Fusioni di Comuni, affare per i bellunesi, flop per i vicentini: ecco i soldi finiti nelle casse dei nuovi municipi

Sabato 11 Giugno 2022 di Giovanni Santin
Longarone tra i primi comuni della fusione: è stato un affare
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BELLUNO - Cinque su dodici. Fra i 12 Comuni che nel Veneto sono il risultato di una fusione di due o più realtà precedenti, ben cinque sono bellunesi. E fra questi ultimi il territorio che ha ricevuto il maggior contributo pro-capite è quello di Val di Zoldo che nel periodo compreso fra il 2014 ed il 2022 ha ricevuto un contributo pari a 4.241.170 euro a fronte degli attuali 2.811 abitanti; fatti i conti, il contributo pro-capite arrivato nelle casse del Comune zoldano è di 251 euro.

Anche nella classifica assoluta, cioè quella che mette in fila i Comuni in base alla somma introitata dalle casse, Belluno svetta con Borgo Valbelluna con 7.9636.582 euro.

In fondo, invece, si trova il Comune vicentino di Barbarano Mossano, ultimo nella graduatoria, che ha incassato solo 128 euro per ciascuno dei suoi 6.190 cittadini. Ad elaborare i dati è la Fondazione Think Tank Nord Est che ha calcolato i contributi ricevuti dallo Stato dai Comuni che, nel Veneto, hanno realizzato una fusione. Scrive la Fondazione «Per quanto riguarda i contributi alle fusioni, anche nel 2022 la quota maggiore delle risorse arricchisce il Bellunese: Borgo Valbelluna ottiene 1,9 milioni di euro, mentre ad Alpago e Longarone spettano 1,2 milioni di euro. Val di Zoldo, in provincia di Belluno, incassa circa 726 mila euro; a Quero Vas vanno poco meno di 600 mila euro». Va tuttavia fatta una precisazione. Nella tabella riassuntiva vengono indicate le somme erogate nel corso degli anni compresi fra il 2014 ed il 2002.

BOTTINO COMPLETO
Ma gli unici Comuni bellunesi ad aver incassato tutte le annualità – che alla fine del percorso, come stabilisce la legge, saranno dieci per ciascuna nuova amministrazione nata da fusione – sono solo Quero-Vas e Longarone, i cui referendum li hanno fatti nascere come Comune unico rispettivamente nel 2013 e nel 2014. Il referendum del Comune di Alpago è invece datato 2016, altrettanto quello di Val di Zoldo che ha fuso gli ex Forno di Zoldo e Zoldo Alto; il più recente è quello di Borgo Valbelluna che è del 2018. Sommando tutte le erogazioni statali ricevute dal 2014 ad oggi, nelle casse di Longarone sono confluiti ben 8,8 milioni di euro, mentre 7,9 milioni di euro sono arrivati a Borgo Valbelluna e 7,2 milioni di euro sono stati ottenuti da Alpago. A Val di Zoldo, con 251 euro all’anno per abitante, si registra quindi il contributo pro capite più alto, davanti a Valbrenta (in provincia di Vicenza) con 200 euro annui per cittadino, Longarone con 192 e Alpago con 181. Il dato medio, relativo a tutte le fusioni del Veneto, è pari a 158 euro all’anno per abitante. Borgo Valbelluna incassa invece il contributo medio annuo più elevato, pari a quasi 2 milioni di euro, in quanto si tratta dell’aggregazione che interessa il maggior numero di persone (13.441 abitanti al primo gennaio 2022).

LE FUSIONI
Quando si parla di fusioni uno dei casi più emblematici che viene più spesso citato è quello di Soverzene. Un comune di piccole dimensioni ma con un bilancio da invidia grazie ai canoni idrici (e ai fondi Letta) che rappresentano un’entrata importante. Sia Ponte nelle Alpi sia Longarone non si tirerebbero indietro davanti alla possibilità di inglobarlo ma per ora la possibilità di una fusione non è in agenda ed è possibile che non lo sia neppure nei prossimi anni: a garantirlo i due candidati in corsa.

Ultimo aggiornamento: 16:31 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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