Coronavirus. Fuga nelle seconde case, solo chi è arrivato prima dell'8 marzo può restare

Lunedì 16 Marzo 2020 di Andrea Zambenedetti
Fuga nelle seconde case, solo chi è arrivato prima dell'8 marzo può restare. Elicotteri per scovare i furbi (Foto di Gianni Crestani da Pixabay)

BELLUNO «Raggiungere le seconde case non è possibile. Il Ministero risponde in modo chiaro a questa domanda. Chi c'è arrivato prima dell'8 marzo ci può rimanere». Una risposta che la prefettura di Belluno ha fornito più volte a chi ha telefonato per capire se poteva usare questi giorni di stop per un periodo di villeggiatura.

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Chi c'è arrivato dopo l'8 marzo ha commesso un illecito ma per sanzionarlo devono esserci le prove. Una volta scoperto e denunciato deve tornare a casa con in tasca l'autocertificazione. A quel punto infatti, senza il lasciapassare, rientrando nella città di residenza, potrebbe rischiare di cadere nella rete dei controlli intensificati con l'uso degli elicotteri e addirittura delle squadre anti-terrorismo. Per capire però se il villeggiante abbia usato la seconda casa in modo fraudolento deve esserci la prova lampante che sia andato nel periodo in cui gli spostamenti erano consentiti solo per ragioni di necessità, lavoro o salute. L'unica possibilità per intercettare i furbetti è infatti quella di sorprenderli mentre sono in viaggio o che le forze dell'ordine possano attestare che era vacanza in ritardo. È impensabile però andare a controllare a posteriori i dati Telapass per tracciare il percorso. Non è neppure possibile obbligare chi ha raggiunto la seconda casa prima dell'8 marzo a tornare da dove è venuto. Anche per loro vale comunque l'obbligo di rimanersene tra le mura domestiche.

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«Tra le Faq (domande frequenti ndr) pubblicate nel sito del ministero - ha ribadito ieri la prefettura di Belluno - c'è anche quella sulle seconde case e la risposta è chiarissima. Raggiungere la seconda casa non è tra i motivi che autorizzano lo spostamento, consentito solo per casi di lavoro, salute e necessità». Insomma, altro che cena al ristorante. A provare a dire ai turisti di stare a casa, oltre al governatore Zaia, che già lo scorso lunedì si era scagliato contro le code sui pontili a Jesolo e quelle fuori dagli impianti di risalita, sono stati anche i sindaci da quello di Cortina, Giampietro Ghedina, a quello di Asiago, Roberto Rigoni Stern.
 
AL SETACCIO

Il comando provinciale dei carabinieri di Belluno ha schierato anche gli elicotteri per passare al setaccio la viabilità della provincia. Disposte pattuglie di carabinieri rocciatori per il controllo di rifugi e malghe e luoghi più impervi «ove i più sfacciati - metteva in chiaro la nota del comando - potrebbero pensare di trascorrere il fine settimana, lontani dalle proprie abituali residenze». In strada 140 pattuglie, in campo anche gli uomini antiterrorismo, e le squadre operative speciali. Nonostante gli appelli e gli annunci di controlli serrati e capillari non è mancato chi si è imbattuto nella paletta e non ha saputo spiegare dove andasse.

DENUNCIATI
Nella sola giornata di sabato sono state 43 le persone costrette a rincasare con una denuncia penale per aver violato l'articolo 650 del codice penale per l'inosservanza dei provvedimenti dell'autorità. I trasgressori rischiano fino a tre mesi d'arresto o un'ammenda fino a 206 euro. Facile desumere che tra le persone fermate dalle forze dell'ordine ci fosse anche chi ha provato a raggiungere la sua seconda casa.
 

Ultimo aggiornamento: 17 Marzo, 07:23 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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