Belluno. Agricoltori in trincea tra clima e aumenti: il 2023 si chiude con il 20 per cento in meno di raccolto

Giovedì 14 Dicembre 2023 di Lauredana Marsiglia
Mucche al pascolo

BELLUNO - Meteo sempre più estremo, norme europee sempre più acrobatiche per ottenere dei contributi e rincaro generalizzato dei prezzi hanno trasformato gli agricoltori bellunesi in un truppe di resistenza in una guerra che sembra voler far morire il settore. Senza contare che se al supermercato i prezzi salgono, per i produttori, se va bene, restano stabili altrimenti scendono. Nel frattempo, nel 2023, un’azienda agricola bellunese ha visto incrementare, in media, i costi fissi fino a 16mila euro in più.
«A noi - afferma il presidente Rio Levis, presidente della Confederazione italiana agricoltori (Cia) di Belluno - arriva al massimo il 15 per cento del valore di vendita di un prodotto. Dobbiamo sfatare ciò che nell’immaginario collettivo viene dato per scontato, ovvero che i prezzi finali più alti comportano a cascata maggiori introiti per gli imprenditori. I numeri dimostrano il contrario: lungo la catena si verificano dei rincari che risultano difficili da intercettare».
Il bilancio dell’annata si presenta con luci e ombre. «Scontiamo un calo generale delle rese tra il 10% e il 20% - chiarisce Levis -. Un trend negativo causato dall’emergenza climatica, con lunghi periodi di siccità alternati a nubifragi intensissimi. A questo si aggiungano gli incrementi dei costi dell’energia e delle materie prime agricole. Secondo uno studio di Cia Belluno, nell’anno in corso il fatturato complessivo della filiera agroalimentare bellunese si attesterà intorno ai 300 milioni di euro».
«Il comparto agroalimentare sembra essere sotto attacco, da più parti – aggiunge –. In primo luogo, il clima che sta stravolgendo qualsivoglia programmazione agraria. Ciò che era vero fino a dieci anni fa, con coltivazioni regolari nelle diverse stagioni, oggi non lo è più».
A rendere ancora tutto più difficile sono le norme che prevedono aiuti per il settore. È vero che l’Europa mette ingenti somme peccato che per accedervi si debba fare una corsa a ostacoli con il rischio poi che i controlli trovino magari qualche cavillo fuori posto e si passi subito dalla parte del torto. «Tutto ciò che viene normato nel contesto aiuti e contributi si presenta carico di vincoli, a volte insuperabili tanto che in molti rinunciano - aggiunge Levis -. Ci sono norme, tra l’altro, che non possono essere applicate in modo uguale su tutto il territorio. Il nostro poi è particolarmente difficile, perchè molto frammentato. Basterà pensare che la mia azienda opera su 180 ettari di superficie divisi in ben 600 mappali. Solo questo dovrebbe far capire quanto sia difficile riuscire a dare risposta a tutte le imposizione messe dall’Europa per ottenere dei contributi. Obbligare le aziende a lavorare in un certo modo non è proprio un aiuto».
Levis lancia un grido di aiuto, l’ennesimo verso un settore che, soprattutto il montagna, rappresenta la chiave di volta anche per i turismo, grazie alla manutenzione del territorio. «Noi non rappresentiamo il problema, bensì la soluzione – precisa Levis -. A dispetto di tutte le fake news, non inquiniamo, da anni rispettiamo gli impegni ambientali anche mettendo a rischio i profitti; produciamo energie alternative e non sprechiamo acqua, ma la usiamo per produrre cibo di qualità». 
Senza agricoltura il Made in Italy non può esistere e la sicurezza alimentare non ha garanzie. E ancora: non c’è presidio del territorio e custodia del paesaggio, pure contro il dissesto idrogeologico; le aree di montagna si spopolano, mentre economia e società non sopravvivono.  «Abbiamo – conclude il presidente - buoni motivi per reclamare più attenzione per le nostre aziende agricole. Deve rimetterle al centro l’Italia così come l’Europa. Bruxelles, in particolare, dovrebbe dimostrare di stare dalla nostra parte, piuttosto che continuare a imporre norme e regolamenti dall’alto».
 

Ultimo aggiornamento: 16:56 © RIPRODUZIONE RISERVATA
Potrebbe interessarti anche

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci