Migranti, a Belluno nuovi arrivi: ipotesi di accoglienza in edifici e scuole da ristrutturare

Gli arrivi continuano e anche ieri nuovi profughi in provincia. Così Palazzo Rosso prepara il piano di accoglienza straordinario

Sabato 19 Agosto 2023 di Yvonne Toscani
Migranti, a Belluno nuovi arrivi: ipotesi di accoglienza in edifici e scuole da ristrutturare

BELLUNO - Il Comune di Belluno sta valutando di adeguare gli immobili di proprietà di Palazzo Rosso per ospitare i migranti.

La proposta arriverà anche sul tavolo della Prefettura, con l'auspicio di trovare la quadra sui finanziamenti. Il cammino intrapreso è quello avviato dalla Provincia, che ha già messo a disposizione degli stabili. «Ci stiamo muovendo afferma il sindaco, Oscar De Pellegrin . Il problema, però, è il ripristino di questi edifici dismessi, come le scuole o altri ambienti comunali. Adesso stiamo verificando se esistano i margini per un sostegno finanziario per sistemarli». Già mezza provincia sta accogliendo i migranti. Sono infatti 31 i Comuni che si sono resi disponibili all'accoglienza, gestita dalla Prefettura che decide e dà indicazioni.


I NUMERI
Le persone accolte direttamente dal Comune di Belluno sono poco meno di un centinaio. Ai 47 profughi ucraini, ospitati prima all'ex caserma dei vigili del fuoco e poi all'asilo Cairoli ed alcuni alla parrocchia di San Gervasio, si aggiungono i circa 15 affidati ad una cooperativa ed ospitati al Ceis e i 18 del Sai. «Abbiamo chiesto di ampliare il numero del Sistema di accoglienza e integrazione portandolo a 28 spiega Marco Dal Pont, assessore al sociale . Siamo grati al grande aiuto che ci viene dal Ceis. I numeri confermano la nostra vista accogliente. La Prefettura gestisce direttamente l'accoglienza con le cooperative e i Cas, cioè i Centri di accoglienza straordinaria. Quando questi, però, sono saturi, chiede la disponibilità ai Comuni e alla Caritas. L'importante è arrivare ad un percorso lavorativo e a norme più snelle». L'assessore conferma la valutazione in corso sul recupero dei fabbricati. «Non tutti sono idonei ad un recupero semplice continua Marco Dal Pont che, nello stesso tempo, possa rendere, un domani, l'immobile utilizzabile per altro. Non rientrano, quindi, gli edifici che richiederebbero interventi importanti e strutturali». Il Comune starebbe guardando con particolare interesse a Villa Gradenigo di Cavarzano, che però va ristrutturata.


I CENTRI CAS
«È tutta un'emergenza non nuova né nata oggi afferma Sindi Manushi, sindaco di Pieve . Il Cas di Tai, aperto alla fine di luglio, è già saturo. Potrebbe ospitare 50 migranti, ma le difficoltà di organico della cooperativa che lo gestisce hanno ridotto la capienza a 35. Ogni giorno qualcuno se ne va, verso le grandi città, la Germania, la Svezia e qualcun altro arriva». Al Cas di Lamon, allestito nel convento delle Suore di Maria Bambina, sono ospitati cinque egiziani, un eritreo e un siriano. «Su indicazione dei vigili del fuoco di Belluno e della Prefettura racconta il sindaco, Loris Maccagnan per motivi di sicurezza, legati in particolare alle vie di fuga, potranno essere accolte ancora soltanto otto persone. Siamo quindi in attesa di altri arrivi».


I VOLONTARI
«L'emergenza migranti è da mesi sotto gli occhi di tutti affermano alla Croce Rossa e da mesi i volontari del Comitato di Belluno collaborano con la Prefettura per l'accoglienza in provincia. Negli ultimi mesi, ad arrivare ai primi di agosto, abbiamo trasportato 165 persone, percorso 12.517 chilometri, impiegato 122 volontari. Da sempre e per sempre, al fianco dei più vulnerabili». E sempre impegnata nell'aiuto e nell'accoglienza è la Caritas diocesana, coordinata da Francesco D'Alfonso, in prima linea nei corridoi umanitari, miranti a portar fuori da Paesi con standard di tutela dei diritti molto carenti persone esposte a rischi di discriminazione o persecuzione. «L'iniziativa spiega il direttore D'Alfonso è stata presa dalla Cei in collaborazione con le autorità di governo. I corridoi umanitari sono un tipo di accoglienza solidale, che impegna una Caritas ad accompagnare le persone per circa un anno, un anno e mezzo, verso l'integrazione e l'inclusione sociale». Al progetto collabora anche il Centro italiano di solidarietà di Belluno.

Ultimo aggiornamento: 20 Agosto, 10:36 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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