​Non solo Province: è necessario
riorganizzare tutti gli enti locali

Mercoledì 6 Novembre 2013
Caro direttore,

per diversi anni ho prestato servizi in diversi Comuni e spesso mi sono trovato ad affrontare situazioni paradossali solo perché nessuno era in grado di prendersi le proprie responsabilità senza avere prima il benestare della Provincia o della Regione anche per cose di normale amministrazione. I tempi si allungavano di molto e spesso i progetti dovevano essere rivisti e rifatti naturalmente con un aggravio di spese. Si pensi che per sistemare una strada provinciale ci sono voluti una cinquina di progetti.



Lo studio professionale ringraziava come è giusto che fosse. Regioni e Province generano costi esagerati, l'apparato andrebbe snellito rinforzando i Comuni. Abolire questa o quella Provincia non risolve i problemi, ma andrà a privilegiare pochi soggetti. Tutto dipende da chi sarà il timoniere e ogni partito cercherà di destinare aiuti, soldi e vantaggi ai Comuni del suo stesso colore. Inoltre come sempre accade i Presidenti sceglieranno i capi dei vari enti tra le persone amiche creando e gonfiando una giostra di parcelle. Veneto strade, Veneto sviluppo, Veneto agricoltura, Veneto ecc.ecc.. non voglio nemmeno pensare con quali criteri assegnano lavori, finanziamenti e soldi pubblici. Lo dico per esperienza, già negli anni '70 un mio conoscente richiese un prestito agevolato per bonifiare dei terreni, pagò un professionista, ma non li ottenne. Quei soldi che a lui servivano eccome, arrivarono nelle tasche di chi non ne aveva bisogno ma aveva le conoscenze "giuste".




Elvis Assali

Bavaria (Tv)



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Caro lettore,

le crisi hanno spesso in sé anche una valenza positiva, perché impongono cambiamenti che in condizioni normali sarebbero difficili da realizzare. Si poteva sperare che ciò valesse anche per la nostra pubblica amministrazione, afflitta da inutile gigantismo e affetta da cronica, burocratica inefficienza. Non è stato così. L'unica, vera riforma annunciata del nostro sistema di enti locali, l'abolizione delle Province, è ancora sospesa (nel vuoto) tra gli impegni del ministro intenzionato a portarla a termine entro la fine dell'anno e le resistenze degli amministratori delle province stesse, decisi a mantenere in vita gli enti che hanno garantito loro visibilità e ruolo politico. La verità è che la cancellazione delle Province (escluse quelle di montagna) dovrebbe essere solo il primo tassello di una riorganizzazione più ampia del sistema degli enti locali. Anche Regioni e Comuni andrebbero sottoposti a una salutare e decisa cura dimagrante.



Per entrambe è giusto arrivare ad aggregazioni e fusioni. Per i Comuni qualcosa si sta facendo, ma occorre accelerare: ci sono troppi campanili in Italia e questo spesso non è sinonimo di efficienza né di migliori servizi per i cittadini. Anche sulle Regioni si potrebbe lavorare di forbici. Alcune di esse hanno meno abitanti di singole province: non sarebbe più logico ed economico pensare a unioni, portando il loro numero a 15-16? Del resto dovrebbe del resto far riflettere il fatto che la Germania, per contenere i costi, stia studiando di ridurre i 16 Land in cui è attualmente divisa. Perchè in Italia è impossibile farlo?

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