Il rifugio Nuvolau compie 140 anni: «Quassù una vita di fatiche e sacrifici»

Lunedì 19 Giugno 2023 di Marco Dibona
La festa al Nuvolau

CORTINA D'AMPEZZO - «Gestire un rifugio non è da tutti. Comporta una vita fatta di fatiche e sacrifici», ha detto Renato Frigo, presidente per il Veneto del Club alpino italiano, intervenuto alla festa che la sezione di Cortina d’Ampezzo del sodalizio ha organizzato per i 140 anni trascorsi dall’apertura del rifugio Nuvolau. Sulla cima del monte, a 2.575metri, sono saliti in tanti. Fra tutti, ci sono stati anche i soci Cai, una ventina, che sono partiti alle 7 dalla piazza, sotto il campanile, per arrivare lassù a piedi. Seguendo talora itinerari diversi, hanno percorso strade e sentieri nel bosco, poi fra le rocce, come si faceva un tempo, all’epoca dei pionieri del turismo, in quella estate del 1893, quando fu inaugurato il primo rifugio alpino in Ampezzo, uno dei primi delle Dolomiti.

La storia di questa struttura è stata narrata da Ernesto Majoni e Roberto Vecellio, nel libro che è stato presentato proprio lassù, in cima, nella giornata di festa di ieri.

Lo stesso Vecellio, 38 anni nel direttivo Cai, a lungo impegnato nelle opere di cura e manutenzione dei tre rifugi di proprietà della sezione, ha ricordato diversi gustosi aneddoti ed episodi, vissuti dai gestori che si sono susseguiti nel rifugio, inseriti in una caleidoscopica comunità, fatta di valligiani e villeggianti, di compaesani e di turisti. In paerticolare è stato sottolineato l’impegno di Mansueto Siorpaes e Jo Anne Jorovski, che hanno lavorato e vissuto sul Nuvolau per 47 anni di fila. Oggi la gestione è affidata alla giovane Emma Menardi, coadiuvata dalla sua allegra e dinamica famiglia, da tanti collaboratori: «Ci sono tante mani e tante teste che lavorano quassù – ha detto Emma – e lo facciamo per ricordare a tutti quali sono le cose importanti nella vita. Chi arriva qui dovrebbe soltanto guardarsi attorno, gioire di questa meraviglia, essere felice e lasciare i pensieri a valle». Luigi Alverà, presidente della sezione Cai di Cortina, ha tratteggiato la storia del rifugio e la sua attualità: «Per noi del Cai è una fortuna avere gestori efficienti, che si occupano delle nostre strutture: sono donne e uomini che vogliono lavorare e vivere in montagna».

Ha celebrato la messa il salesiano don Paolo Pontoni, salito appositamente da Mestre. Una nota di festa in più è venuta dall’esibizione del Corpo musicale di Cortina, che ha portato in vetta strumenti e abiti della festa della tradizione ladina ampezzana. Il breve concerto, prima dal poggiolo del rifugio, con le note che vagavano lontano, poi sulle rocce della montagna, è stato apprezzato dai numerosi escursionisti, che ormai affollano le Dolomiti Ampezzane, in questo entusiasmante avvio della stagione estiva.

Ultimo aggiornamento: 17:13 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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