Truffa all'amante: si finge innamorato e riesce a farsi regalare 3mila euro

Venerdì 11 Settembre 2020 di Davide Piol
Truffa all'amante: si finge innamorato e riesce a farsi regalare 3mila euro
SEDICO - Si finse innamorato e riuscì a farsi consegnare dalla vittima quasi tremila euro in contanti. Moreno De Gan, 51enne, pluripregiudicato di Feltre, ieri è stato rinviato a giudizio dal gup, in Tribunale di Belluno. L'accusa è di truffa aggravata nonostante la donna, 64enne residente a Sedico, sia stata dichiarata invalida civile al 60% e affetta da depressione ricorrente e disturbo bipolare di livello medio-lieve.

Nell'udienza che si è tenuta ieri l'avvocato Stefano Bettiol si è costituito parte civile per la donna, affinché vengano risarciti i danni che lei ha patito. Moreno De Gan era rappresentato d'ufficio dall'avvocato Liuba D'Agostini di Feltre. È stata la perizia del dottor Tullio Franceschini, chiesta dal pubblico ministero ed eseguita durante le indagini preliminari, a escludere la possibilità che si fosse trattato di una circonvenzione d'incapace. Tolte alcune patologie, la donna ha dimostrato di possedere un'intelligenza normale e quindi la Procura di Belluno ha contestato unicamente il reato di truffa aggravata che è punito con la reclusione da uno a cinque anni e con una multa fino a 1.549 euro.

MOLTI PRECEDENTI
La storia d'amore tra imputato e vittima, cercata e inventata da lui, ma sognata e voluta da lei, cominciò il 26 giugno di due anni fa in una cooperativa locale in cui entrambi lavoravano. In quel periodo De Gan avrebbe iniziato una corte spietata nei confronti della donna tradotta in numerosi messaggi e dichiarazioni amorose che non lasciavano spazio a fraintendimenti: «Mi piaci tantissimo», «Sei la donna della mia vita», «Sono molto fortunato ad avere te». Frasi che fecero breccia nel cuore di lei e che la convinsero, forse a causa anche dei suoi problemi personali, a iniziare una storia d'amore che si dimostrò ben presto a senso unico. Un giorno De Gan le avrebbe scritto addirittura che si stava dando da fare per «trovare un appartamento vicino a Sedico (e quindi alla donna, ndr) per iniziare con lei una convivenza».

LA CORTE SPIETATA
Guadagnata la sua fiducia, si fece strada quello che la Procura di Belluno ha individuato come il vero obiettivo della relazione: ossia ottenere denaro dalla donna. E lei ci cascò in pieno arrivando a consegnargli, in diverse tranche, quasi 2.700 euro in contanti. I motivi che avrebbe inventato Moreno De Gan per farsi dare i soldi erano i più vari. Un giorno gli servivano «per la benzina». Un altro «per versare la caparra dell'appartamento dove si sarebbe trasferito». Un altro ancora «per pagare la bolletta del gas». E lui, naturalmente, era sempre al verde. La donna, intenerita, gli consegnò tutto il denaro richiesto ma, non avendo abbastanza liquidi, dovette chiedere un prestito alla zia. La situazione precipitò ad agosto, dopo circa due mesi di relazione. Qualcuno disse alla 64enne di Sedico che il suo presunto fidanzato si sarebbe sposato a ottobre dello stesso anno con una donna di Feltre (cosa che poi accadde davvero). E tutte le certezze della donna cominciarono a crollare finché non decise di rivolgersi direttamente alle forze dell'ordine e denunciarlo. 

IL PENTIMENTO
Quando, qualche mese fa, è iniziato l'iter giudiziario Moreno De Gan, su indicazione del suo legale di allora Luciano Licini, ha inviato una lettera di scuse alla donna ma non le ha mai restituito neanche un centesimo. Il processo si aprirà il 21 gennaio con l'udienza filtro e poi, a seguire, comincerà il dibattimento in cui si cercherà di capire cosa sia realmente accaduto e dove Mario De Gan darà la sua versione dei fatti. 
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