Spacciavano ai minorenni: cinque condanne a pochi mesi

Giovedì 24 Giugno 2021 di Davide Piol
In tribunale di Belluno la sentenza di condanna a acrico di cinque pusher, altre tre persone coinvolte sono state assolte
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Cinque condanne (lievi) e tre assoluzioni. Alla fine è quasi andata bene agli 8 pusher di Feltre che, quattro anni fa, avevano messo in piedi un vero e proprio mercato di marijuana e hashish.

Il totale delle condanne, chieste nell’udienza precedente dal pubblico ministero Tollardo, sfiorava i 10 anni di reclusione. Mentre il giudice, in composizione collegiale, ha superato di poco i 3 anni e 9 mesi (sempre in totale). 


L’OPERAZIONE
A incastrare i migranti, nel 2016, era stata una maxi operazione condotta da polizia e carabinieri. Il giro di spaccio partiva dal parco Rimembranza e zona Boscariz, a Feltre, e si allungava fino alla stazione dei treni di Belluno. Tra gli assuntori, secondo la Procura, anche molti ragazzi di 13, 14 e 15 anni. Queste le condanne lette ieri mattina, in tribunale a Belluno, dalla giudice Coniglio: 1 anno e 10 giorni di reclusione e 2.500 euro di multa per Jean Pierre Anglow, 24enne ghanese residente a Bassano del Grappa; 9 mesi e 15 giorni e 2.300 euro per Omar Ardabaz, 32enne di Vittorio Veneto (per entrambi avvocato Pierluigi Cesa); 1 anno, 2 mesi e 20 giorni e 5.100 euro per il 26enne gambiano Omar Kineth (avvocato Sandra Costantini) con pena sospesa e scarcerazione a fine udienza; 6 mesi e 5 giorni e 1.082 euro, pena sospesa, per Pa Samboujang Jaiteh, 35enne gambiano (avvocato Andrea Rui). Per quanto riguarda, invece, la “banda” di nigeriani: 6 mesi e 15 giorni e 1.182 euro per il 26enne Clement Saing (avvocato Luciano Perco) con la sospensione condizionale della pena; assoluzione per non aver commesso il fatto per il 31enne Israel Chibuzor Okunbor (avvocato Enrico Rech), il 34enne Ikponmwosa Usuanlele (avvocato Morena Astore) e il 38enne Benjamin Egbeiyon (avvocato Luca Dalla Bernardina). 


IL PRECEDENTE
La vicenda prende forma con Omar Kineth. Il 26enne gambiano sbarca a Lampedusa nel maggio 2015. Un mese dopo raggiunge Belluno come richiedente asilo e viene ospitato dalla Cooperativa sociale Dumia di Feltre. Per 12 mesi non accade nulla. Almeno fino all’estate 2016 quando, insieme ad altri suoi connazionali, Kineth avvia un fiorente mercato di vendita al dettaglio di marijuana e hashish all’interno del parco Boscariz di Feltre. Le dosi vengono cedute al prezzo di 10-15 euro al grammo e tra i clienti ci sono soprattutto minorenni. All’inizio è un “galoppino”. Colui, cioè, che effettua le consegne. Poi assume il controllo.

 
L’INDAGINE
Parte l’indagine. La polizia identifica i richiedenti asilo, compreso Kinteh, che viene classificato come “il boss dello spaccio”. In parallelo viene avviato un iter amministrativo per spostarlo, in quanto soggetto problematico, al Centro di accoglienza Cara di Caltanissetta. Il trasferimento è previsto per il 2 dicembre 2016. Ma, il giorno precedente, Kinteh si incontra con una persona al di fuori della Cooperativa e sparisce. Viene rintracciato qualche tempo dopo su Facebook. Da uno dei due profili che compaiono con il suo nome, Kinteh sembra fidanzato con una 50enne tedesca di Francoforte arrestata all’aeroporto di Fiumicino nel 2010 con 4,7 chili di cocaina. Potrebbe essere lui. La polizia tedesca lo ferma a Stoccarda, lo identifica e lo arresta. Il processo è terminato ieri mattina in tribunale a Belluno. L’unico imputato presente in aula, scortato dalla polizia giudiziaria, è stato proprio lui: Omar Kinteh che, a fine udienza, è stato scarcerato. Le condanne sono state più lievi rispetto alla requisitoria del pm. Cinque richiedenti asilo sono stati condannati per alcuni capi d’imputazione, assolti per altri (in quanto fatto di lieve entità). Gli ultimi 3 imputati, invece, assolti per non aver commesso il fatto. Il giudice ha ordinato la distruzione dei cellulare sequestrati e chiesto 60 giorni per il deposito delle motivazioni. 

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