BELLUNO - «Una brava persona, un amico». Non ha una spiegazione la morte di Giovanni Zagonel, il 71enne ritrovato cadavere venerdì mattina nelle acque del Piave, all'altezza di Marisiga, per gli amici che erano rimasti sempre in contatto con lui. Lo descrivono come uno sportivo, una persona buona, che non beveva e non fumava. Originario di Tonadico, comune in Provincia di Trento, da tanti anni si era allontanato da casa e viveva a Belluno, dove si era trasferito per lavoro. Qui aveva le sue amicizie e in Primiero ormai non tornava da tempo.
Lì è stato ritrovato venerdì mattina da un passante che ha visto il cadavere. Giovanni Zagonel non aveva documenti o effetti che aiutassero a dargli un'identità. Solo nelle ore successive, ricomponendo i tasselli del puzzle, i carabinieri sono riusciti a dare un nome all'uomo e a quella salma che era stata trasferita come persona ignota all'obitorio dell'ospedale San Martino di Belluno. Il corpo si trova lì a disposizione della magistratura. Si procederà all'autopsia, ma sarà un accertamento interno all'azienda sanitaria Ulss non è disposta dall'autorità giudiziaria: insomma un riscontro diagnostico che potrebbe fugare i dubbi relativi alla morte dell'uomo e non un'autopsia giudiziaria.
Le indagini dei carabinieri sulla morte del 71enne propendono per il gesto volontario o per l'ipotesi dell'incidente. Ma è stata esclusa fin dall'inizio la responsabilità di terzi.