Cammino delle Dolomiti tra capitelli e tabià: «Verrà promosso con sito web e alle fiere internazionali»

Mercoledì 1 Febbraio 2023 di Daniela De Donà
Diocesi e Provincia insieme per promuovere il Cammino delle Dolomiti

BELLUNO - Il Cammino delle Dolomiti mette la veste nuova e allunga il passo, forte di un sistema di tracciabilità aggiornato in tempo reale e di un sito ricco di indicazioni, da cosa mettere nello zaino ai luoghi dove poter dormire. Chiaro l’obiettivo: agganciare un pubblico vasto e, soprattutto, internazionale. La firma di un protocollo di intesa, tra la diocesi di Belluno-Feltre e l’ente Provincia, ha sancito l’impegno di un formato export che mira a dare visibilità ad un percorso che tocca l’intera provincia: 30 tappe in 500 chilometri e su 17mila metri di dislivello, tra malghe, chiesette, tabià, capitelli e tesori d’arte. In un paesaggio da scorci mozzafiato, per un turismo lento e sano. Basta dare un’occhiata. C’è di tutto a livello di informazione, fotografie su www.camminodelledolomiti.it.

LA PROMOZIONE

A spiegare cosa ci sia dietro il documento siglato in curia ieri mattina dal vescovo, monsignor Renato Marangon, e il presidente della Provincia, Roberto Padrin, è stata l’amministratore delegato di Dmo Dolomiti (ente dedicato alla promozione e allo sviluppo del turismo nel territorio bellunese), Alessandra Magagnin: «Provvederemo a promuovere il nuovo brand dandogli visibilità anche all’estero tramite workshop e canali digitali. La prima uscita saràil 13 febbraio al Bit (la fiera del turismo che si terrà a Milano dal 12 al 14 febbraio ndr)». I modelli da cui copiare ci sono, a cominciare dal Cammino di Santiago alla cui filosofia ci si era ispirati già alle origini del progetto, nel 2006. Filosofia e progettualità adesso riprese alla luce del rinnovato quadro normativo in materia di turismo regionale e all’individuazione, da parte della diocesi, del soggetto gestore nel Centro di spiritualità “Papa Luciani” di Col Cumano.

LA VALORIZZAZIONE

A detta del vescovo si tratta di una «collaborazione che si è rigenerata per il rilancio di un’idea che ha origini lontane. Continua ora questa avventura nata dall’esperienza di una Chiesa che si sentiva e si sente coinvolta nella storia di questo territorio. Fondamentale è il sito web, strumento essenziale per farsi conoscere, con l’opportunità di lanciare le nostre piccole comunità e le frazioni che si sentono poco considerate».

CARTELLONISTICA

A farsi carico della segnaletica è la Provincia: «Ogni ente, infatti, ha il suo impegno, noi ci prenderemo cura della segnaletica», ha precisato Padrin aggiungendo la soddisfazione per «questo strumento in più nel contenitore Dmo che ha il compito di veicolare nel mondo il percorso dei luoghi meno conosciuti del nostro territorio». In realtà il processo di coinvolgimento di associazioni e Comuni pronti a dare una mano è ancora aperto. Sta di fatto che dietro al Cammino delle Dolomiti - e al protocollo siglato ieri – ci stanno tante persone che operano a vario titolo nel mondo del volontariato, a cominciare da Stefano Perale (direttore dell’Ufficio di pastorale sociale e del lavoro con delega dal vescovo per l’ambito “turismo”, affiancato ieri da Cesare Lasen), passando per gli scout adulti (ieri rappresentati da Gaetano De Benedictis) ai quali è affidato il controllo della sentieristica.

STRUMENTI

In nome della sicurezza va sottolineato che, oltre a potersi scaricare la tappa, l’escursionista-pellegrino può contare su un aggiornamento del sito in diretta. Cosa non da poco considerando che vi sono carrarecce e sentieri del Cammino che sono cambiati dopo Vaia: magari franati in un punto, o ancora ostruiti dai tronchi. Qualche tassello è ancora mancante: per conoscere i numeri di chi sceglierà di affrontare questo tipo di percorso, con molte tappe facili e poche veramente impegnative, non è ancora stato approntato un sistema di monitoraggio. «Ma ci stiamo pensando», conclude Magagnin. 

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