A Roma un governo "amico", adesso il Friuli vuole il ritorno delle Province: ecco il percorso

Giovedì 13 Ottobre 2022 di Loris Del Frate
La Provincia a Pordenone

È un cruccio che la Lega regionale di porta dietro da quando sono state cancellate.

Già, perchè la riedizione delle Province del Friuli Venezia Giulia, con tanto di voto per l’elezione di presidenti e consiglio, come era una volta, è una sorta di marchio di fabbrica che i padani voglio a tutti i costi mettere sulla legislatura. Difficile pensare che a sei mesi dalla fine del mandato, pur con tutta la buona volontà si possa arrivare al traguardo, ma la Lega almeno una bandierina vuole metterla prima del prossimo aprile. Non a caso l’assessore Pierpaolo Roberti leghista doc, con in mano le deleghe all’Autonomia e Sicurezza, subito dopo le elezioni ha fatto il primo passo. Per ora se ne parla, come è già accaduto altre volte, ma con un governo amico, come quello uscito dalla urne, il percorso potrebbe essere più facile. 


NUOVO GOVERNO


«Con la composizione di Camera dei deputati e Senato e la prossima formazione del nuovo governo, appoggiato da una larga maggioranza che avrà sicuramente maggiore attenzione per le autonomie - si spinge avanti Roberti - e si apre una nuova stagione per il riassetto del sistema degli enti locali del Friuli Venezia Giulia. La Regione punta infatti a inserire le Province tra gli enti necessari, sanando così definitivamente la frattura creata nel 2016 con la loro frettolosa cancellazione e l’imposizione delle Unioni territoriali intercomunali, le Uti ora sostituite dalle Edr» . Roberti non si ferma. «La riforma degli enti locali attuata dall’attuale Amministrazione regionale ha posto fine al forzato sistema delle Uti, dando vita agli Enti di decentramento regionale, ai quali i Comuni hanno potuto aderire liberamente in base alle necessità delle comunità locali senza il rischio di penalizzazioni economiche. Si è trattato di un primo passo che ha consentito alla Regione di delegare alcune funzioni a un ente intermedio di area vasta. Questa è però solo una soluzione ponte perché il nostro obiettivo - ecco il carico - è creare un sistema composto nuovamente da organismi i cui vertici politici saranno scelti direttamente dai cittadini attraverso il voto. Dopo l’approvazione nel febbraio 2021 dello schema di norme di attuazione dello Statuto della Regione, la questione è stata sottoposta alla Commissione paritetica, ma l’ennesima caduta del Governo ha nuovamente paralizzato la situazione. Dopo l’esito del voto, con la formazione delle Camere e l’arrivo del nuovo esecutivo nazionale, la Regione intraprenderà quindi la strada maestra del dialogo tra istituzioni con la convinzione che la questione potrà presto essere sbloccata, dando nuovamente ai cittadini del Friuli Venezia Giulia la possibilità di scegliere direttamente gli amministratori degli enti di area vasta».


LA TRUPPA


Non sembrava vero alla Lega di sentire le dichiarazioni del suo assessore e così il primo a scendere in campo è il consigliere regionale Diego Bernardis. «L’autonomia dei territori - riferisce - sarà una priorità del nuovo Governo, auspichiamo quindi maggiore attenzione rispetto alla necessità dei cittadini del Friuli Venezia Giulia di poter scegliere direttamente gli amministratori degli enti sovracomunali con il voto. L’assessore Roberti, fin dal principio del suo mandato, ha avviato un’importante fase di riforma per il riassetto degli enti locali, fase che è stata assolutamente necessaria dato che nel 2016 gli allora assessore regionale Paolo Panontin e la presidente Debora Serracchiani privarono il Fvg delle Province con la riforma delle Uti, calata dall’alto e non condivisa con i sindaci. Siamo fiduciosi - conclude il consigliere - che dopo anni di instabilità politica e di Governi di unità nazionale il nuovo esecutivo di centrodestra possa sbloccare presto la situazione».

Ultimo aggiornamento: 08:12 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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