Elena e gli altri giovani che gestiscono i rifugi sulle Dolomiti: «Ecco perché abbiamo deciso di vivere nella natura»

Giovedì 4 Maggio 2023 di Angela Pederiva
Elena e gli altri giovani che gestiscono i rifugi sulle Dolomiti: «Ecco perché abbiamo deciso di vivere nella natura»

BELLUNO - Sulle Dolomiti è il tempo dei millennial (e post-millennial).

Giovani giramondo che hanno deciso di mettere radici sulle montagne del Nordest, ma anche ventenni o trentenni che hanno scelto di rinunciare al posto fisso in pianura per vivere al ritmo delle stagioni in alta quota. L'ultima in ordine di tempo è Elena Bergamin, il cui cognome svela l'origine veneziana della famiglia, anche se la 25enne è cresciuta a Varese e studia a Milano: sarà lei a portare avanti il rifugio "Sasso Bianco" a San Tomaso Agordino, così come al "Nuvolau" di Cortina d'Ampezzo c'è la 29enne Emma Menardi, al "Settimo Alpini" di Belluno ci sono la 29enne Chiara Dall'Armi e il 31enne Fabrizio Gaspari, al "Chiggiato" di Calalzo di Cadore la 27enne Sara Laguna e il 33enne Silvio Piazza, al "Sora l Sass - Angelini" di Forno di Zoldo la 30enne Michela Belloni e il 32enne Andrea Borotto, al "Giaf" di Forni di Sopra il 38enne Tommaso Lizzi, al "2000" di Sappada il 22enne Davide Caviglia... «Ho voluto mettere in pausa la mia vita per rimanere qui un'estate, anche se nel mio cuore sento già che sarà impossibile farne una sola», rivela la neo-imprenditrice, rimasta folgorata dal Civetta durante un'escursione da turista.


DALLA CITTÀ
Un anno dopo quella gita, Elena Bergamin è tornata al "Sasso Bianco" con tutta la famiglia. «Era il 2018 racconta e da allora ci ho sempre lavorato per la stagione estiva. Tutti mi dicevano che ero una ragazza di città, il che era assolutamente vero, ma pian piano ho imparato i tempi e i modi della montagna: svegliarsi e addormentarsi presto, stare in mezzo al niente quando non c'è gente, vivere in sintonia con la natura. Luciana e Michele (i coniugi De Val, proprietari della struttura e gestori da trent'anni, ndr.) sono stati il mio ponte con la comunità locale: si sono affezionati a me e si sono fidati di me, io ho cercato di ricambiare la loro stima con tutta la mia buona volontà. Così quando mi hanno detto che volevano riposarsi, e ho capito che il rifugio rischiava di rimanere chiuso, mi sono chiesta: perché privare le persone di un posto così bello? A quel punto ho deciso di fare il salto, visto che fin da quando ero bambina e i miei nonni ci portavano tutti in vacanza sulle Dolomiti, fra queste montagne mi sono sempre sentita a casa. Non a caso quando sono rientrata da un periodo di studi in Corea del Sud, nel luglio scorso, la prima cosa che ho fatto è stata salire quassù».


MOLLA
Il ritorno fra le vette del Nordest, dopo essere andati alla scoperta dei continenti, è un tratto comune anche ad altri giovani rifugisti. Emma Menardi ha vissuto fra l'Europa e l'Asia, l'Oceania e l'America, prima di aggiudicarsi la gestione del "Nuvolau", dove dal 9 giugno inizierà la sua terza stagione: «Il mio sogno era tornare in questo posto fuori dal mondo». Tommaso Lizzi ha lavorato nei punti più disparati del globo, dal Canada alla Nuova Zelanda, dopodiché è rientrato nella sua Carnia per condurre il "Giaf" avvolto dall'enrosadira: «Un fenomeno da togliere il fiato ogni volta», ha confidato a "Dolomiti da sogno". Per altri loro colleghi, invece, la molla è stata l'opportunità di cambiare vita rispetto a un destino segnato in ufficio o in azienda. Chiara Dall'Armi e Fabrizio Gaspari hanno messo almeno temporaneamente da parte la professione di ingegneri per accettare la sfida del "Settimo Alpini" nel Parco delle Dolomiti Bellunesi. Sara Laguna lavorava in uno studio dentistico e Silvio Piazza faceva il fabbro, ma in questo fine settimana torneranno ad aprire il "Chiggiato" sulle Marmarole. Adesso che sono al "Sora l Sass - Angelini" in Val Zoldana, Michela Belloni e Andrea Borotto si definiscono rispettivamente «l'artista dei dolci» e «il commercialista dei fornelli». Elena Bergamin condivide il loro stesso entusiasmo, ora che insieme all'amico cuoco Alessandro Canale si prepara all'apertura del "Sasso Bianco" il 1° luglio. «In questo momento spiega sto lavorando a un piano di comunicazione sui social e all'organizzazione degli eventi, come visite guidate, attività con i bambini, yoga sul prato. Dopo l'estate darà la tesi in Design e poi vedrà cosa fare. Ma ho già pensato che potrei stare sei mesi in città a lavorare come consulente e sei mesi in montagna a gestire il rifugio...».

 

Ultimo aggiornamento: 17:01 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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