Regole in Comelico: «Il legno di Vaia? Resta qui», riaperta la segheria chiusa da 2008

Venerdì 3 Settembre 2021 di Yvonne Toscani
Legno di Vaia: in Val Visdende riaperta la segheria
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LA RIPARTENZA

SAN PIETRO DI CADORE  - Ripartono le lame della segheria a Cordevole di Val Visdende, dove le Comunioni familiari di Presenaio, San Pietro e Valle puntano sulla valorizzazione del legname da lavorare a chilometri zero. È la rivincita della filiera corta tra il bosco e il legno, all’indomani di Vaia. Dopo il periodo successivo al disastro del 2018, che ha messo in ginocchio il territorio e le segherie, sempre più dipendenti dall’estero, arriva il cambio di passo. Segna il dietrofront rispetto agli ultimi anni, quando enormi e carichi tir sono partiti, soprattutto, alla volta dell’Austria e della Slovenia.

L’APERTURA A cogliere l’occasione di valorizzare “l’oro verde” sono le tre Regole, che hanno riattivato la segheria di Cordevole, a Presenaio, comune di San Pietro. Dopo un lungo periodo in cui il mercato e la lavorazione prendevano la via oltreconfine e dove le segherie locali chiudevano una dopo l’altra, ora, finalmente, il territorio guarda nuovamente, con rinnovato interesse, al settore. «La segheria delle tre Regole, un tempo cardine dell’economia locale, oggi nemmeno parte dell’archeologia industriale, ha avuto anche nell’attività mineraria una fonte di sostentamento importantissima per la zona, oggi dimenticata del tutto o quasi – spiega Stefano Soravia Gnocco, presidente dell’ente collettivo di Valle –. Vogliamo però tornare a dare il giusto valore al nostro legname, anche attraverso la prima lavorazione in segheria».

LA STORIA Già una ventina d’anni fa si tentò di dare una risposta alle attese degli addetti ai lavori e dei privati. Venne così realizzata, con l’acquisto della necessaria attrezzatura, per una spesa di 250 milioni di lire, una prima sistemazione della struttura risalente a dopo l’alluvione del ‘66, quando il Piave si portò via la segheria esistente. Ferma dal 2008, lo scorso anno la segheria ha subito un restyling generale. Le Regole hanno pensato che sarebbe stato uno spreco non sfruttare un impianto ancora funzionante, limitandosi a “vendere” il tutto come ferro vecchio e chiudendo definitivamente l’attività. Inoltre, avendo la materia prima a disposizione e anche qualche richiesta di taglio di tronchi da parte dei regolieri, è parso quantomeno doveroso ridare un servizio al territorio. Da qui l’idea di riprovare a segare in loco, senza pretese e senza l’affanno di “fare quantità”, ma piuttosto valorizzando l’ampiamente riconosciuta qualità dei boschi regolieri, in particolare quelli della Val Visdende. E così da qualche giorno le lame sono tornate in azione.

GLI SVILUPPI «L’esperimento – afferma il presidente – è partito con fondi propri che stiamo impiegando in questa fase iniziale; contiamo di riuscire a beneficiare al più presto del nuovo piano di sviluppo rurale che prevede anche una sottomisura specifica per l’ammodernamento di impianti di segagione esistenti. Attualmente contiamo sulla professionalità e grande competenza di un solo addetto che ben conosce l’impianto e le sue esigenze manutentive, ma è altrettanto qualificato anche per quanto riguarda la selezione del legname e la scelta della lavorazione più appropriata». L’idea sarebbe quella di riuscire ad affiancargli qualcuno, magari con un giovane da formare. «Va da sé – evidenzia Soravia Gnocco – che la struttura non è sufficiente: produrrà semilavorati in quantità, segare è l’aspetto più facile dell’intero ciclo di valorizzazione, serve anche un buon partner (o più di uno) commerciale che sappia piazzare i lavorati in un mercato dove la concorrenza è notoriamente spietata, in particolare quella proveniente da oltre confine. Crediamo in questo progetto e confidiamo in un riscontro anche da parte del territorio. Per questo siamo operativi e seghiamo anche su ordinazione oltre a vendere tavole, morali, travatura, listelli».

L’INVERSIONE DEL TREND Insomma un notevole cambio di tendenza, che permetterà di lavorare anche gli schianti di Vaia, ottimizzando il patrimonio boschivo. Larice, abete rosso e bianco sono le tre tipologie di legno più frequentemente usate, di cui la Val Visdende ne è preziosamente ricca. A questo le Regole possono quindi tornare a guardare, con vantaggi per l’intero comprensorio. «Valorizziamo il nostro legname lavorandolo sul posto – conclude il caporegola – puntando sulla qualità e non sulla quantità». L’obiettivo è cogliere il momento favorevole, dettato dalla mancanza globale delle materie prime e dall’impennata dei loro costi. «Non trovando materie prime, è sicuramente un momento favorevole – commenta Claudia Scarzanella, presidente di Confartigianato –. Dobbiamo lavorare affinché questa situazione di consumo massiccio e della filiera corta si stabilizzino nel tempo. Da parte nostra c’è la massima disponibilità a lavorare ad un progetto che possa portare ad un interesse oltre all’emergenza»

Ultimo aggiornamento: 11:44 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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