Intrappolati e morti, strage di animali nel canale Enel: «Intervenite, è una carneficina»

Venerdì 16 Giugno 2023 di Raffaella Gabrielli
Un animale intrappolato nel canale

​FELTRE - «È una carneficina»: i residenti di Anzù, Celarda, Nemeggio, Villapaiera e Busche non ne possono più. Il canale dell'Enel che li attraversa è diventato una sorta di mattatoio per decine di animali che scivolano dentro e che non riescono più a risalire: per loro, la morte è praticamente certa. O annegati o stritolati dal braccio meccanico che ha il compito di liberare la briglia da tutto ciò che può rallentare il deflusso dell'acqua. «Basterebbe una telecamera puntata su quel punto critico che rimandi le immagini in tempo reale alla centrale di Quero dove un operatore presidia 24 ore su 24.

In questo modo i soccorsi potrebbero essere tempestivi e determinanti per salvare la fauna», sostengono.

LA STRAGE

Dal primo giugno sono finiti nel canale due cervi, due caprioli e due cinghiali. «Ma dall'inizio dell'anno - spiegano i cittadini - i capi coinvolti non si contano ormai più: decine e decine di povere bestie che hanno perso la vita. Vengono attratti dall'acqua per bere e dall'erba per mangiare che caratterizzano il canale e spesso, finiscono dentro. Quasi impossibile, per loro, ritornare a terra. Per svariati minuti cercano di nuotare e si spostano in continuazione. Ma poi la stanchezza li strema e iniziano a ingoiare sempre più acqua fino ad annegare. Altri invece che non riescono a spostarsi finiscono dritti dritti, trascinati dalla corrente, alla briglia di Anzù. Qui c'è un braccio meccanico che, sollecitato da una fotocellula, entra in azione ogni qualvolta rilevi presenze "consistenti" come tronchi, massi e anche animali che vengono stritolati. La fine che fanno, spesso ancora vivi, è allucinante e inaccettabile».

L'ALTERNATIVA

Una soluzione per risolvere il problema potrebbe essere alzare reti che delimitano il canale, quelle attuali sono troppo basse. «Parliamo di recinzioni - viene sottolineato - alte circa mezzo metro. Quindi facilmente superabili con un salto da parte di questi animali soprattutto nelle ore notturne. C'è da sperare che chi va in passeggiata li noti in difficoltà il più presto possibile. A volte siamo noi stessi a cercare di aiutarli ad uscire, ma molto più spesso, invece, chiamiamo i vigili del fuoco che come sempre svolgono un lavoro egregio. Certo il tempo tra la richiesta di aiuto e il successivo intervento è determinante per salvare queste bestie in difficoltà». «Per arginare questo problema sempre più consistente - viene suggerito - l'Enel dovrebbe innalzare lo sbarramento che affianca il canale da Busche, dove esso nasce utilizzando l'acqua del Piave, e poi via via lungo gli altri quattro paesi sino a quando si interra sotto il monte Tomatico. È un'operazione corposa e onerosa. Ecco perché proponiamo una soluzione più pratica e non costosa: l'installazione di una telecamera che punti sulla griglia. Le immagini, 24 ore su 24, sarebbero visionate dall'operatore di turno della centrale di Quero che potrebbe, qualora necessario, lanciare l'allarme in tempo reale».

L'OBIETTIVO

Oltre a salvare la vita a molti animali, è la considerazione finale dei paesani, si risolverebbero di conseguenza altri due problemi che ne derivano. «Da una parte i vigili del fuoco - viene sottolineato- non dovrebbero "perdere" tempo dietro questo tipo di interventi in cui non sono coinvolte persone. Al contempo, non si porrebbe la questione relativa allo smaltimento delle carcasse. Serve infatti o l'intervento dei cacciatori per la macellazione oppure di aziende specializzate per lo smaltimento di carne e ossi che sono considerati rifiuto speciale».

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