Acconciatori ed estetiste, almeno 600 attività abusive in provincia, molte a domicilio

Giovedì 26 Gennaio 2023 di Gabriele Pipia
Parrucchiera al lavoro. Nel Padovano 600 saloni abusivi

PADOVA - Protestano da anni. Protestano a maggior ragione adesso, con il settore alle prese con la crisi energetica e ancora tramortito dalla mazzata della pandemia. Il comparto dell'acconciatura e dell'estetica torna ad alzare la voce contro le attività abusive e chiede alle forze dell'ordine controlli serrati per stroncare un fenomeno che sta provocando una pesantissima concorrenza sleale. Il ragionamento dei titolari è semplice: «Perché dobbiamo pagare tutte le tasse mentre c'è chi taglia i capelli e propone trattamenti estetici in casa propria oppure a casa del cliente, senza alcuna ricevuta fiscale?».
Un malcostume che si è diffuso ancor più durante e dopo l'emergenza sanitaria quando sempre più clienti hanno preferito evitare saloni e centri estetici preferendo la comodità e la sicurezza della propria casa. E ora si aggiunge anche la crisi economica che porta tanti a preferire un pagamento minore in nero piuttosto che qualche euro in più con regolare scontrino. Il risultato, però, è che così il comparto si trova ancor più in difficoltà. Il calo di clientela va a sommarsi al costo della materie prime e al caro bollette.

I NUMERI
In tutta la provincia di Padova le attività di acconciatura ed estetica sono 2.213 e danno lavoro ad un totale di 4.300 addetti, prevalentemente donne. È Confartigianato Padova ad andare nuovamente all'attacco: «Secondo i dati diffusi nei giorni scorsi dal nostro Ufficio studi, questo comparto è uno dei più colpiti dal fenomeno - spiega Beatrice Daniele, presidente del Sistema di categoria Benessere per l'associazione di categoria -. Ammonta, infatti, al 27,6% la percentuale di attività irregolari che operano in questo ambito». Ciò significa che alle 2.213 attività in regola se ne aggiungono almeno altre 600 abusive.
«Si tratta di dati preoccupanti per i tanti professionisti che lavorano nel rispettando le regole - insiste Daniele -. I saloni di acconciatura ed estetica devono rispettare moltissime norme ed elevati costi per garantire al cliente alti standard qualitativi e rigidi requisiti igienico-sanitari. In questi anni difficili, abbiamo investito molto per poter lavorare in sicurezza, adeguandoci alle normative anti Covid. Non è stato facile, dopo le perdite subite nel corso dei lockdown, dover affrontare anche i rincari delle forniture elettriche. Eppure, dobbiamo continuare a subire la concorrenza sleale dei saloni con prezzi sottosoglia, che usano prodotti non conformi alle normative dell'Unione Europea, con norme igieniche scadenti e personale non adeguatamente formato. Poi ci sono acconciatori ed estetisti abusivi free lance che si spostano di casa in casa e sono più difficili da individuare per le autorità. I controlli contro gli abusivi dovrebbero essere svolti con continuità, non solo su segnalazione del cliente, ma è essenziale che le persone scelgano attività in regola per tutelare la propria salute».
L'appello è rivolto alle forze dell'ordine ma anche agli stessi colleghi abusivi: «Oggi ci sono modi per mettersi in regola con investimenti e rischi contenuti.

Penso ad esempio all'affitto di poltrona o di cabina, un modo per dividere con altri professionisti i costi, lavorare nel pieno rispetto delle normative vigenti ed assicurare ai consumatori finali un servizio di qualità, svolto in piena sicurezza».

Ultimo aggiornamento: 09:51 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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