Fingevano di abitare nelle seconde case di Auronzo per non pagare l'Imu. E ora controlli a Cortina

Giovedì 30 Dicembre 2021 di Marco Dibona e Davide Piol
Una veduta dall'alto di Auronzo e del lago di Santa Caterina
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AURONZO DI CADORE (BELLUNO) - Hanno dichiarato di essere cittadini delle Dolomiti pur di non pagare l’Imu. Il fenomeno delle residenze di convenienza è sempre più diffuso nel Bellunese, soprattutto nella parte alta della provincia, ma ora sono in corso indagini serrate da parte della Guardia di finanza per stanare i proprietari delle seconde case che fanno i furbi. Ad Auronzo di Cadore – dove le case vacanza sono quasi il doppio di quelle dei residenti – sono state scoperte più di 30 irregolarità. Il trucco per dribblare il fisco è vecchio ma non per questo lecito: i proprietari dichiaravano la residenza anagrafica ma gli immobili, di fatto, rimanevano inoccupati. L’attività della Guardia di finanza di Auronzo - in collaborazione con la polizia locale, l’ufficio amministrativo e l’ufficio anagrafe del Comune – ha permesso di recuperare oltre 133mila euro. E Auronzo potrebbe essere il primo della lista. Presto si procederà con gli altri comuni, compresa Cortina d’Ampezzo.

LA STRETTA
Con il 2021 è arrivata la stretta del governo sulle famiglie che ricorrevano allo stratagemma dello sdoppiamento delle case (ad esempio una intestata al marito e l’altra alla moglie) per evitare il pagamento dell’imposta. Il decreto fiscale ha stabilito che l’esenzione sarà valida solo per un’abitazione a famiglia, anche se i coniugi risiedono in due comuni diversi.

Ma c’è un altro motivo che potrebbe spingere un turista che acquista una casa sulle Dolomiti a infrangere la legge: trattandosi di località turistiche, il rischio è di pagare un salasso. Di conseguenza, qualcuno prova ad aggirare le norme per non rimetterci troppo. È quanto accaduto ad Auronzo di Cadore dove la Guardia di finanza ha controllato le dichiarazioni ai fini Imu di contribuenti proprietari di abitazioni nel territorio comunale della Val D’Ansiei.

QUESTIONE DI METODO
Dopo lo scrutinio di centinaia di nominativi che presentavano i maggiori indicatori di rischio ne sono stati individuati una trentina che sono passati di nuovo sotto la lente d’ingrandimento delle Fiamme Gialle. I ripetuti sopralluoghi svolti sia dai militari della Guardia di finanza sia dalla polizia locale, in periodi e orari diversi, hanno permesso di accertare l’inutilizzo di alcuni immobili. Sono così emerse una trentina di abitazioni dove i proprietari dichiaravano la residenza anagrafica. In realtà, come accertato in sede di indagine, le case risultavano inoccupate. Durante i controlli sono stati analizzati anche i consumi relativi all’utenza elettrica domestica, evidenziando come vari fabbricati presi in considerazione, nonostante fossero accatastati ad uso abitativo, non erano mai stati dichiarati ai fini reddituali (come ai fini Imu). Così, grazie a un controllo incrociato con l’ufficio tributi del Comune di Auronzo, le forze dell’ordine hanno scoperto che i possessori degli alloggi adibiti ad abitazione principale avevano omesso di presentare la dichiarazione con l’obiettivo di non corrispondere l’Imu e le imposte dovute. Le indagini sono ancora in corso e finora hanno permesso il recupero a tassazione e la riscossione nelle casse comunali di un importo pari 133.063 euro. I controlli saranno a tappeto. Quando finiranno gli accertamenti ad Auronzo di Cadore, si passerà ai paesi limitrofi più turistici in cui potrebbe presentarsi la stessa situazione.

NELLA CONCA D’AMPEZZO
Il comune successivo potrebbe essere proprio Cortina d’Ampezzo dove per ogni residente ci sono cinque posti letto in appartamenti e ville di forestieri. Un fenomeno, quello delle seconde case, che l’Amministrazione comunale segue da vicino perché proprio da queste abitazioni c’è un introito annuale di una decina di milioni di euro solo di imposta Imu: «C’è ovviamente molta attenzione al fenomeno da parte nostra – precisa il sindaco Gianpietro Ghedina – ma è sempre più complesso controllare se davvero le persone risiedono in paese anche perché nel tempo le norme sono cambiate ed è possibile avere la residenza in un comune, ma esercitare l’attività lavorativa altrove».

Ultimo aggiornamento: 17:09 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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