti».

LA PROTESTA

Dopo la sosta al capolinea si riparte con poche persone che salgono ad ogni fermata fino all'arrivo in Corso Milano. Dalle fermate successive fino ai Giardini dell'Arena salgono sempre più passeggeri: c'è di nuovo il pienone e scattano le proteste. Poco prima della Stazione, Jenny chiede ad alta voce: «Sono incinta non ce la faccio più, qualcuno mi fa sedere per favore? Si viaggia in condizioni pessime è invivibile». Così una ragazza le cede il sedile.
Tra i passeggeri una donna protesta col conducente. «Siamo terra terra col servizio, non ho più parole solo parolacce - sbotta Maria e i passeggeri intorno fanno cenni di assenso col capo - Sono 22 anni che uso il bus per andare e tornare dal lavoro, ma la situazione è fortemente peggiorata. Al mattino poi non si capisce con che criterio viaggino i bus e di sera a volte c'è da aver paura. Ho chiamato il sindaco e ho protestato mi ha risposto che col tram si risolverà tutto».
In stazione ore 13,24, dove avviene anche il cambio di autista, il bus è talmente carico che non entrerebbe manco più uno spillo. «Sono della provincia di Belluno - racconta Nicola, schiacciato contro la porta di salita - da noi i bus girano tutto il giorno anche se caricano un sola persona, qui trovo ritardi e bus troppo pieni». Superato piazzale Stanga, il mezzo comincia a svuotarsi e alle 13,43 arriva al capolinea di Ponte di Brenta con a bordo una ventina di passeggeri. Ma tutto è pronto per una replica, con la corsa successiva.

Ultimo aggiornamento: 11:24 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci