PADOVA Un'impennata di operatori abusivi. È ciò che si aspetta Confartigianato nel settore di parrucchieri ed estetisti con il ritorno della zona rossa. «La sospensione delle nostre attività svolte in sicurezza finirà per innescare l'impennata dell'offerta di prestazioni da parte di operatori abusivi che rappresentano il vero pericolo per la salute dei cittadini, oltre che danneggiare ulteriormente sul piano economico le aziende in regola sostiene Ennio Mazzon, presidente Acconciatura ed estetica di Confartigianato Padova La chiusura dei centri estetici in zona rossa è un provvedimento che non tiene conto del fatto che le imprese del settore in questi mesi hanno applicato con la massima diligenza le linee guida dettate dalle autorità sanitarie e dal governo, intensificando le già rigide misure previste dal comparto sul piano igienico-sanitario e si sono riorganizzate per garantire la massima tutela della salute degli imprenditori, dei loro collaboratori e dei clienti».
LO STUDIO Tra Padova e provincia ci sono 2.236 aziende nelle quali lavorano 4.542 persone.
LE TERME In zona termale la perdita per i saloni è del 65 per cento, riferisce Beatrice Daniele, titolare del salone Otello di Montegrotto: «In questo periodo aumenta la perdita di capelli stagionale, a cui va aggiunta quella causata dall'ansia. Ero contenta dell'arrivo della primavera perché avremmo lavorato di più». Dal mondo artigiano arriva anche la preoccupazione di Cna il cui presidente, Luca Montagnin, fa notare che «il passaggio alla zona rossa comporterà la chiusura di molte attività che fino ad oggi sono rimaste aperte, come acconciatori e centri estetici. In questo senso c'è grande preoccupazione, perché parliamo di piccole imprese su cui si fonda il reddito di un'intera famiglia. Non solo, oltre alle imprese chiuse per decreto, il passaggio in zona rossa avrà riflessi su tutto il comparto del trasporto merci continua a causa delle ridotte consegne a bar, ristoranti, negozi, e persone, visto che saranno sospese le corse supplementari per le scuole. Le nostre sedi ricevono sempre più segnalazioni di artigiani che sono sulla soglia della povertà dopo un anno di chiusura. Tuttavia non è il momento per recriminazioni o lamentele. È il momento invece di incrementare gli sforzi per la buona riuscita della campagna vaccinale. Per questo siamo disponibili a fare la nostra parte, mettendo a disposizione le nostre sedi e le nostre aziende per la somministrazione dei vaccini».