PADOVA - Un trattamento di agopuntura senza consenso, un'ora abbandonata a sé stessa in ambulatorio, costretta a togliersi da sola gli aghi sottopelle e con un dolore al polso sfociato in una diagnosi di sospetta lesione di un nervo. È quanto una professionista padovana di 58 anni contesta al suo medico di base, nei cui confronti (attraverso il suo avvocato) ha presentato un esposto all'Ordine dei medici padovano.
Secondo l'esposto il dottore, una volta infilati gli aghi nella pelle, si sarebbe allontanato dalla stanza e, nonostante le rassicurazioni sul fatto che sarebbe tornato presto, avrebbe lasciato completamente sola la donna per più di un'ora. In quel lasso di tempo la 58enne avrebbe cominciato a sentire dolore al polso, chiedendo quindi a gran voce dal lettino di essere aiutata e che qualcuno le togliesse gli aghi. Richieste che sarebbero però cadute nel vuoto, tanto che la donna alla fine si era sfilata da sola gli aghi.
Sempre secondo quanto raccontato nell'esposto, durante la notte i dolori erano diventati ancora più intensi e si erano estesi all'intero braccio, tanto che nemmeno un potente antinfiammatorio era servito a farla stare meglio. Inevitabile dunque una visita al pronto soccorso, dove sarebbe stata diagnosticata una sospetta lesione iatrogena (cioè correlata a un'azione medica precedente, ndr) del nervo mediano, nervo che attraversa in lunghezza il braccio e termina nella mano. La donna ha anche riferito di non essere più riuscita a contattare, nei giorni seguenti, il suo medico, finendo per rivolgersi a un altro pur senza essere riuscita a veder scomparire del tutto i dolori a un mese e mezzo dal trattamento.