Litiga col padre, arrivano i carabinieri e gli trovano droga negli slip

Venerdì 20 Novembre 2020 di Davide Piol
Litiga col padre, arrivano i carabinieri e gli trovano droga negli slip

Le pasticche di anfetamina le aveva nascoste nelle mutande.

Mentre l’hashish e la marijuana si trovavano in camera da letto insieme ai bilancini e al materiale per il confezionamento. In tutto 40 grammi di sostanza stupefacente che hanno fatto scattare le manette intorno ai polsi di un 28enne di Longarone, Y.P. le iniziali, disoccupato e incensurato. Ieri mattina, da remoto, si è svolta la convalida dell’arresto. Il gip Scolozzi ha disposto il solo obbligo di dimora a Longarone e il giovane è stato scarcerato. Le indagini dei carabinieri, però, proseguono. Si cercherà di capire, ora, dove è stata acquistata la droga e, soprattutto, a chi fosse indirizzata. L’arresto è avvenuto lunedì sera a seguito di una lite in famiglia. Non è stato, cioè, l’epilogo di un’indagine finalizzata a contrastare il fenomeno dello spaccio di sostanze stupefacenti. Anzi. Si può affermare che i militari dell’arma non pensavano nemmeno di trovare droga in casa del giovane. Tutto è partito da una chiamata al 112: «Ho paura: intervenite subito». Ma per capire questo occorre fare un passo indietro. Il 28enne abita a Longarone con i suoi genitori. Non lavora e non ha mai avuto problemi con la giustizia. Lunedì sera è scoppiata una discussione feroce tra lui e il padre. Partita inizialmente come una semplice litigata, si è poi trasformata in qualcosa di più serio. Tanto che l’uomo, spaventato per la sua incolumità, è scappato di casa e ha bussato alla porta dei vicini. Una volta al sicuro ha chiamato la centrale operativa del 112. I carabinieri sono arrivati pochi minuti dopo. Hanno calmato il giovane e chiesto cosa fosse successo. Qualcosa, però, ha insospettito i militari dell’arma ed è scattata la perquisizione personale del 28enne. I dubbi si sono dimostrati fondati. Dentro alle mutande del giovane sono state trovate diverse pasticche di anfetamina. È probabile che Y.P., sentendo arrivare i carabinieri, le abbia nascoste nel luogo in cui pensava che non l’avrebbero mai controllato. Scelta sbagliata. È stato il primo posto da cui i militari dell’arma sono partiti per verificare i sospetti. Dopo aver scoperto le pasticche di anfetamina si sono diretti in camera del giovane. Lì sono stati trovati pochi grammi di hashish e altrettanti di marijuana. Oltre a tutto il materiale per pesare la droga e confezionarla. Pur essendo incensurato, il giovane non era alle prime armi. La quantità di droga sequestrata, circa 40 grammi (la maggior parte anfetamine), ha fatto escludere subito l’ipotesi di un uso personale. Y.P. la comprava e poi la rivendeva. Perciò è scattato l’arresto e i carabinieri l’hanno portato in carcere a Baldenich. Ieri mattina l’udienza di convalida da remoto è stata molto lunga. L’avvocato della difesa, Monica Barzon, ha raccontato che il giovane ha voluto rilasciare delle dichiarazioni spontanee sui cui, però, non si è esposta. Il pm Tollardo ha chiesto gli arresti domiciliari ma il giudice Scolozzi ha disposto il solo obbligo di dimora. Si è chiuso un capitolo ma se ne apre un altro. I carabinieri eseguiranno ulteriori approfondimenti a Longarone per capire se ci fosse un giro di spaccio e chi fossero i destinatari della droga. Sono tante le domande a cui ancora non è stata trovata una risposta. Dove si riforniva il giovane di Longarone? A chi erano indirizzate tutte quelle pasticche di anfetamina? Aveva dei complici? È possibile, ma è solo un’ipotesi, che il giro di spaccio uscisse di molto dai confini di Longarone. Ma di questo se ne occuperanno le indagini dei carabinieri.

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