Rifiuto del vaccino AstraZeneca a Belluno ci serve per le seconde dosi

Giovedì 13 Maggio 2021 di Davide Piol
La sanità bellunese disponibile a prendere gli esuberi di dosi AstraZeneca

BELLUNO - La proposta del Dipartimento di Prevenzione suona più o meno in questo modo: «Dosi di AstraZeneca inutilizzate? Datele a noi». La questione è sul tavolo delle Regioni da qualche giorno. È stato il Piemonte, per primo, a farsi avanti per partite inutilizzate di AstraZeneca anche al di fuori dei confini nazionali (dopo la decisione della Danimarca di sospendere in toto il vaccino anglo-svedese). Al momento non c’è nessuna conferma sull’eventualità che al Veneto possano arrivare dosi lasciate libere da altre Regioni. «Ieri (martedì, ndr) ero in riunione - ha sottolineato il governatore Luca Zaia nella diretta di ieri mattina - Il commissario Figliuolo dice il vero.

Il discorso che si è fatto era di verificare i magazzini, e se c’è un modo di riequilibrare. Si è parlato di Sicilia e Puglia che si sono scambiate le dosi, ma è stata una discussione di 30 secondi».


POCHI RIFIUTI
C’è però un dato da tener presente. La resistenza al vaccino di AstraZeneca, in provincia, è quasi ininfluente. Qualche unità ai drive-in. Gente che arriva, lo rifiuta e se ne va. E piccole percentuali di persone che non si presentano. Questo significa che eventuali dosi extra permetterebbero di accelerare ancora di più la campagna vaccinale e coprire una fetta più grossa di popolazione. È una decisione che deve prendere la Regione ma la disponibilità da parte dell’Ulss Dolomiti è assicurata.


LA DISPONIBILITÀ
«A noi andrebbe bene – spiega il direttore del Dipartimento di Prevenzione Sandro Cinquetti – perché abbiamo moltissime seconde dosi da fare». La maggior parte delle quali riguarda insegnanti e forze dell’ordine. Nel frattempo si continua a vaccinare anche con Pfizer, Moderna e Johnson&Johnson. Ieri l’azienda sanitaria bellunese ha superato la soglia delle 100mila dosi di vaccino anti-covid somministrate dall’inizio della campagna vaccinale. Mentre i cicli completi di immunizzazione, cioè le persone che hanno ricevuto entrambe le dosi, erano 30.610 ieri mattina. «Il risultato è frutto di un lavoro di squadra – ha sottolineato l’Ulss Dolomiti - Al grande impegno dell’azienda sanitaria nelle vaccinazioni ai drive-in si aggiunge il capillare lavoro sul territorio dei medici di medicina generale (che da soli hanno somministrato più di 12mila dosi) e, da questa settimana, il centro vaccinale di Sedico attivato al Palaskating in collaborazione con Luxottica». Ad aiutare nella campagna vaccinale anche le amministrazioni comunali, la Protezione Civile Veneto e il Volontariato. Oltre alle farmacie e ai carabinieri che aiutano soprattutto le persone anziane nella prenotazione dell’appuntamento vaccinale nel portale dell’Ulss.


LAVORO DI SQUADRA
«Continuiamo insieme e il più velocemente possibile, la campagna vaccinale per mettere in sicurezza il territorio al più presto» ha concluso l’azienda sanitaria. L’impegno dei medici di medicina generale continua anche in questi giorni. Oggi, a partire dalle 9.30, negli impianti sportivi a Pradenich (Cesiomaggiore), si svolgerà un’altra sessione di vaccinazioni anti covid per le persone con più di 60 anni residenti a Cesiomaggiore, Santa Giustina e San Gregorio nelle Alpi. Mentre sabato toccherà a Lamon. Il target è sempre lo stesso: pazienti dei medici di base locali, dottoressa Bratu e dottor Caprio, che abbiano più di 60 anni. È possibile prenotare telefonando al numero 0439-794203 dalle 9.30 alle 11. La vaccinazione avverrà all’interno della palestra delle scuole medie.


L’ORA DEI QUARANTENNI
Tra quattro giorni un ulteriore salto nella campagna vaccinale: «Da lunedì apriamo ai quarantenni e la partita è chiusa, gli altri si mettono in coda – ha dichiarato ieri mattina Zaia - Oggi ci sono 200 mila posti liberi; per i 50-59 siamo fiduciosi di chiudere sopra il 65%, di certo non aspettiamo chi non arriva. Arrivati ai quarantenni pensiamo di aprire a tutti, gli under 40 non ci hanno riempito i reparti, quindi diventa equa l’offerta a tutti. Piuttosto che pensare alla decade 30-39 forse è meglio pensare a categorie specifiche e maggiormente esposte».

Ultimo aggiornamento: 17:43 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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