Colle ricorda il centenario della tripartizione del popolo ladino. Agostini: «Vogliamo l'unità, ma le nostre esigenze vengono ignorate»

Sottolineata da Paola Agostini (Ladin da Col) e da Elsa Zardini (Ampezzo) l'indifferenza dei diversi enti pubblici

Lunedì 14 Agosto 2023 di Raffaella Gabrieli
Colle ricorda il centenario della tripartizione del popolo ladino. Agostini: «Vogliamo l'unità, ma le nostre esigenze vengono ignorate»

COLLE SANTA LUCIA - A distanza di cento anni dalla tripartizione del popolo ladino in tre province italiane - Belluno, Bolzano e Trento - Colle Santa Lucia ricorda. E lo fa inaugurando un monumento all'insegna dell'unità etnica e linguistica. Le lance in legno rivolte verso l'alto, provenienti dallo stesso larice, rappresentano la forza delle radici comuni e il legame identitario, storico e culturale che unisce le cinque valli del Sella. «Confidiamo - ha sottolineato l'assessore alla cultura Maurizio Troi - nella futura riunificazione».

Il taglio del nastro si è svolto sabato pomeriggio di fronte a molti cittadini e ad ancor più turisti.

LA SITUAZIONE

Il monumento è stato realizzato in occasione del centenario della tripartizione politica e amministrativa delle cinque valli ladine nelle province di Belluno (Colle Santa Lucia, Ampezzo e Livinallongo), Bolzano (Gardena e Val Badia) e Trento (Val di Fassa). Le cinque lance in legno di larice simboleggiano le altrettante valli ladine: esse si uniscono simbolicamente nello stesso masso di roccia dolomitica, che è la loro terra, e sono state scolpite nello stesso legno, segno delle radici comuni di tutti i ladini del Tirolo storico. La lancia intermedia (Val di Fassa) e le due più piccole (Fodom, Colle e Ampezzo) simboleggiano i destini politici differenti subiti da queste tre valli. Le punte delle lance convergono verso il medesimo punto di incontro.

DAL COMUNE DI COLLE

«Un ringraziamento particolare - ha sottolineato l'assessore Troi - va ad Alfonso Pezzei che ci ha aiutato nella realizzazione di questo monumento. E poi un grazie va al Comune di Colle Santa Lucia, all'Union dei ladign da Col e all'Istitut cultural ladin Cesa de Jan. Questo monumento è stato ripreso da quello inaugurato sette anni fa al passo Sella. Il 21 gennaio 1923 un decreto voluto dal Governo fascista separava il distretto giudiziario di Ampezzo, che comprendeva i territori di Colle Santa Lucia e Livinallongo, dal Tirolo Cisalpino, passato in seguito al trattato di Saint Germain del 1919 sotto il controllo del Regno d'Italia, spezzando il plurisecolare legame che univa le valli ladine del Sella, in primo luogo fra loro e di conseguenza al Tirolo. Credo che oggi questo monumento in un paese come Colle assuma un significato importante. In un momento storico dove la globalizzazione mette a rischio la sopravvivenza delle minoranze, questo vuole essere un messaggio identitario, non rivolto soltanto verso l'interno ma soprattutto verso l'esterno, verso chi visita questo paese e verso chi vuole inglobare questi luoghi in una narrazione e una mercificazione culturale che non ci appartiene. Questo non è un monumento alla memoria : il masso di dolomia rappresenta la forza delle radici comuni, il forte legame identitario, storico e culturale che unisce le cinque valli ladine del Sella».

LE VOCI

«C'è poco da girarci attorno - ha sottolineato Paola Agostini, a nome del presidente dell'Union dei ladin da Col Carlo Agostini - siamo quelli che patiscono di più in termini di tutele: il Veneto e lo Stato italiano ignorano le nostre peculiarità identitarie e linguistiche. I nostri diritti, invece, andrebbero rispettati». Dal canto suo Elsa Zardini, presidente dell'Istituto cultural ladin "Cesa de Jan", ha ricordato come «abbiamo sempre avuto tutti contro: Provincia, Regione, Stato. Ma la nostra forte volontà di essere uniti in qualche modo è riuscita a vincere ed è così che l'Istitut "Cesa de Jan" oggi continua a portare avanti la propria missione di tutela della minoranza ladina». Dopo il taglio del nastro del monumento la stessa Elsa Zardini, assieme a Giulia Tasser e Milly Crepaz, in una sorta di rappresentazione teatrale hanno raccontato il significato dell'essere ladini.

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