Il lupo cattivo? Ecco il conto delle loro vittime in 150 anni, le mucche invece...

Mercoledì 27 Febbraio 2019 di Daniela De Donà
Il lupo cattivo? Ecco il conto delle loro vittime in 150 anni, le mucche invece...
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BELLUNO - Non sono dei peluche. Ma nemmeno vanno temuti come se fossero belve. Lupi ed orsi, a detta degli esperti, sono meno pericolosi di animali per cui non c'è fobia. Sulle Alpi 110 persone all'anno vengono attaccate da mucche con vitello o da cavalle con puledro. E i morti ci scappano. Negli ultimi 150 anni, in Europa, quante persone, invece, sono state attaccate da un lupo? Zero.

ASSOSTAMPA Altra faccia della medaglia quella che tocca l'allevamento e l'agricoltura di montagna: oggi il bosco si è mangiato i pascoli, facendo tornare cinghiali e cervi. E il lupo. Ieri, su iniziativa di Assostampa Belluno presieduta da Ilario Tancon, in sala Affreschi della Provincia si è parlato di grandi carnivori. A snocciolare informazioni sono stati Paolo Molinari, ricercatore faunistico, Sonia Calderola, funzionario della Regione Veneto, Christian Losso, della Polizia provinciale, e Mimmo Vita, capo ufficio stampa di Veneto Agricoltura, che ha ricordato i danni della tempesta Vaia sulla foresta di Malgonera: 70% della superficie distrutta. Dopo i saluti del presidente della Provincia, Roberto Padrin, è stato Franco De Bon, nella veste di consigliere provinciale con delega a caccia e pesca, a lanciare la prima provocatoria riflessione: «La società si rapporta alla fauna selvatica non per esperienza diretta, ma per le immagini dei cartoni animati». Come non pensare a Bambi o Winnie the Pooh?

FALSI AVVISTAMENTI Poca conoscenza scientifica ed ecologica può portare all'errore. «C'è chi afferma con sicurezza di aver visto un lupo mentre si tratta solo di un cane senza padrone. Per lo più si tratta di cane lupo cecoslovacco», afferma Losso, ricordando che i sicuri avvistamenti, che hanno riguardato la provincia di Belluno, sono avvenuti in Visentin, zona Grappa, area Gosaldo. Ecco il motivo di delineare le caratteristiche del lupo: «Coda corta e sempre nera, bande nere sugli arti inferiori, orecchie molto pelose all'interno, testa massiccia». Inoltre è diffidente, di giorno sonnecchia. Nessun timore se lo si dovesse incontrare durante una passeggiata: «Fugge. Basta fare rumore, battere le mani».

DA CACCIARE O PROTEGGERE?
La caccia al lupo venne vietata nel 1971. Dal 1992 è specie particolarmente protetta. «Anche se oggi la popolazione è in evidente espansione e non è minacciata». I branchi sono 46, sulle Alpi italiane, la stragrande maggioranza in Piemonte. Nel Veneto quelli documentati sono 7. «Ora si vorrebbe ottenere la deroga per l'abbattimento collegabile a gravi danni e a salute pubblica. Questo è possibile in altri Paesi europei. Da noi vi è impasse burocratico che la Regione cerca di superare, come prova a fare Trento e Bolzano. Di fatto il Piano Lupo dal 2015 si è incagliato». Sta di fatto che a livello di zootecnia la preoccupazione esiste: «Gli animali al pascolo sono vulnerabili. Ora si tampona con indenizzi conclude Calderola il problema è che gli allevatori si sono trovati impreparati nel tutelare il gregge». E' Molinari a concludere: «La gestione di orsi e lupi deve oggi essere transfrontaliera. Sono tornati, dopo 100 anni, perché l'habitat è idoneo. E non è il cacciatore che eradica queste specie».
 

Ultimo aggiornamento: 28 Febbraio, 14:40 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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