Ex Acc: un gruppo asiatico pronto a rilevare l'azienda

Venerdì 23 Aprile 2021
Acc Borgo Valbelluna

BORGO VALBELLUNA - Acc-Embraco: oggi il giorno tanto atteso del tavolo al Ministero dello Sviluppo economico che mira a trovare una soluzione per mettere al sicuro le due realtà che contano, insieme, oltre 700 dipendenti. Tutto dipenderà dall'ambizioso progetto ItalComp. Se esso non decollerà si profila all'orizzonte la cessione di Acc (senza Embraco) a grandi realtà industriali, una potrebbe essere asiatica che potrebbe rilevare il polo di Mel, mentre il count down per il 2 giugno, data della possibile chiusura nel caso in cui l'esito della trattativa non fosse favorevole, è già iniziato. Sarebbe proprio la Festa della Repubblica il giorno indicato dal commissario ai sindacati come ultimo giorno con i cancelli aperti. Poi, tutti a casa.
L'ATTESA

Dopo mesi di attesa trascorsi con il cuore in gola e il destino incerto, di speranze e di delusioni, di promesse e di mobilitazioni, ora la vicenda delle Acc-Embraco entra nella sotto alla lente del governo per il verdetto finale. Anche se il piano B, quello dei bengalesi, emerso nelle ultime ore allarga lo spettro delle possibilità. La vertenza intanto è stata inserita nel calendario di quelle convocate a Roma in queste caldissime settimane. La notizia si era appresa tre giorni fa dai canali social della viceministra allo Sviluppo economico Alessandra Todde che, già da sottosegretaria, aveva seguito sin dall'inizio la questione degli stabilimenti di Mel e di Riva di Chieri e il progetto Italcomp. «Ho definito il calendario delle vertenze che saranno convocate al Ministero dello Sviluppo Economico», aveva scritto la viceministra nei giorni scorsi. Ieri è stata la volta della Dema, oggi il vertice cruciale su Acc-Embraco, . 
LE REAZIONI

Nonostante la notizia i sindacati bellunesi martedì si sono dati appuntamento sotto la sede del Mise a Roma, come annunciato nei giorni scorsi, assieme ai lavoratori dell'ex Embraco. «Il ministro dello Sviluppo economico Giorgetti annuncia dopo il vertice con i governatori di Piemonte e Veneto Italcomp si può fare, ma a modo mio», ricordavano in un comunicato unitario Fiom Cgil, Fim Cisl, Uilm Uil, facendo riferimento alla videoconferenza che, il 15 aprile, aveva visto confrontarsi il ministro e i presidenti delle Regioni Veneto e Piemonte. «Il governo precedente presentò in tre sedi istituzionali il progetto. Quello presentato era un piano di politica industriale che puntava alla costituzione del polo italiano del compressore guidato da una NewCo a larga maggioranza pubblica (70% tra Invitalia e Regioni) impegnata in ingenti investimenti di prodotto e di processo per arrivare in tre anni al pieno allineamento competitivo con la concorrenza asiatica, all'utile e alla conseguente privatizzazione». 
Fe.Fa.
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