Concordia, missione compiuta al Giglio

Lunedì 16 Settembre 2013
Concordia, missione compiuta al Giglio
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ROMA - Alle 4 l'annuncio ufficiale: la rotazione della Concordia conclusa, il relitto della nave naufragata il 13 gennaio 2013 è tornato in asse. Il capo della Protezione civile Franco Gabrielli lo ha comunicato «al mondo» insieme ai responsabili del progetto per la Costa, Franco Porcellacchia, e per il consorzio Micoperi, Sergio Girotto. Cosa stessero per dire è stato chiaro fin dal loro ingresso in sala stampa: sorridenti che di più non si può, si sono abbracciati, si sono applauditi vicendevolmente.

Intanto, fuori le imbarcazioni di appoggio alle operazioni suonavano le sirene. «Meglio di così non poteva andare», ha sintetizzato Porcellacchia. E anche sotto l'aspetto ambientale non emergono problemi: «Non credo che sarà una bomba ecologica», ha spiegato Maria Sargnetini, presidente dell'osservatorio.

Pochi minuti dopo, accolto come una star, insieme al suo team è sbarcato sull'Isola Nick Sloane, il senior salvage master della Titan Micoperi, che ha diretto le operazioni di rotazione della Concordia, gestendole da una control room galleggiante a pochi metri dal relitto. «Provo sollievo e sono orgoglioso, così come il mio team - ha detto appena varcate le transenne del porto - e sono un pò stanco, mi vado a fare una birra e vado a dormire. Mando un bacio a mia moglie».

La rotazione della nave è il primo passo per portarla via dal Giglio, non prima della primavera, però. Sul lato emerso sono evidenti i segni degli scogli. Il prossimo passo è metterla in sicurezza, per permettere ai tecnici di entrarvi e iniziare i lavori. Priorità è la ricerca dei due corpi ancora dispersi (32 sono stati morti del naufragio).

La rotazione per riportare la Concordia in posizione verticale era un passaggio centrale di tutto il progetto di recupero della nave naufragata al Giglio: ma ci vorranno almeno altri sei mesi di lavori prima che il relitto possa lasciare l'isola. E tanti soldi: l'amministratore delegato di Costa Michael Thaam ha detto che sono stati già spesi oltre 600 milioni di euro e che ne serviranno altri. «Pagheremo quel che c'è da pagare», ha ribadito.

Il timing dei prossimi giorni e dei prossimi mesi prevede innanzitutto, appena arriverà l'autorizzazione della magistratura, la ricerca dei cadaveri delle due vittime che ancora mancano all'appello, Russel Rebelli e Mari Grazia Tricarichi. Poi vi saranno una serie di fasi che impegneranno gli uomini della Titan Micoperi, l'azienda che ha eseguito l'operazione, per tutto l'inverno e la primavera successiva: verifica del relitto e installazione dei cassoni sul lato di dritta; rigalleggiamento; rimozione; ripristino ambientale. «Non abbiamo ancora finito - dice non a caso Nick Sloane - abbiamo un sacco di lavoro da fare e secondo me la Concordia non verrà rimossa prima della prossima primavera».

Già da domani, dunque, si comincerà a lavorare attivamente alla fase 2 del progetto. Per prima cosa verrà fatta una verifica delle condizioni del relitto, per valutarne lo stato complessivo e, soprattutto, quello del lato di dritta: solo dopo questi esami sarà possibile procedere agli interventi di ripristino della struttura e stabilire con maggiore certezza i tempi della fase successiva, quella del rigalleggiamento. A verifiche effettuate, inoltre, si procederà all'installazione dei cassoni sul lato di dritta: 15 sono già costruiti e fermi negli stabilimenti di Fincantieri, in attesa di essere trasferiti al Giglio. «Tutti i cassoni dal lato di terra andranno attaccati alle 56 catene che passano sotto lo scafo - ha spiegato Sloane - E laddove la fiancata è danneggiata, bisognerà riempire il vuoto. Per questo i cassoni avranno la possibilità di muoversi».

Al termine di questa fase la Concordia sarà imbrigliata da 30 cassoni. Con un sistema pneumatico i contenitori verranno svuotati dall'acqua e forniranno la spinta necessaria per riportare a galla il relitto. Sloane ha sottolineato che questo passaggio, in realtà, sarà diviso in due fasi: un rigalleggiamento parziale, che consentirà ai tecnici di far passare le catene che devono sostenere i cassoni sotto la nave, e un rigalleggiamento definitivo al temine del quale la parte che rimarrà sommersa della Concordia sarà di circa 20 metri.

Completate le fasi precedenti, a primavera 2014, si procederà a portare via la Concordia dal Giglio. Un'altra fase delicatissima per i rischi che si potrebbero correre e tutta ancora da definire. Al momento, infatti, non è ancora stato deciso il porto dove la nave sarà smantellata e lo stesso Thamm non ha smentito la possibilità che la nave possa essere portata via con una mega piattaforma sud coreana, la Vanguard, che la ingloberà completamente. Un'operazione che potrebbe consentire a Costa di smantellare il relitto in qualsiasi porto del mondo.

L'ultima fase del progetto messo in piedi dalla Titan e dalla Micoperi prevede il ripristino dei luoghi del cantiere - verranno cioè rimossi il falso fondale, le piattaforme, i pali dove sono ancorate le funi di tiraggio e riposizionate la flora e la fauna marina che c'erano prima dell'incidente - e il monitoraggio dell'ecosistema, che avrà una durata di 5 anni.

Ultimo aggiornamento: 18 Settembre, 16:58

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