A27, mezz'ora di viaggio da incubo e al casello c'è anche la beffa

Entrata obbligata a Vittorio Veneto poi autostrada piena di cantieri e lunghi tratti a una sola corsia

Martedì 30 Agosto 2022 di Olivia Bonetti
A27, mezz'ora di viaggio da incubo e al casello c'è anche la beffa
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BELLUNO - Ieri con la ripresa dei cantieri in A27, arrivare in provincia da est, con la statale 51 chiusa, è stata una vera impresa.

Lo abbiamo provato sulla nostra pelle. Tempo di viaggio: mezz'ora da Vittorio Veneto nord, tutto per gran parte su una sola corsia. Costo: 2 euro e 10, ma che rischiavano di diventare 3,50.


LA PARTENZA
Saliamo da Vittorio Veneto quando all'altezza dello svincolo dell'autostrada uscita Vittorio Veneto nord ci troviamo di fronte il cartello di divieto. Non si passa oltre, se non per andare ad una birreria in zona di Nove, che come recita il messaggio sul divieto «è aperta». Ma non è giornata di svago, l'ufficio ci attende: deviazione obbligata quindi si entra in autostrada. Ore 13.50 biglietto al casello.
I CANTIERI
Pochi chilometri dopo l'ingresso in A27, la doppia corsia ce la scordiamo: la segnaletica e annunci di cantiere, che in questi giorni di ferie erano solo uno spauracchio senza poi i reali birilli a terra, sono diventati realtà. Tanti infatti in queste giornate di agosto si lamentavano degli annunci fantasma: segnaletica e scritte sugli schermi luminosi che comunicavano di cantieri che risultavano poi inesistenti. Ebbene ieri sono stati tutti riaperti ed erano più che mai reali. L'autostrada è tornata alla normalità: una sola corsia verso nord fino alla galleria Cave est.
LA VELOCITÀ
Impossibile quindi procedere ad una velocità superiore ai 70 massimo 80 chilometri orari. Soprattutto all'interno dei tunnel: quello a Fadalto, il Santa Croce, tutti a doppio senso di marcia. Incrociamo camion, roulotte, camper che scendono dopo le vacanze finite. Una vera via crucis, che fortunatamente nella giornata di lunedì non presentava code. Sospiro di sollievo alla lunghissima galleria Cave Est, quasi 4 chilometri, che spesso in passato erano a doppio senso di marcia per lavori in corso nella canna verso sud: ieri erano a due corsie. Finalmente in lontananza spunta il casello Belluno. Sono solo le 14.10. Venti minuti e tutto è finito.
L'INCONVENIENTE
Scegliamo il casello con casse automatiche: c'è qualche auto in coda, ma nulla di rilevante. Prima di noi un turista austriaco che sta avendo il suo bel daffare a comprendere come pagare. Passa qualche minuto, ma alla fine ce la fa: è il nostro turno. Biglietto e banconote: il costo è 2,10 centesimi inseriamo 20 euro e 10 centesimo. Il resto? 16 euro e 50. Qualcosa non torna: la cassa si è trattenuta un euro e 50. A quel punto visto il viaggio da incubo decidiamo di non lasciar perdere e chiediamo aiuto spingendo l'apposito tasto.
LA TRAFILA
Una scelta sbagliata: si entra allora in un girone dantesco in cui da una parte la voce da remoto chiede spiegazioni, dall'altra arriva il casellante che a sua volta chiede spiegazioni. Alla fine ci invitano ad uscire ed accostare sulla destra. Dove? Non si capisce bene. Prima in mezzo tra i due caselli. Poi decidiamo che no, lì è pericoloso. Ci spostiamo a bordo strada. Da lì le urla di un altro casellante, che è montato di turno e che ci invita al casello. Va compilato l'apposito modulo, con documento di identità e firmato. Il tutto per 1,50 che la cassa si era trattenuta indebitamente. Alla fine, dopo la burocrazia, ci viene restituito ma ci abbiamo perso quasi 10 minuti e ormai sono le 14,20. È finito il nostro viaggio da incubo e siamo finalmente a Belluno.

 

Ultimo aggiornamento: 31 Agosto, 10:01 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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