Le spese elettorali delle liste: ecco quanto investono i candidati

Venerdì 20 Maggio 2022 di Alberto Rodighiero
Campagna elettorale per il sindaco

PADOVA - Quanto spenderanno i partiti e le liste per la campagna elettorale? Per scoprirlo è sufficiente spulciare l’Albo pretorio del Comune, dove ieri sono stati pubblicati i bilanci preventivi delle spese elettorali e i programmi di ogni singola lista. Cifre che però rappresentano solo in parte i costi sostenuti per la campagna.
Nelle dichiarazioni infatti non sono comprese né le risorse messe sul piatto dai vari candidati sindaco – in alcuni casi si tratta di centinaia di migliaia di euro – né i soldi spesi dai singoli candidati al consiglio comunale. Insomma si tratta di numeri assolutamente parziali. Numeri che, però, possono dare l’idea dell’importanza che ogni singola forza politica dà a questa competizione elettorale.
IL CENTRODESTRA
Da questo punto si vista, più che significativo è l’investimento fatto dalla Lega che per questa campagna elettorale mette sul piatto 100mila euro. Rimanendo nell’ambito del centrodestra è da non sottovalutare l’impegno economico di Coraggio Italia, la lista che fa capo al sindaco di Venezia Luigi Brugnano. Nonostante sia la prima volta che si presenta a una competizione elettorale in città, il partito ha stanziato 28.900 euro. Decisamente più modesto il budget della civica di Peghin, che non va oltre i 2.400 euro.
Nonostante, a livello nazionale, nei sondaggi si giochi con il PD il primato del partito con maggior consenso, molto modesto è anche l’impegno economico di Fratelli d’Italia: 4.500 euro. Lo stesso discorso vale per Forza Italia. Nonostante in passato il partito di Silvio Berlusconi sia stato protagonista di campagne elettorali faraoniche, quest’anno a Padova gli azzurri non vanno oltre i 4.900 euro. Sobria anche la campagna della seconda civica che sostiene Peghin, “Più Padova”. Anche in questo caso la spesa è di 2.400 euro. Chiude la classifica delle liste a sostegno del centrodestra il Popolo della Famiglia con 1.800 euro.
IL CENTROSINISTRA
Passando al centrosinistra il Partito Democratico mette sul piatto 32mila euro, di fatto mille euro a candidato. Più generosa è invece Coalizione Civica che arriva a 41.420 euro. I vertici arancioni, però, tengono a far sapere che queste sono le uniche risorse di cui potranno disporre i candidati. Risorse che saranno equamente distribuite per ogni singola persona in lista. Passando invece alla lista Giordani, la civica del sindaco ha messo sul piatto 30mila euro.
Decisamente più modesto l’impegno del Movimento 5 Stelle con 2mila euro. Qualcosa di più spenderà Europa Verde, in questo caso ci attestiamo a quota 2.500. Un po’ meno spenderà Padova Futura che ha dichiarato 2.300 euro. Più sostanzioso l’impegno di Padova Insieme che, per questa campagna elettorale, dichiara una spesa di 16.070 euro. Padova Bene Comune, la civica di Antonino Pipitone spenderà, più sobriamente, 2mila euro. Per il centrosinistra c’è infine Per Padova che dichiara una spesa complessiva di 2.480 euro.
CIVICHE E MOVIMENTI
Fino a qui centrodestra e centrosinistra. In lizza per la poltrona più alta di Palazzo Moroni ci sono, però, altri candidati. A partire da Luca Lendaro che può contare sull’appoggio di Tutta nostra la città, che stanzia 14mila euro (altri 7mila sono stanziati dal solo candidato sindaco) e Solidarietà Ambiente Lavoro con 1.600 euro (e altri 500 stanziati dai candidati consiglieri).
Più contenute le spese che ha deciso di sostenere la civica che candida a sindaco Salim El Maoued: 2.900. Spenderà poi 17mila euro la lista Francesca Gislon Sindaca. Avrà a disposizione 23.100 euro la civica Alleanza per Padova che candida Domenico Minasola. Gli ex grillini di Alternativa che sostengono la candidatura di Chiara Zoccarato dichiarano spese elettorali per 5.100 euro. La Civica TornaPadova, che candida Lorenzo Innocenti, resta a quota 1.800 euro.
Infine il Movimento 3V che candida il medico no vax Paolo Girotto dichiara una spesa complessiva di 4.680 euro. In questo caso salta all’occhio un tema del programma elettorale che contempla, tra le altre cose, l’istituzione di una “moneta comunale” che dovrebbe rilanciare il commercio cittadino.

 

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