Inflazione e aumento dei tassi: una strategia economica che penalizza due volte le famiglie

Venerdì 7 Luglio 2023

Caro direttore,
una vecchia conoscenza è ritornata a farci visita: l'inflazione. Con la scusa della pandemia e della guerra in Ucraina è ripartita la corsa dei prezzi e "dell'Euribor", con conseguenze disastrose su lavoratori e pensionati. Mosse ben studiate se, a ben guardare, tutte le materie prime ed energetiche più importanti, sono già ritornate ai prezzi antecedenti la crisi. Pare, addirittura, che il grano ucraino non trovi acquirenti per la sua abbondanza sul mercato. Marcia indietro anche per gas, petrolio e molti prodotti agricoli all'ingrosso. Eppure il prezzo del pane è alle stelle, una pallina di gelato costa due euro, un kilo di pasta ben oltre i due euro e la benzina su valori non consoni al calo del barile di greggio. La morale della storia mi sembra ovvia: chi può variare i prezzi sarà sempre più ricco, per tutti gli altri una sana vita "francescana". Con la benedizione di Mr. Prezzi.


Vittorio De Marchi
Albignasego (PD)


Caro lettore,
purtroppo ho l'impressione che il problema sia esattamente opposto: non siamo di fronte a mosse ben studiate, ma piuttosto ad un vuoto di strategia, il cui costo ricade sulle imprese e in modo particolare sulle famiglie. Normalmente a scatenare una dinamica inflattiva sono soprattutto due fattori: un forte squilibrio tra domanda e offerta che genera una sensibile crescita dei consumi e l'aumento dei costi delle materie prime. Ma al contrario di quanto accade negli Stati Uniti, né in Italia né in Europa si sta registrando uno di questi due fenomeni, certamente non in misura tale da giustificare l'impennata inflattiva di questi mesi. Anzi, i costi di molte materie prime, primo fra tutti il gas, dopo avere corso parecchio negli ultimi due anni, si sono assestati o sono in calo, in qualche caso anche in deciso calo. Eppure nel 2023 il carrello della spesa ha fatto registrare incrementi rilevanti, innescando un conseguente rialzo dei tassi con tutto ciò che consegue per chi ha sottoscritto mutui o per le aziende che devono investire. Cos'è successo? La Banca centrale europea (Bce), per bocca della sua presidente, ha puntato il dito contro le aziende accusandole di avere sfruttatola fine del Covid per alzare i prezzi in misura superiore all'aumento dei costi. «L'inflazione è colpa delle imprese che hanno approfittato del disorientamento dei consumatori», ha detto espressamente la numero uno della Bce. Giustificando in questo modo la scelta di alzare con decisione i tassi e annunciando di essere intenzionata a farlo ulteriormente. Una strategia discutibile e contestata a più livelli. Che ha certamente un effetto: colpire due volti i consumatori. I quali, da un lato, devono sopportare quelli che la Bce ritiene aumenti ingiustificati dei prezzi. Dall'altro devono pagare l'aumento del costo del denaro determinato dalla scelta della Bce di tenere alti i tassi di interesse. Una miscela micidiale.
      

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