Inaugura il ristorante dopo 20 anni di chiusura, ma il giorno dopo deve abbassare la serranda: la rabbia dell'imprenditore

Mercoledì 13 Gennaio 2021 di Alessia Trentin
Ristorante appena inaugurato deve chiudere il giorno dopo
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BELLUNO Inaugura il giovedì, chiude il venerdì. «E’ una beffa» sbotta Alfonso Amendola nuovo titolare del ristorante Al Sasso. Il noto locale del centro storico dopo una chiusura durata oltre 10 anni aveva trovato un nuovo proprietario che, con coraggio, ne aveva assunto le redini nel pieno della pandemia. Ma è durato poco: aperto giovedì 7, il locale ha dovuto richiudere venerdì 8 per effetto delle ultime disposizioni del Governo. L’imprenditore, già titolare dello storico Caffè Manin di piazza dei Martiri, oggi è abbattuto e se ne è tornato in Sicilia in attesa di tempi migliori. «Non appena sarà possibile – dichiara – riaprirò, anche solo per il pranzo».
E’ stato impavido ad aprire una nuova attività in un momento come questo, cosa l’ha spinta ad inaugurare? 
«Erano giorni che aspettavamo, alla fine ci siamo decisi di aprire per la prima volta giovedì 8 gennaio.

Sapevamo che c’era la finestra di giovedì e venerdì, lo stop di sabato 10 e domenica 11 non ci spaventava perché pensavamo che poi da lunedì avremmo potuto continuare a lavorare, almeno a pranzo invece non è andata così. Avevamo acquistato la merce, speravamo di salvare il salvabile».


Qual è stata la prima impressione dalla città? 
«Giovedì abbiamo avuto due clienti, ma d’altra parte non abbiamo potuto fare pubblicità e potevamo contare solo sul passaggio. Venerdì invece era andata bene, quindici persone, eravamo davvero contenti. L’inizio, insomma, lasciava ben sperare e io ero davvero fiducioso».


Adesso cosa pensa di fare?
«Me ne sono tornato in Sicilia, mi deprimevo a stare qui a guardare dalle vetrine del Manin la piazza vuota, qui a casa ho il giardino e i miei nipoti. Sa cosa incassiamo con i caffè da asporto? 160 euro al giorno, nemmeno la luce paghiamo. Abbiamo 8 mila euro di affitto e 15 dipendenti, al Manin. Le bollette della luce si aggirano sui 5 mila euro. Adesso ho messo i ragazzi in cassa integrazione. Sono deluso e stressato, mia figlia Ingrid è rimasta al bar ma piange ed è triste. Il bar resta aperto, se sarà possibile, mentre per il Sasso attendiamo novità dal Governo per capire quando poterlo riaprire. La situazione è grave, siamo in difficoltà e la nostra banca non ci vuole aiutare».


Adesso non resta che sperare in una buona estate, con un bel passaggio di turisti. Ha idee? 
«Devo prima capire se riusciremo a sopravvivere. Se sì riapriremo anche solo a pranzo, se sarà possibile, con una cucina di carne e pesce gourmet che molto si avvicina alle proposte dei ristoranti stellati».
Com’è il nuovo Sasso dentro? E’ intervenuto con un restyling? «Ho apportato solo piccole modifiche per ora, il locale è già molto bello dentro. Si continuerà a chiamare Al Sasso. Domani (oggi per chi legge ndr) tornerà l’Usl, se mi chiedono interventi io però dirò che in questo momento non li posso effettuare».


Cosa l’ha spinta ad investire qui a Belluno, dalla Sicilia? 
«I miei figli sono concessionari per l’Italia per la Segafredo. Ed era stato il marchio, nel 2019, a proporci il Manin. Mia figlia Ingrid è molto giovane ma subito aveva voluto buttarsi in questa avventura. Oggi però piange e siamo tutti in difficoltà. Non abbiamo ricevuto fondi se non 2 mila euro, le pare possibile?».

Ultimo aggiornamento: 08:22 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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