CORTINA D'AMPEZZO (BELLUNO) - Un acquerello di Giulio Siorpaes orna molte case di Cortina d’Ampezzo, di valligiani e di ospiti. Per decenni è stato infaticabile, nel riprodurre scorci della conca, cime delle Dolomiti, case delle contrade rustiche, spesso viste dalla sua abitazione di Mortisa, nei prati che digradano dalla Tofana. Ieri è mancato, a 94 anni, al termine di una vita densa. Nato nel 1929, quarto di dieci fratelli, interrompe le scuole elementari per andare in Austria, con la famiglia, che opta per la Germania hitleriana. Finisce ad Hallein, vicino a Salisburgo. Studia prima in un collegio, dove lo affascina il corso di pittura dal vero, che lo coinvolge al punto da vincere il primo premio in una esposizione collettiva.
ISPIRAZIONE
La sua fonte di ispirazione continua a essere il paesaggio che lo circonda, il Becco di Mezzodì che chiude la valle verso sud, la Croda da Lago, i pinnacoli delle Cinque Torri, la maestosità di Tofana, Cristallo, Antelao. Usa la tecnica formata sin da piccolo, l’occhio del fotografo, il sentimento dell’ampezzano che ha ritrovato la sua terra, quando credeva di averla perduta. Riporta con minuzia di dettaglio le suggestioni della natura, ama molto la neve, nelle diverse ore del giorno e della notte, segnata da colpi di luce e di ombra. Nel 2002 la sua personale diventa luogo di incontro della comunità, di conversazione e riflessione. L’ultima esposizione è del 2014, al museo d’arte moderna Mario Rimoldi delle Regole d’Ampezzo, nelle sale che accolgono centinaia di capolavori dei maggiori artisti italiani di inizio Novecento. La intitola ”Quellocheamo” e si intrattiene ogni giorno a parlare con la gente. Le stesse persone che lo saluteranno lunedì, nella chiesa parrocchiale.
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