L'appello di Remo, 68enne del Comelico dopo 100 giorni in terapia intensiva: «Vaccinatevi tutti»

Mercoledì 25 Agosto 2021 di Davide Piol
Remo De Mario 68enne del Comelico, dopo 100 giorni di terapia intensiva inviata a vaccinarsi
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BELLUNO - «Quando si è negativizzato, anche se era ancora grave, passavo tutti i pomeriggi in ospedale con lui, prima da sedato e poi da sveglio, aspettando che riprendesse a respirare da solo». Sandra Costan è stata accanto al marito Remo De Mario, ricoverato per covid al San Martino di Belluno, per mesi interi. Remo si è ammalato a marzo e ha trascorso 100 lunghissimi giorni in Terapia intensiva, incapace di muovere un solo muscolo del corpo. Ha lottato e, alla fine, ne è uscito vincitore. 

LE CONSEGUENZE
Ma non è ancora finita. Pur essendo negativo e ormai fuori pericolo, il covid gli ha lasciato dei segni profondi e Remo è tutt’ora ricoverato in un centro riabilitativo regionale per riprendere a camminare. «Mio figlio – confida Sandra – me l’ha detto proprio oggi: sono 163 giorni che mio marito è fuori casa». Facciamo un passo indietro. Al momento del contagio Remo non era vaccinato. La campagna era stata avviata dall’Usl da circa due mesi e, avendo 68 anni, l’imprenditore di Santo Stefano di Cadore stava aspettando il suo turno. 

LA MALATTIA
La situazione è precipitata quando all’interno dell’azienda familiare, la Costan Ennio srl, è scoppiato un focolaio. Tutti e 13 i dipendenti sono risultati positivi. Remo si è ammalato per ultimo, il 9 marzo, e in modo più grave degli altri. All’inizio qualche linea di febbre. Poi ha cominciato a stare meglio e sembrava tutto risolto. «Un giorno si è alzato – racconta Sandra – e mi ha detto: “La vita non va”. L’abbiamo portato dal medico di base che ci ha consigliato di andare al Pronto soccorso covid. Eravamo sicuri che l’avrebbero mandato a casa. Sintomi gravi non ne aveva». Remo viene tenuto in osservazione per qualche giorno. All’improvviso le sue condizioni peggiorano. I medici lo trasferiscono prima in Pneumologia, poi in Terapia intensiva. Rimarrà lì 100 giorni. 

LE VISITE
«Finché è stato positivo – continua la moglie – l’ho visto una sola volta attraverso il vetro. Poi si è negativizzato e, anche se era ancora grave, sono entrata tutti i giorni per stargli accanto. Non smetterò mai di dirlo: il personale sanitario della Terapia intensiva è stato grande. Non ho parole per definire quanto bravi e buoni siano stati. Hanno lottato con le unghie e con i denti e me l’hanno riportato in vita». Prima del covid, Remo stava bene. Nessuna patologia e nessun problema che avesse potuto portare a un aggravamento del quadro clinico. È stata questa, forse, la sua salvezza. Tuttavia, quando si è svegliato, hanno capito tutti che sarebbe stata ancora lunga. «Non poteva parlare – spiega Sandra – quindi mi scriveva le parole sulla mano. La cosa più straziante era non capire cosa volesse dirmi. Ma la testa funzionava e questo era importante. Piano piano ha ricominciato a parlare e ora si trova in un centro riabilitativo della regione». 

LA RIPRESA
L’imprenditore di Santo Stefano è in sedia a rotelle. Qualche volta si alza e fa dei passi con il girello. Tutto il resto funziona. «Dentro l’hanno aggiustato» specifica la moglie. Dal punto di vista motorio ha fatto enormi progressi ma ci vorrà del tempo per tornare come prima. «Non abbiamo idea di quando – ammette Sandra – Ma sono felice. Anche esteticamente ho ritrovato mio marito. Noi siamo convinti che dobbiamo solo aspettare e non più sperare. Sembra un gioco di parole ma la differenza è tutta qui». 

L’APPELLO
Remo è provato, certo.

Ma è vivo e vuole lanciare un appello a chi rifiuta il vaccino: «Purtroppo a marzo ho contratto il covid-19 e dopo cento giorni di Terapia intensiva mi sono reso conto che non muovevo nessun muscolo del mio corpo e il pensiero principale è andato ai miei cari. Dunque, vaccinatevi. Se non volete farlo per voi fatelo per i vostri cari. Io purtroppo sono ancora in ospedale». 

Ultimo aggiornamento: 17:44 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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