Turisti imitano gli influencer, risultato? Sul ghiacciaio in infradito e gite improvvisate: da inizio anno 7800 soccorsi

Selenati: "Una famiglia con bimbi piccoli stremata su un percorso di sei ore"

Sabato 5 Agosto 2023 di Simone Tramontin
Turisti imitano gli influencer, risultato? Sul ghiacciaio in infradito e gite improvvisate: da inizio anno 7800 soccorsi

BELLUNO - Sprovveduti in costante aumento. Cresce l'informazione, non calano le chiamate al 118: sono ancora troppi gli "improvvisati della montagna", nonostante i consigli ribaditi più e più volte.

Così gli elicotteri del Suem sono sempre pronti a decollare, esattamente come è successo ieri mattina, attorno a mezzogiorno, proprio mentre era in corso, nella sede Ulss presso l'aeroporto di Belluno, a pochi passi dalla pista di decollo, la conferenza di presentazione dei dati sugli interventi effettuati nell'ultimo mese.


GLI ESPERTI IGNORATI
I numeri snocciolati dagli addetti ai lavori sono preoccupanti: in soli sei mesi, da gennaio, già 7mila 800 le missioni affidate all'elisoccorso (15mila il totale degli anni precedenti). Il punto è che servirebbe andare in soccorso del buon senso, come prima cosa. Fatto già di per sè difficile, ma reso ancora più complicato nell'era del digitale, dove alla cultura della sicurezza, quella proposta dagli esperti, si sta contrapponendo ormai sempre di più la controcultura della stupidità, quella di certi "signor nessuno" che impazzano sui social e che propongono ai giovani sfide estreme e avventure pericolose. L'elisoccorso non ha tregua. La coppia di "Falchi" viaggia su una media di 4 voli al giorno (minimo 3, 5 nei giorni peggiori). Dal 20 luglio, quando ha preso servizio anche Falco 2, gli interventi sono stati 58: 32 missioni affidate a Falco 1, 26 a Falco 2. Le uscite sono spesso in contemporanea, circostanza che consente di non dover ricorrere a elicotteri provenienti da altre province.


DUE "FALCHI" NON BASTANO
E, infatti, nell'ultimo mese, sono stati solo 3 i casi di intervento di elicotteri esterni: per un trasporto tra Feltre e Treviso, oltre a 2 voli notturni in parete, una tipologia d'intervento ancora da implementare nel servizio bellunese. La prudenza non è mai troppa. Ma i dati dicono che il rischio è ancora troppo sottovalutato. Delle 651 persone soccorse, per quasi un terzo (184) si tratta di intervento a seguito di una caduta, per 95 casi la causa è stata l'incapacità a proseguire, mentre 72 sono stati colti da malore. Tra le altre situazioni tipiche (50 persone circa), la perdita dell'orientamento, lo scivolamento. E una certa quota l'ha giocata anche l'impreparazione e dalla scarsa programmazione: chi è stato colto dal maltempo (18), chi si è attardato lungo il percorso (18), chi è risultato stremato (13).


CAMPIONARIO DELLE ASSURDITÀ
Anche le attività svolte dai malcapitati ricadono in categorie standard: l'escursionismo resta l'attività principale (288 soccorsi, il 44 percento), seguito dallo sci (77) e dalle ferrate (43). Per i soccorritori, si tratta di un campionario ormai collaudato di situazioni assurde. Così Rodolfo Selenati, del Soccorso alpino, nel ricapitolare i dati: «Partiamo dall'improvvisazione di gite non pianificate, a volte nemmeno minimamente. Mi è capitato di soccorrere una famiglia, genitori con due bambini piccoli, che avevano intrapreso un percorso in montagna per il quale si impiegano 6 ore; partiti alle 11 di mattina, una calura estrema, senza avere con sé nemmeno da bere. Quando vedi queste situazioni rimani stupefatto. Eppure, accadono.


LE SFIDE ESTREME
Ma altri casi assurdi non mancano, quanto a varietà; tra i primi, l'abbigliamento inadeguato degli escursionisti: sul ghiacciaio in infradito». Ma, non bastasse già l'imprudenza di molti, i tempi moderni riescono a offrire di più: sfide estreme veicolate attraverso i social, che raggiungono molti giovani. Oltre all'impreparazione, l'emulazione: «I social stanno cambiando il modo di andare in montagna e sempre più persone emulano stili pericolosi - conclude Selenati -. L'invito è di attenersi alla realtà. E se una persona non è in grado di affrontare la montagna o ha delle difficoltà, si rivolga alle guide alpine, al Cai, alle scuole alpinistiche che possono dare preparazione. Non improvvisiamoci. La montagna è pericolosa».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci