Si parla spesso, negli ultimi tempi, di caro vacanze, caro vita e via discorrendo. Ma esattamente cos'è che porta il conto del ristorante (o dell'ombrellone, o dell'aperitivo) ad essere così alto, se è vero che i rincari stanno mettendo in ginocchio i clienti? A lanciare una provocazione è il presidente di Aduc Vincenzo Donvito Maxia, che in una nota - rilanciata sui suoi canali social - posta uno scontrino di una cena a Bruxelles e fa notare come all'estero non ci siano esattamente le stesse voci di costo che abbiamo da noi.
Due panini al salame e due caffè a 18 euro (senza scontrino), conto salato nel chiosco in Sardegna
Scontrino in Italia, una roulette
«Cosa c'è di strano in questo scontrino di uno dei più rinomati e storici ristoranti di Bruxelles, città con cui condividiamo doveri e diritti nella Ue? Manca il servizio e il coperto, mediamente, nei ristoranti italiani, del 12/15% e di 3-5 euro (quel coperto, italiano, che, ricordiamolo, talvolta non copre il piattino in più per dividere la pastasciutta col figliolo o il taglio di un toast in due)», scrive Maxia. «Chissà come fanno a Bruxelles i ristoratori a vivere...
«Lascerei la Tip ad un ristorante rinomato e storico della capitale della Penisola o del centro fiorentino o veneziano o milanese o della riviera ligure, salentina, toscana, etc? Bah», aggiunge Maxia. «Crediamo ci siano diversi approcci e, anche se l'Italia è membro importante dell'Ue, ci sono alcuni nostri aspetti che lasciano perplessi. E per i quali le spiegazioni si perdono nel chiacchiericcio a-sociale delle corporazioni quasi sempre protette da chi gestisce l'amministrazione», conclude. «Il problema sorge quando ti rendi conto che, nei ristoranti con tutti questi balzelli che occultano il prezzo finale da pagare, il consumatore è come se giocasse alla roulette».