Il racket del lavoro nero nei supermercati con due cooperative a fare da "caporali"

Mercoledì 31 Maggio 2023 di Lauredana Marsiglia
Guardia di Finanza

BELLUNO -  Ingaggiati a nero da Cooperative del sud e poi ceduti come lavoratori somministrati, ovvero in affitto, ai supermercati che li impiegano per rifornire di merci gli scaffali. Le Coop fatturano regolarmente il servizio al supermercato di turno, ma i lavoratori sono senza contratto, ovvero totalmente in nero. 
La scoperta, che getta ombre pesanti sul mondo che ruota attorno a chi fugge per trovare condizioni migliori e si ritrova poi al soldo quotidiano di speculatori, è stata fatta in questi giorni dalla Guardia di Finanza di Belluno nell’ambito di una vasta operazione di controllo negli esercizi commerciali della provincia, localizzati in particolare tra Ponte nelle Alpi e Limana. Operazioni di routine, ma che ancora una volta hanno portato alla luce fenomeni inquietanti nella gestione dei lavoratori più deboli.
La scoperta coinvolge due supermercati e due cooperative, una di Napoli e una di Roma, sulle quali, spiega il colonnello Dario Guarino della GdF provinciale, sono in corso approfondimenti nell’ambito di un’operazione destinata ad allargarsi. Appare evidente che questa prassi tra Coop senza scrupoli e supermercati che non si fanno tante domande, incalzati dall’esigenza di trovare personale, abbia esteso i tentacoli.
Da quanto è emerso, i contratti tra le Coop e i supermercati sarebbero regolari, ma non lo sono invece i lavoratori, risultati totalmente sconosciuti. Si tratta di gente prevalentemente di origine pakistana. Sui 17 lavoratori in nero, scoperti complessivamente nei locali controllati nell’immediata periferia del comune capoluogo, ben 10 sono legati al giro delle Coop. 
Complessivamente, le Fiamme Gialle hanno individuato 13 esercizi commerciali che operavano in modo irregolare. 
«In dettaglio - spiega una nota del Comando provinciale -, sono stati trovati 17 lavoratori in nero, impiegati senza la preventiva comunicazione di inizio della prestazione lavorativa a cura del datore di lavoro, e 8 irregolari, i quali, seppur in presenza di contratti di lavoro di tipo intermittente “a chiamata”, risultavano non eseguite le previste preliminari comunicazioni per la giornata di impiego. Contestualmente, sono state riscontrate altre irregolarità in capo ai datori di lavoro, quali la corresponsione della retribuzione al lavoratore con modalità diverse da quelle previste ovvero la mancata istituzione e tenuta del libro unico del lavoro».
I controlli hanno portato anche a segnalare all’Ispettorato Territoriale del Lavoro cinque locali contro i quali avviare un procedimento di sospensione dell’attività imprenditoriale, in quanto avrebbero impiegato personale non registrato in misura pari o superiore al 10% del totale dei lavoratori presenti sui luoghi ispezionati.
«Il lavoro nero rappresenta - conclude il colonnello Guarino - una delle piaghe più odiose per l’intero sistema economico perché sottrae risorse all’Erario, mina gli interessi dei lavoratori, spesso sfruttati, e integra una competizione sleale con le imprese oneste».
 

Ultimo aggiornamento: 18:42 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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