Aldrovandi, la madre: «Le parole
non bastano, ora provvedimenti»

Mercoledì 30 Aprile 2014
Patrizia Moretti con l'immagine del figlio morto
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La solidariet delle istituzioni, della politica, non si esaurisca in parole vuote. A chiederlo è la madre di Federico Aldrovandi, Patrizia Moretti, nel corso di una conferenza stampa al

Senato dopo gli applausi dei sindacalisti del Sap agli agenti condannati per la morte del figlio. «Vorrei risposte concrete, provvedimenti», ha aggiunto. Per la madre di Federico «forse ora i tempi sono maturi, la politica non può chiudere gli occhi».



«Le famiglie da sole non possono sostenere questo calvario - ha sottolineato Patrizia Moretti - è una questione che riguarda la società intera. Per questo rivolgo una richiesta alla politica, deve entrare nella questione e trovare una soluzione prima di tutto culturale e anche tecnica. I poliziotti che hanno ucciso Federico sono stati condannati ma poi sono stati riammessi in servizio» e ieri, ha ricordato, durante il congresso del Sap a Rimini, sono stati «applauditi degli assassini. Qui c'è un ingranaggio che si inceppa».



Alfano. «​Revoco l'appuntamento che avevo dato al Sindacato autonomo di polizia per martedì a Roma, al Viminale». Lo ha annunciato al Gr1 il ministro dell'Interno Angelino Alfano dopo gli applausi dei delegati al congresso del Sap agli agenti condannati per la morte di Federico Aldrovandi. «È stato un gesto gravissimo e inaccettabile», ha aggiunto il ministro.



La telefonata Il capo della polizia, Alessandro Pansa ha telefonato ieri sera a Patrizia Moretti per esprimere «vicinanza e solidarietà».



Il segretario del Sap «Le cause della morte di Aldrovandi sono ben altre. Non è il fermo di polizia la causa e i colleghi li ho applauditi, sì. Non mi nascondo dietro un dito. Considero i colleghi condannati per errore giudiziario e cerchiamo una revisione del processo», ha detto a Radio 24 il segretario del Sap, Gianni Tonelli.



Gli altri sindacati «Le sentenze - per di più se definitive - si rispettano. Le donne e gli uomini del sindacato di polizia della Cgil si dissociano da un simile episodio che nulla ha a che vedere con la nostra cultura e che trova, da parte nostra, e in ogni momento di questa vicenda drammatica, un atteggiamento deciso di condanna nel rispetto dell'etica e dell'esercizio del ruolo di chi veste una divisa», ha commentato Daniele Tissone, segretario generale del Silp Cgil. «Se si è verificato un tale episodio, a cui non vorremmo mai più assistere, è la dimostrazione evidente che vi sia ancora molto da fare sul versante della formazione interna». Infine, conclude Tissone, «utilizzare strumentalmente la vicenda, rinnovando il dolore della famiglia Aldrovandi è del tutto intollerabile».



«Gli applausi lungamente rivolti ieri agli agenti condannati in via definitiva per la morte del giovane Federico Aldrovandi appaiono come un gesto incomprensibile e gravemente offensivo», hanno dichiarato i segretari del Siap e dell'Associazione funzionari di Polizia. «A fronte di vicende giudiziarie, peraltro ormai concluse con sentenze che vanno rispettate, la tutela dei singoli - poliziotti o meno - va assicurata nelle forme stabilite dalla legge», hanno aggiunto Giuseppe Tinai e Lorena La Spina. «Episodi simili - hanno proseguito - rischiano di fornire un'immagine distorta della Polizia e dei suoi appartenenti, incrinando gravemente il rapporto di fiducia con l'intera collettività. Si finisce, così, per delegittimare seriamente l'impegno di tutti coloro che ogni giorno agiscono nel silenzio, a fianco di chi vive in condizioni di difficoltà, gestendo con responsabilità ed equilibrio anche le situazioni più critiche».

Ultimo aggiornamento: 1 Maggio, 15:06

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